A pochi mesi dall’inizio del suo mandato, il nuovo presidente colombiano Gustavo Petro ha avviato nuove trattative per il disarmo dei gruppi armati rimasti in attività nel Paese, in particolare l’Ejercito de Liberación Nacional (ELN), ma deve allo stesso tempo gestire l’implementazione degli accordi di pace con le Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia – Ejército del Pueblo (FARC-EP).
Dopo un lungo e sofferto processo di elaborazione, la conclusione ufficiale del conflitto tra le FARC e lo stato colombiano è lè stata sancita dall’Acuerdo Final para la terminación del conflicto y la construcción de una paz estable y duradera (Accordo Finale per la cessazione del conflitto e la costruzione di una pace stabile e duratura). La firma di questo patto da parte dell’allora presidente Juan Manuel Santos e del comandante in capo delle FARC, Rodrigo Londoño Echeverri, alias Timochenko, ha avuto luogo il 24 novembre 2016 nel Teatro Colón di Bogotà.
L’accordo definitivo
Il progetto di cooperazione tra le FARC-EP e le istituzioni statali è stato frutto di un percorso accidentato.
Una prima versione dell’accordo, prodotta durante le negoziazioni svolte a Cuba tra il 2014 e il 2016 e firmata a Cartagena nel settembre di quell’anno, era stata respinta dal referendum popolare tenutosi il due ottobre 2016. Successivamente, una volta modificato il testo secondo le richieste dei partecipanti al referendum, è stata realizzata la versione firmata nel novembre 2016 a Bogotà, che intende coinvolgere nel cambiamento l’intera società colombiana. In particolare, lo Stato si è impegnato a riformare le modalità di partecipazione politica della società civile, tutelando maggiormente la libertà di associazione e di protesta pacifica.
L’accordo prevedeva una riforma agraria che avrebbe distribuito sette milioni di ettari alla popolazione delle aree rurali coinvolte nel conflitto, oltre a un piano di investimenti nei settori di infrastrutture, educazione e sanità, per garantire lo sviluppo di quei territori. Di pari passo sarebbe dovuto avvenire lo smantellamento delle piantagioni di coca e la loro sostituzione con colture produttive.
Quanto agli impegni assunti dalle FARC-EP, il principale riguardava l’abbandono delle armi, accompagnato dal trasferimento degli (ex-)guerriglieri in territori appositamente individuati nei quali iniziare il percorso di reintegrazione nella vita civile.
Il gruppo, inoltre, venne autorizzato a creare un partito politico, il Partido Comunes, attraverso il quale portare avanti l’ideologia che aveva animato la sua lotta armata. L’accordo stabilì che questa formazione era autorizzata a partecipare alle elezioni e che fino al 2026 le sarebbero stati riservati cinque seggi alla Camera dei deputati e cinque al Senato.
Un sistema per la verità
Per ricucire il tessuto sociale martoriato da oltre cinquant’anni di conflitto armato, è stato elaborato un Sistema Integral de Verdad, Justicia, Reparación y No Repetición (Sistema Integrale di Verità, Giustizia, Riparazione e Non Ripetizione), che prevede misure volte alla messa in sicurezza il territorio, e alla creazione di una memoria condivisa del conflitto e al riconoscimento della dignità delle vittime.
Uno dei principali organi del progetto è la Comisión para el Esclarecimiento de la Verdad, la Convivencia y la No Repetición (Commissione per il Chiarimento della Verità, la Convivenza e la Non Ripetizione), composta da undici membri. Alla Comisión sono stati affidati compiti impegnativi: ricostruire le origini della guerra civile e i suoi legami con il paramilitarismo, nonché le sue ripercussioni sulla popolazione, sull’esercizio dei diritti civili e politici e sulla democrazia colombiana.
Per favorire l’elaborazione di una memoria condivisa del conflitto, inoltre, la Commissione ha organizzato incontri di confronto tra vittime ed ex guerriglieri, che costituiscono occasioni per discutere delle responsabilità collettive e individuali relative ai crimini commessi.
Al termine del suo mandato triennale, il 28 giugno 2022, durante una cerimonia tenutasi nel Teatro Jorge Eliecer Gaitán di Bogotá, la Comisión ha presentato l’Informe Final, composto da dieci volumi che raccolgono la storia del conflitto, in cui si stima la guerra civile abbia provocato 450.666 vittime, 121.768 desaparecidos, 32.446 vittime di abusi sessuali e 8 milioni di sfollati.
