Martedì 8 agosto, in Kenya si sono tenute le elezioni generali. I cittadini kenioti sono stati chiamati alle urne per decidere il futuro presidente, i deputati e i senatori. Kenyatta è stato rieletto, al primo turno.
Abbiamo già anticipato le novità di questa tornata elettorale e parlato dei due maggiori candidati in un articolo precedente, sottolineando anche quanto siano importanti, sia livello internazionale che regionale, queste elezioni. Il Kenya traina i programmi antiterrorismo della regione, è uno degli stati più stabili, democratici ed economicamente sviluppati dell’intero continente africano.
L’8 agosto
Già di prima mattina si sono verificati problemi e ritardi: la Independent Electoral Boudaries Commission (IEBC) ha incolpato le forti piogge, che hanno impedito l’arrivo dei materiali necessari nei tempi previsti. La stessa IEBC ha permesso la chiusura in ritardo dei seggi in che hanno aperto dopo l’orario prestabilito. Nel frattempo centinaia di migliaia di persone erano già in fila davanti ai seggi, alcuni elettori vi si sono accampati e vi hanno passato la notte.
Alla fine, gli ispettori addetti al controllo dell’andamento delle elezioni, provenienti per la maggior parte dall’Unione Africana e dall’Unione Europea, non hanno denunciato brogli, affermando che il tutto si è svolto all’insegna della legalità.
Le paure
Nelle scorse settimane si è temuto il peggio. Abbiamo già parlato dei problemi riscontrati durante le primarie, ai quali si è aggiunto l’omicidio violento di uno dei commissari della IEBC, Chris Msando, che si occupava della messa a punto del Kenya Integrated Electoral Management System (KIEMS), utilizzato per la prima volta nel 2013, con scarsi risultati. Anche questa volta le prestazioni del nuovo sistema tecnologico di identificazione dei votanti e trasmissione dei voti non sono state eccellenti.
Il sistema elettorale
Per poter essere eletto al primo turno il candidato alla presidenza deve superare il 50% dei voti e raggiungere il 25% in almeno 24 delle 47 contee in cui si divide il paese.
Il potere legislativo è detenuto da un parlamento formato da due camere, la National Assembly e il Senato. I deputati sono 350, 337 dei quali vengono eletti direttamente dai cittadini con il sistema del first past the post, i restanti 13 vengono nominati. Il sistema utilizzato al Senato è molto simile: 47 dei 68 senatori sono eletti con il first past the post, uno per contea; degli altri 21 posti 16 sono riservati alle donne, 2 ai rappresentati dei disabili e 2 ai giovani, un uomo e una donna.
Anche i kenioti all’estero possono votare, ma solo se risiedono negli stati della regione, Burundi, Tanzania, Rwanda, Uganda e Sudafrica.
I risultati
I risultati erano prevedibili, ma non del tutto previsti: molti giornali, nazionali e internazionali, avevano parlato di testa a testa tra i maggiori candidati, il presidente uscente Uhuru Kenyatta e l’eterno sfidante, Raila Odinga; alcuni media si erano spinti fino a pronosticare la vittoria di Odinga, visti gli scarsi risultati delle politiche di Kenyatta e i pochi riscontri pratici delle promesse da lui fatte quattro anni fa.
Il grande vantaggio di Kenyatta è stato evidente sin da subito. Scrutinati tutti i voti, Uhuru Kenyatta si è attestato al 54,3% contro il 44,8 di Odinga. La speranza del candidato presidente sconfitto, per la quarta volta, risiedeva nella possibilità che gli altri sei candidati riuscissero a sfilare voti a Kenyatta, ma ciò non si è verificato. Al contrario, la somma dei voti ottenuti dai candidati minori raggiunge a malapena l’1%.
Il presidente sarà quindi rieletto senza che sia necessario il secondo turno, da doversi tenere in caso di necessità entro i trenta giorni successivi al primo turno.
Raila Odinga non ha apprezzato il risultato ed ha subito affermato che l’esito è stato manipolato a seguito di un hackeraggio dei database elettorali, utilizzando l’account di Chris Msando, trovato morto qualche giorno prima. Secondo il conteggio dei voti degli ispettori di partito fedeli ad Odinga, la sua coalizione sarebbe in vantaggio con (8.1 milioni di voti, contro 7,2 milioni della coalizione avversaria. Poche ore dopo è arrivata la risposta della Commissione Elettorale che ha garantito che si investigherà a riguardo.
La polizia, dopo essersi complimentata con i cittadini per il comportamento disciplinato tenuto durante la giornata elettorale, è ieri intervenuta con gas lacrimogeni per disperdere una folla di membri dell’opposizione, sostenitori di Odinga, a Kisumu. Subito dopo la IEBC e il ministro della sicurezza interna, Fred Matiangi, hanno utilizzato i social media per chiedere alla popolazione di mantenere la pace, di non scatenare rivolte. Nonostante ciò anche nella capitale Nairobi si sono registrati scontri.
Il 10 agosto, lo sconfitto Odinga, riaffermando la sua vittoria su Kenyatta, ha chiesto alla Commissione Elettorale di dichiarare la sua coalizione, la NASA, vincitrice. La IEBC ha sette giorni per dichiarare ufficialmente il vincitore, anche se ha già anticipato che ritiene sicuro il sistema di gestione delle elezioni. Intanto le ricerche fatte a seguito delle accuse di hacking del candidato sconfitto hanno portato la commissione ad affermare che un tentativo di sabotaggio è stato fatto, ma che si è rivelato senza successo. Si prevede quindi che il mandato di Kenyatta verrà presto rinnovato.
Fonti e Approfondimenti
http://www.bbc.co.uk/programmes/p05bqtrh?ocid=socialflow_facebook
http://www.africanews.com/2017/08/07/kenya-votes-2017-have-a-look-at-the-electoral-system/
https://www.africaportal.org/features/kenya-votes-kenyatta-vs-odinga-round-two/
http://www.bbc.com/news/world-africa-39734302
http://www.africanews.com/2017/08/09/kenya-s-opposition-trails-incumbent-rejects-fake-results/