Il Ghana al voto, la democrazia avanza

Il 7 dicembre i Ghanesi sono andati al voto per la settima volta dalla transizione al multipartitismo avvenuta nei primi anni ’90. Lo spoglio dei voti è quasi concluso, ma la commissione elettorale provvederà a ricontrollare per una seconda volta le schede. Il leader dell’opposizione, Nana Akufo-Addo, ha vinto le elezioni con circa il 54%.

Il Paese è spesso presentato come un modello di stabilità politica unico nella regione dell’Africa occidentale, ovviamente non si può negare che alcune circostanze stanno facendo luce su tutti i limiti di questo primato. Ma nel complesso si può comunque ritenere il Paese uno dei più stabili in Africa.

Il Ghana infatti detiene ottimi indici per quanto riguarda la certezza della legge, la libertà di stampa e molti altri indicatori di stabilità e democrazia. Dopo alcuni anni di incertezza politica, passati sotto il controllo dei militari, un quadro stabile di contrapposizione partitica si è gradualmente affermato. Due sono i patiti che si contendono, in maniera agguerrita il potere in elezioni altamente competitive: il National Democratic Congress e il New Patriotic Party, che partendo da un elettorato di tipo etnico-regionale, si contendono i voti a livello nazionale.

Le elezioni di mercoledì sono giunte in un momento cruciale: l’economia ghanese è stata duramente colpita dal collasso dei mercati delle materie prime, la prima implicazione è stata la richiesta da parte del governo di un prestito al Fondo Monetario Internazionale. La gestione economica del governo di John Dramani Mahama è criticata da molti fronti e ha aumentato progressivamente il malcontento, la sua credibilità è messa in gioco anche da scandali riguardanti corruzione ai più alti livelli dello stato, 7 ghanesi su 10  sono convinti che la strada intrapresa dal governo sia sbagliata.

Le elezioni generali formeranno il nuovo parlamento e, soprattutto, daranno al Paese un nuovo presidente. Tra i sette candidati alla presidenza i due sfidanti principali sono da un lato l’attuale presidente Mahama per NDC e Nana Akufo-Addo, candidato del NPP. Il sistema utilizzato è il maggioritario a doppio turno, passerà al primo turno il candidato che otterrà la maggioranza assoluta dei voti; mentre nel caso in cui ciò non avvenga si arriverà al secondo turno, dove sarà necessaria la maggioranza semplice.


I DUE SFIDANTI  

John Dramani Mahama, il presidente e candidato NDC

Vicepresidente della Repubblica dal 2009 al 2012, Mahama è diventato presidente nel 2012 due volte. Vicepresidente in sostituzione dello scomparso presidente John Atta Mills, defunto nel suo ultimo anno di mandato, Mahama ha preso funzione dinnanzi al parlamento nel “Giorno più triste per la nostra nazione”.

Mahama si ricandida alle elezioni generali del 2012, vincendo incredibilmente con il 50,70%, assicurandosi la vittoria diretta al primo turno contro lo sfidante Nana Akufo-Addo, lo stesso candidato che ha sfidato nelle elezioni dello scorso 7 dicembre.

Oltre a essere il primo presidente nato dopo l’indipendenza ghanese del 1957, è anche quello che per primo arriva alla presidenza passando per tutte le cariche precedenti (deputato, ministro, vicepresidente e presidente). John Mahama ha portato avanti nel suo mandato il progetto politico-economico del “Better Ghana Agenda” che prevede una profonda ristrutturazione dell’economia del Paese, un implemento delle condizioni mediche, educative, urbanistiche e lavorative e infine un tasso di crescita alto. Proprio la crisi delle materie prime di questi ultimi anni ha danneggiato molte economie, o meglio ex economie in ascesa. La scelta del presidente è stata quella di chiedere un prestito al Fondo Monetario Internazionale nel 2015. Le scelte operate nella gestione della crisi da parte del presidente sono pesantemente criticate dall’opposizione, la quale sin dal 2012 ha portato avanti una agguerrita campagna anti-Mahama.

La sfida lanciata dall’opposizione ha trovato un terreno di duello legale davanti alla Corte Suprema. L’NPP ha sindacato l’esito delle elezioni, condannando voti irregolari e brogli. Dopo otto mesi la corte all’unanimità ha respinto le accuse.