Nel documento vengono anche formulate alcune raccomandazioni, evidenziando soprattutto la necessità di promuovere la tutela dei diritti umani e di modificare le strategie di contrasto al narcotraffico.
Un tribunale per la riparazione
L’Acuerdo Final stabilì che dopo l’abbandono delle armi i membri delle FARC-EP avrebbero beneficiato di un’amnistia per i crimini politici commessi e per il delitto di ribellione.
Al contrario, i reati comuni e le violazioni dei diritti umani (ad esempio i crimini contro l’umanità, il genocidio, la tortura, la presa di ostaggi, le sparizioni forzate, le esecuzioni stragiudiziali, gli stupri e il reclutamento di minori) sono stati giudicati da un tribunale speciale, chiamato Jurisdicción Especial para la Paz (JEP). Questa corte ha giudicato anche coloro che hanno fornito finanziamenti o collaborazione alle FARC-EP e i membri delle forze armate statali che hanno commesso crimini durante il conflitto.
La JEP, tuttavia, ha come scopo principale garantire la riparazione e il risarcimento dei danni alle vittime. Per questo motivo, agli imputati verrà consentita una scelta: potranno accedere a pene lievi se accetteranno di assumere la piena responsabilità dei crimini commessi, rendendo dichiarazioni complete sulle circostanze in cui li hanno compiuti e sulle persone coinvolte. In caso rifiutino di farlo o forniscano informazioni incomplete, subiranno un processo penale, rischiando fino a vent’anni di reclusione.
L’implementazione
A sei anni dalla firma dell’accordo, la sua attuazione procede molto lentamente, nonostante il supporto logistico ed economico fornito dalle Nazioni Unite attraverso lo stanziamento di 3,8 milioni di dollari.
Carlos Ruiz Massieu, special representative del Segretario Generale delle Nazioni Unite in Colombia e capo della UN Verification Mission in Colombia, ha evidenziato che importanti passaggi non sono ancora stati realizzati.
Manca la riforma del catasto rurale e, anche se il report del 2021 dell’UNODC ha rilevato che sono stati sradicati 45.761 ettari di coca, manca una programmazione a lungo termine della conversione delle coltivazioni e sono incrementate sia la produzione della pianta sia l’estensione delle aree coltivate.
Un’altra questione irrisolta riguarda la gestione dei 14.000 guerriglieri che hanno deposto le armi.
I territori loro assegnati erano remoti e scomodi e il loro sostentamento, che doveva avvenire tramite la creazione di cooperative, è stato compromesso dalla mancanza di fondi.
Secondo il report del Crisis Group, a settembre 2021 circa il 77% degli ex guerriglieri, spinti dalla necessità, si era allontanato dalle zone designate, disperdendosi nel Paese.
Molti, inoltre, hanno subito violenze: dalla firma dell’accordo di pace 342 ex combattenti sono stati uccisi, 105 sono stati vittime di tentato omicidio e ventisette sono scomparsi.
A questi problemi si aggiunge l’incapacità del Partido Comunes, secondo molti ex membri della guerriglia, di tutelare gli interessi delle ex FARC.
Il partito, piagato da divisioni interne, deve anche fare i conti con gli scarsissimi risultati ottenuti alle ultime elezioni, che fanno dubitare molti commentatori della possibilità che le FARC-EP mantengano una rappresentanza parlamentare una volta private dei seggi loro riservati.
Nelle aree liberate dalle FARC, inoltre, hanno assunto il controllo altri gruppi armati, tra cui alcuni ex guerriglieri che non hanno aderito alla pace.
Le dissidenze
Nonostante i buoni propositi, l’Acuerdo Final non ha chiuso completamente il conflitto.
Alcune fazioni delle FARC-EP hanno disertato le trattative, non avendo fiducia nella delegazione: “Un gruppo di comandanti ha condotto un negoziato guardando grosso modo a interessi personali…e hanno lasciato noi combattenti in balia di qualsiasi cosa possa capitarci” ha affermato il comandante di uno di questi nuovi gruppi.
Durante le prime fasi di smobilitazione, altre fazioni, sotto la guida di Néstor Gregorio Vera Fernández alias Iván Mordisco e Miguel Botache Santillana alias Gentil Duarte, hanno abbandonato il progetto di pace, occupando le aree del Cauca e del Catatumbo e acquisendo il controllo delle piantagioni di coca locali.
