Nel corso dei decenni, le politiche ambientali degli Stati Uniti hanno avuto risultati altalenanti, con cambiamenti decisionali repentini da un’amministrazione all’altra e con una frequente ambiguità nelle strategie. Un esempio recente si ha con la decisione del presidente Trump di ritirare il Paese dagli Accordi di Parigi, stipulati nel 2015, perché ritenuti controproducenti e dannosi per l’economia nazionale. Se da un lato l’indirizzo politico è determinante in questo contesto di volubilità, dall’altro le scelte che riguardano la salvaguardia ambientale acquistano più stabilità grazie alla Environmental Protection Agency (EPA).
Si tratta di un’agenzia esecutiva del governo federale le cui funzioni principali riguardano la protezione dell’ambiente, la salute dei cittadini e le attività di ricerca per la riduzione delle diverse fonti di inquinamento. Inoltre l’EPA ha la possibilità di redigere norme e regolamentazioni, con l’imposizione di multe e sanzioni.
Struttura e funzionamento dell’EPA
L’EPA è guidata da un amministratore esecutivo nominato direttamente dal presidente degli Stati Uniti su ratifica del Congresso. L’attuale carica è ricoperta dal repubblicano Andrew R. Wheeler, nominato da Donald Trump nell’ottobre 2017 e confermato a febbraio 2019 dopo aver ricoperto il ruolo di amministratore delegato. L’agenzia è divisa in 12 dipartimenti (offices) per area tematica e in 10 settori regionali che si occupano di implementare e monitorare l’attività dell’EPA sul suolo nazionale. La sede del quartier generale si trova a Washington D.C., mentre l’agenzia dispone di circa 27 laboratori e più di 10 mila dipendenti. Il budget dell’EPA è deciso dal Congresso che può decidere di volta in volta su eventuali spese al di fuori dell’attività pianificata l’anno precedente.
Le norme emesse dall’EPA dopo le riunioni dei tavoli tecnici dei dipartimenti hanno valore giuridico e sono vincolanti. Nel dettaglio, l’agenzia ha potere decisionale sui seguenti temi:
- creazione di standard ambientali da integrare nei disegni di legge del Congresso;
- supporto tecnico nella stesura delle leggi ambientali;
- attribuzione di fondi e finanziamenti a enti privati o pubblici – specialmente nel settore dell’istruzione – per i progetti di difesa dell’ambiente;
- attività di ricerca scientifica e di divulgazione sulle problematiche ambientali degli Stati Uniti.
Alcune materie molto vicine ai temi ambientali non rientrano nella giurisdizione dell’EPA, come ad esempio la gestione delle specie a rischio e delle scorie nucleari. Tuttavia l’agenzia collabora attivamente con gli enti federali competenti – specialmente con i dipartimenti dell’Agricoltura e dell’Energia e con altre agenzie per la protezione della fauna (U.S. Fish and Wildlife Service) e della flora (U.S. Forest Service).
Infine, l’EPA si occupa di monitorare l’applicazione delle proprie norme ed eventualmente sanzionare il mancato rispetto delle stesse. Questo processo avviene secondo due modalità principali. La prima, (Civil Administrative Action) non prevede un’azione legale, ma solo un avviso di violazione che indica i motivi del richiamo e invita a osservare le disposizioni dell’agenzia. La seconda modalità (Civil Judicial Action), al contrario, prevede l’istituzione di un processo in un tribunale federale, specialmente se i comportamenti di violazione sono recidivi.
La nascita dell’EPA: il contesto storico
L’istituzione dell’EPA avvenne durante le prime mobilitazioni, in particolar modo della comunità scientifica, per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’inquinamento dovuto ad attività antropiche. Ad esempio, gli anni Sessanta videro una crescente attenzione sul tema dei pesticidi grazie alla pubblicazione del libro Silent Spring da parte della naturalista Rachel Carson. Le riflessioni della società civile su queste problematiche non tardarono a raggiungere la politica. Dai primi colloqui congiunti tra membri della Camera e del Senato si giunse alla stesura del National Environmental Policy Act (NEPA) nel 1969, il cui testo diede per la prima volta importanza prioritaria all’implementazione di politiche ambientali con la creazione del Council of Environmental Quality, una divisione dell’ufficio esecutivo della Casa Bianca. Ciononostante, l’allora presidente Richard Nixon era restio alla creazione di una vera e propria agenzia federale.