Nana Akufo-Addo, il leader storico candidato NPP

Akufo-Addo è figlio dell’indipendenza, al momento della quale aveva 13 anni, 3 dei “grandi 6” fondatori del Ghana indipendente erano suoi parenti, uno di questi era suo padre. Parlamentare dal 1997, alto funzionario dello stato tra il 2001 e il 2003 e ministro degli esteri dal 2003 al 2007. E’ tra i fondatori del partito New Patriotic Party che nel 1992 ha partecipato alle prime elezioni democratiche dopo la fine del regime militare. Nei suoi vari incarichi ha guadagnato largo prestigio anche in politica estera partecipando agli sforzi per la pace dell’ECOWAS (Economic Community of West African States) in Sierra Leone, Liberia, Costa D’Avorio e Guinea Bissau. Dal 2004 è rappresentante dell’Unione Africana.

Battuto nel 2008 da Mills, in quella tornata raggiunse il 49,13% dei voti al primo turno (record poi scalzato da Mahama), non bastando per passare immediatamente fu sconfitto al secondo turno con un 50,23% dei voti in mano a Mills.

Venne di nuovo sconfitto nelle elezioni in cui prevalse Mahama, nel 2012. Questa sconfitta non l’ha fermato nella sua corsa alla presidenza, Il suo ruolo di padre della patria all’interno del partito gli ha garantito l’obbedienza della convention, che lo ha candidato per la terza volta.

Il risultato atteso per due giorni

Lo spoglio è andato a rilento, a causa di un sistema di raccolta dei voti non propriamente efficienteNana Akufo-Addo è riuscito a vincere, con il 54% dei voti che gli permettono di passare subito al primo turno senza ballottaggio. John Mahama ha raccolto il 43% delle preferenze calando del 7% rispetto alle elezioni del 2012 che lo avevano visto vincitore.

Akufo-Addo e il New Patriotic Party guadagnano anche la maggioranza dei seggi in parlamento, battendo l’NDC di Mahama con 144 seggi contro 73. Il nuovo presidente dovrà catalizzare tutte le forze utilizzate in campagna elettorale per mantenere il Paese in linea con i risultati raggiunti nel corso degli anni. La politica economica sarà obbligatoriamente vincolata al prestito ricevuto dal FMI, Akufo-Addo potrà dunque avere margini di manovra ristretti.

Le principali critiche mosse al presidente uscente vertono su tre fronti, sui quali Addo dovrà intervenire:

  • Garantire uno sviluppo omogeneo su tutto il territorio e una pianificazione degli interventi più attenta alle esigenze basilari, una crescita che non lasci indietro nessuno. Modificando molti dei punti dell’agenda di Mahama Better Ghana.
  • Tentare di alleggerire il conflitto tra partiti e intervenire su punti come la nomina di funzionari statali, ancora fortemente ancorata a pratiche di “patronage” che sfociano in piccoli casi di corruzione. Evitare che la corruzione dilaghi è la sfida che ogni Paese sulla via dello sviluppo deve affrontare.
  • Portare avanti una sistemazione della legislazione elettorale di contorno, garantendo più efficienza e meno margini di sindacabilità del voto.


L’esperienza ghanese rappresenta il livello effettivo del consolidarsi di alcune
esperienze democratiche consolidate in Africa. Molti Paesi africani stanno gradualmente procedendo verso la democrazia, verso la competizione espressa in voti e votanti, superando la violenza come mezzo di sopraffazione. Le recenti elezioni in Nigeria e Gambia ne sono dimostrazione e queste elezioni di oggi sono un test sulla resistenza e lo spessore della democrazia in Africa. Non importa chi ha vinto le elezioni, l’Africa ha compiuto un passo da gigante, un altro passo importante verso il consolidamento della democrazia.

Fonti e Approfondimenti:

http://www.bbc.com/news/world-africa-38228005

http://carnegieendowment.org/2016/12/01/ghana-s-vaunted-electoral-process-under-stress-pub-66307http://carnegieendowment.org/2016/12/01/ghana-s-vaunted-electoral-process-under-stress-pub-66307

 

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