Il gruppo più famoso, tuttavia, è quello ricostituito da Luciano Marín Arango alias Iván Márquez, ex secondo al comando delle FARC-EP e membro della delegazione dei negoziatori.
Nel 2018, dopo aver rinunciato a uno dei seggi del Senato assegnati alle FARC adducendo differenze inconciliabili tra lui e il governo, Márquez era sparito.
E’ ricomparso nell’agosto 2019 in un video girato nella foresta, presumibilmente al confine con il Venezuela, insieme a Seuxis Paucias Hernández alias Jesus Santrich e Hernán Darío Velásquez Saldarriaga alias El Paisa, membri storici delle FARC-EP.
Nel video, Márquez denuncia il fallimento dell’accordo di pace per mancanza di garanzie a tutela dell’incolumità e della partecipazione politica degli ex guerriglieri, e proclama la nascita di un nuovo gruppo militare, chiamato Segunda Marquetalia (dal nome del luogo d’origine delle FARC-EP).
La reazione a questa notizia da parte di Rodrigo Londoño Echeverri alias Timochenko, comandante in capo delle FARC-EP firmatario dell’Acuerdo Final, è stato un tweet serafico: “Siento vergüenza (Mi vergogno)”.
La violenza continua
Secondo Luis Fernando Trejos, professore dell’Universidad del Norte, la Segunda Marquetalia nasce dal malcontento conseguente alle modifiche operate al testo dell’accordo dopo il referendum: “Per i dissidenti questi cambiamenti nel testo e l’opposizione di alcuni settori politici alla sua implementazione sono tradimenti”.
I gruppi che hanno ripreso le armi in nome delle FARC-EP sono numericamente ristretti ma estremamente pericolosi. Questi esercitano uno sfruttamento intenso e violento sulle comunità rurali e sulle loro risorse, finalizzato al profitto proveniente da attività legate al narcotraffico. La trasformazione della guerriglia in criminalità organizzata ha portato alla creazione di una denominazione specifica: le “Ex-FARC mafia”.
L’attività di questi gruppi desta preoccupazione perché, come le FARC-EP in precedenza, essi fondano la loro ricchezza e il loro sostentamento su attività illecite, come lo sfruttamento di miniere illegali, la coltivazione e il traffico internazionale di droga.
Nel periodo tra giugno e settembre 2022, secondo l’Office for the Coordination of Humanitarian Affairs, i dissidenti hanno preso in ostaggio 8.100 persone. Nello stesso periodo, in conseguenza delle violenze vi sono stati 13.700 sfollati, soprattutto indigeni e afrocolombiani.
Garantire una pace totale alla Colombia è una sfida aperta della quale il governo Petro dovrà mostrarsi all’altezza, operando su un duplice fronte. Da una parte l’avanzamento dei nuovi accordi di pace con l’ELN, mentre dall’altra il consolidamento della pace avviata con le FARC e il contrasto ai gruppi dissidenti e alle loro intersezioni con il narcotraffico. Il 13 marzo il presidente ha annunciato la sospensione degli ordini di cattura per alcuni membri della Segunda Marquetalia e l’apertura di nuovi dialoghi con i membri delle FARC che non hanno rispettato l’accordo del 2016. Ottenere una piena smobilitazione dei gruppi operativi e una autentica ricostituzione del tessuto sociale rimane ancora un obiettivo a lungo termine per la Colombia.
Fonti e approfondimenti
Acuerdo Final para la Terminación del Conflicto y la Construcción de una Paz Estable y Duradera, 12 novembre 2016
CNN Español, ¿Qué es la “paz total” que propone Petro y qué grupos armados han mostrado interés en acogerse?, 27 ottobre 2022
Infobae.com, Las conclusiones del informe de la ONU sobre la implementación del acuerdo de paz con las Farc, 20 gennaio 2022
International Crisis Group, Otra forma de lucha: defendiendo la paz con las FARC en Colombia, Report n. 92, 30 novembre 2021
Jorge Cantillo, Paso a paso: qué sucedió desde el Acuerdo de Paz y por qué una facción de las FARC decidió volver a las armas, infobae.com, 29 agosto 2019
Laureano Pérez Izquierdo, La nueva FARC, el ELN y Maduro: la inquietante alianza que asoma en América Latina, infobae.com, 29 agosto 2019
Security Council Report, Colombia: Quarterly Meeting, 11 ottobre 2022
Stefano Pozzebon, La histórica Comisión de la Verdad de Colombia publicó su informe final. Aquí hay 5 conclusiones clave, CNN Español, 29 giugno 2022