Tuttavia, le intenzioni iniziali cambiarono a causa delle continue pressioni e di alcuni casi eclatanti di inquinamento – specialmente quello del fiume Cuyahoga che nel 1969 vide diversi incendi nelle zone limitrofe dovuti alla presenza di agenti chimici infiammabili riversati nelle proprie acque. Dopo la firma del NEPA il primo gennaio 1970, l’estate dello stesso anno iniziarono i lavori per la creazione di un’agenzia federale ad hoc: la nascita dell’EPA avvenne formalmente il 2 dicembre 1970.
I risultati principali
L’EPA ottenne subito alcune competenze che prima appartenevano ad altri dipartimenti, come quello della sanità e dell’agricoltura. Questo diede la possibilità all’agenzia di giocare un ruolo di primo piano nelle politiche ambientali durante gli anni seguenti. Nel 1972 prendeva forma il Clean Water Act, che grazie al lavoro dell’EPA attribuiva maggiori responsabilità ai soggetti privati in caso di inquinamento delle acque da parte di agenti chimici. Dal 1980 grazie all’istituzione del cosiddetto Superfund Program, l’EPA ha il compito di investigare, gestire e riconvertire i siti inquinati con sostanze altamente tossiche.
Durante l’amministrazione Clinton, un report dell’EPA sollevò il problema del razzismo ambientale, ovvero di come diverse comunità afroamericane e ispaniche fossero più soggette di altre agli impatti negativi dell’inquinamento. Ciò portò l’allora presidente a firmare nel 1994 un ordine esecutivo per la giustizia ambientale verso i gruppi sociali più vulnerabili. Più recentemente, invece, dal 2014 circa, l’EPA lavora alla stesura di linee guida per diminuire i parametri di emissioni delle automobili e delle centrali elettriche.
Luci e ombre
Nonostante gli importanti risultati, nel corso dei decenni non sono tuttavia mancate alcune controversie che hanno coinvolto l’agenzia. Nel 2005 nove Stati denunciarono l’EPA per aver istituito una normativa sulle emissioni di mercurio molto permissiva e in contrasto con il Clean Water Act. Nel 2008 la Corte d’Appello del Distretto di Columbia confermò l’accusa: di conseguenza, l’EPA dovette riscrivere la normativa in questione.
Questo fatto si lega ad altre critiche relative ad alcune attività di lobbying. Varie inchieste giornalistiche hanno indagato possibili collusioni dell’EPA sia con politici favorevoli alle attività di fracking (una pratica molto invasiva utilizzata per estrarre petrolio e gas) sia con multinazionali come la Monsanto per la revisione di certi standard sui pesticidi. Infine, l’ex amministratore esecutivo Scott Pruitt è stato coinvolto in una lunga serie di polemiche e scandali che hanno indebolito l’immagine dell’EPA agli occhi dei cittadini.
Le prospettive future dell’EPA
L’importanza dell’EPA risiede nel suo contributo a livello tecnico e normativo alle politiche ambientali degli Stati Uniti. Se da un lato sono molti i successi ottenuti, dall’altro le pressioni esterne possono avere un effetto negativo a livello di reputazione. Difatti, queste possono rappresentare un fattore di ostacolo verso il rinnovamento e le riforme. Ad esempio, gli equilibri all’interno del Congresso restano determinanti per quanto riguarda la direzione che gli Stati Uniti vogliono seguire in materia ambientale. In quest’ottica, le elezioni di novembre potrebbero portare dei cambiamenti all’interno della struttura organizzativa dell’agenzia, a partire dalla figura dell’amministratore esecutivo.
Da un altro punto di vista, tuttavia, l’EPA può garantirsi una certa indipendenza in quanto organo di supporto e di monitoraggio agli standard ambientali vigenti. Di conseguenza, il mantenimento dell’autonomia dell’EPA richiede costante integrazione e dialogo con gli organi legislativi e con i vari funzionari di governo. L’efficacia di questo processo dipende anche dalla trasparenza delle attività dell’EPA stessa e dalla sua capacità di comunicare chiaramente con l’opinione pubblica statunitense.
Fonti e approfondimenti:
CNN, Patients: Roundup gave us cancer as EPA official helped the company, 16 maggio 2017.
CNN, EPA chief Scott Pruit’s long list of controversies, 5 luglio 2018.
New York Times, Pressure Limits Effort to Police Drilling for Gas, 3 marzo 2011.
New York Times, Monsanto Weed Killer Roundup Faces New Doubts on Safety in Unsealed Documents, 15 marzo 2017.
Reuters, EPA must rewrite utility mercury rule, febbraio 2008.
The Cornell Daily Sun, What Environmental Policies Could Look Like in the aftermath of the 2020 Election, 2 giugno 2020.
Grafica: Marta Bellavia – Instagram: illustrazioninutili_
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