Il 15 Marzo in Olanda i cittadini saranno chiamati ad esprimere il loro voto per l’elezione della camera dei rappresentanti, che viene eletta ogni quattro anni, secondo un sistema molto particolare e quasi unico nel contesto europeo.
Il regno dei Paesi bassi è, dal 1954, una monarchia costituzionale, costituita dai Paesi Bassi, Aruba, Curaçao e Sint Maarten, ed in cui il sovrano è, allo stesso tempo, anche Capo di Stato.
I cittadini sono chiamati a eleggere in modo diretto i membri della camera bassa, del parlamento europeo, provinciali, regionali riguardanti le acque, municipali e dei consigli di due città (Amsterdam e Rotterdam)
Per quanto riguarda l’elezione del Parlamento, nel 1830 fu istituito un sistema di tipo bicamerale in cui una sola delle due camere, ossia quella dei rappresentanti, veniva eletta attraverso una votazione diretta da parte del corpo elettorale, mentre, per i membri del Senato, era previsto un diverso tipo di elezione. Questo sistema permane ancora oggi.
Fino al 1887 si eleggeva un candidato della camera bassa ogni 45 mila abitanti, il paese veniva diviso in distretti ed in ogni distretto potevano essere eletti un massimo di due membri a suffragio limitato. Al primo turno si richiedeva una maggioranza assoluta ma, qualora non si fosse raggiunta, al secondo era sufficiente una maggioranza relativa.
I cambiamenti più importanti avvennero proprio in questo periodo in quanto si stabilì, nel 1888, che la seconda camera sarebbe dovuta essere costituita da cento membri, eletti in distretti uninominali. A questa modifica seguì, nel 1919, l’introduzione del suffragio femminile e la scelta di modifica del sistema elettorale in proporzionale con l’aggiunta del voto obbligatorio.
Ad oggi questo sistema è rimasto inalterato, nonostante sia aumentato il numero dei membri della camera bassa nel 1956 (da 100 a 150) e sia stato eliminato il voto obbligatorio nel 1970 . Il sistema olandese viene definito come una proporzionale pura personalizzata in cui i membri della camera bassa vengono eletti con un sistema di liste rappresentanti una pluralità di candidati in 19 distretti elettorali (kieskringen). I cittadini sono tenuti a votare una lista e, mentre il capo lista è bloccato, possono esprimere comunque una preferenza per uno qualsiasi dei candidati presenti all’interno della lista (voto preferenziale). L’unica soglia prevista per essere eletti è quella del quoziente elettorale che si ottiene dividendo il numero totale dei voti validi per 150. (Per esempio nel 2012 l’elettorato è stato di 12.690.000 di cui il 75% ha votato, ossia 9 milioni e mezzo, stabilendo una quota elettorale di 63mila).
I seggi vengono quindi distribuiti in modo proporzionale seguendo però unicamente il voto nazionale. Ciò mostra come nell’ambito delle elezioni il ruolo del distretto elettorale sia nullo, o comunque abbia valore puramente a livello organizzativo.
I seggi che non sono stati distribuiti tra i partiti vengono redistribuiti attraverso il metodo d’Hondt che va ad avvantaggiare i partiti più grandi (motivo per cui spesso si creano le coalizioni). Una volta che sono stati determinati tutti i seggi per tutti i partiti vengono eletti in ordine i nomi presenti sulle varie liste, con l’unica eccezione del candidato che ottiene 1/4 del quoziente elettorale che, invece, viene eletto automaticamente.
A differenza della camera bassa, nel Senato i membri sono 75 e vengono eletti ogni quattro anni da 12 consigli municipali.
Per quanto riguarda la capacità di elettorato attivo e passivo, come stabilito nell’Election Act, hanno diritto a votare per le elezioni della camera bassa, del parlamento europeo, provinciali e municipali tutti i cittadini olandesi maggiori di 18 anni. Possono votare inoltre per le elezioni municipali i cittadini non olandesi e non europei che risultino residenti nel regno per più di 5 anni (ciò non vale per i cittadini europei che possono votare sia per le municipali che per il parlamento europeo). Possono candidarsi alle elezioni tutti gli olandesi maggiorenni e, per le municipali, tutti coloro che hanno il diritto di voto in tali elezioni.
Un’importanza fondamentale nell’ambito delle elezioni la riveste il sistema dei partiti ed il modo in cui è strutturato. Nei Paesi Bassi troviamo infatti un sistema di tipo multipartitico in cui, sin dal 1918, nessuno tra i partiti è riuscito ad ottenere una maggioranza assoluta all’interno del parlamento, motivo per cui si vanno sempre a formare coalizioni tra i partiti più influenti. Ultimamente si è inoltre visto un forte calo dei partiti da sempre al centro del sistema con un conseguente aumento dei piccoli partiti che vanno a rendere il sistema ancora più frammentato rispetto a quanto non lo fosse già.
I partiti più importanti sono storicamente stati:
- VVD (People’s Party for Freedom and Democracy) è il partito liberale-conservatore fondato nel 1948. Di questo partito fa parte l’attuale primo ministro olandese, Mark Rutte.
- PvdA (Labour Party), partito social democratico di centro sinistra, fondato nel 1946. Questo partito ha guidato, in coalizione con il VVD, il paese dopo le elezioni del 2012, durante il secondo mandato di Rutte.
- CDA (Christian Democratic Appeal), partito di centro destra, cristiano democratico, fondato nel 1980 che ha sempre fatto parte delle coalizioni che hanno guidato il paese. Nonostante sia d’ispirazione cristiana trova molti sostenitori anche tra ebrei, musulmani e indù.
Ci sono, però, nuovi partiti che stanno aumentando sempre di più i propri consensi negli ultimi anni e tra questi in particolare, in vista delle prossime elezioni, vanno ricordati:
- PVV ( Party for Freedom), partito di destra che unisce alle teorie economiche legate al liberalismo delle politiche contrarie all’immigrazione. E’ stato fondato nel 2006 da Geert Wilders e si trova ora al centro della scena internazionale in quanto viene dato come favorito dai sondaggi, come avremo modo di vedere la prossima settimana.
- Groen Links (Green Left), partito fondato nel 1990, a favore dell’ambiente e delle politiche sociali volte a diminuire le disuguaglianze. Anche in questo caso vi è stata una notevole crescita dei supporti dal 2010 in poi.
- D66 (Democraten 66), partito socioliberale fondato nel 1966 e nato come alternativa al VVD, viene definito anche come partito liberale progressista. Nelle ultime elezioni del 2012, si è registrato un ulteriore rafforzamento nei consensi con il raggiungimento dell’8% dei voti.
Fonti e Approfondimenti:
http://aceproject.org/ace-en/topics/es/esy/esy_nl
Fai clic per accedere a Dutch-Political-System.pdf
http://www.expatica.com/nl/about/Political-parties-in-the-Netherlands_108098.html