Le elezioni del prossimo 15 ottobre sono vicinissime, ma l’aria che si respira in Mozambico non è delle migliori. Mentre Frelimo e Renamo si preparano a un nuovo duello, che potrebbe diventare una sfida a tre, il Paese vive un periodo di crescita della violenza politica, che getta un’ombra sinistra sul voto.
Guardiamo da vicino come arrivano a questo voto importantissimo Frelimo e Renamo, chi sono i loro leader e quali sfide devono affrontare.
Filipe Nyusi e il Frelimo
Nyusi è l’attuale leader del Frelimo e presidente del Mozambico. Il suo partito guida il Paese dall’indipendenza del 1975, ma al momento vive un generale calo dei consensi. Nyusi si trova infatti a guidare il Frelimo in un periodo in cui la sua popolarità è al minimo storico dopo il deludente 51% dei voti alle ultime elezioni locali, risultato più basso di sempre per il gruppo.
Nyusi è un personaggio molto divisivo all’interno del Frelimo, al punto che la sua nomina alla guida del partito rischiò di provocarne una scissione. Nyusi è infatti sempre stato visto come una figura di secondo piano nonostante la sua brillante carriera politica, ma la sua vicinanza al presidente uscente Armando Guebuza gli è valsa la nomina. La fiducia del suo predecessore non aveva infatti placato i malumori di buona parte del Frelimo, tanto che molti ufficiali ritenevano il nuovo leader inadatto alle sfide che avrebbe dovuto affrontare.
Dopo la sua elezione con il 57% dei voti nel 2014, infatti, Nyusi ha dovuto traghettare il Mozambico attraverso un periodo molto delicato. Gli ultimi anni sono stati incoraggianti per l’economia mozambicana, con l’arrivo di grandi investimenti di capitale estero nel Paese e la scoperta di enormi giacimenti di risorse naturali, ma questa crescita ha faticato a tradursi in una effettiva riduzione della povertà.
A questo si deve aggiungere il fatto che il governo Nyusi ha perso buona parte della sua credibilità internazionale a seguito della scandalosa scoperta di 2 miliardi di dollari di debiti non dichiarati. Questo ha creato molta sfiducia nelle istituzioni finanziarie internazionali e i donatori che sostengono il Paese, causando un crollo dell’afflusso di aiuti economici e quindi una vera e propria recessione. L’inflazione e l’aumento della diseguaglianza che questo ha comportato hanno colpito duramente vasti strati della popolazione, aumentando il malcontento soprattutto tra le classi medie urbane.
A funestare gli ultimi anni è stato poi il reintensificarsi del conflitto tra il governo e le frange armate della Renamo, precipitato al punto da paralizzare le regioni centrali del Mozambico. Iniziate con la contestazione delle politiche repressive di Armando Guebuza, le ostilità sono presto sfociate in omicidi e attentati, e la sicurezza di molte provincie è stata precaria per anni. Gli ultimi accordi di pace negoziati da Nyusi nel maggio 2018 sembrano aver riportato la situazione alla normalità, ma un nuovo scontro tra i due partiti all’indomani del voto potrebbe metterli in crisi.
Nyusi vedrà in queste elezioni una messa alla prova della sua popolarità e del suo operato. Alla fine del suo mandato il Mozambico si presenta come un Paese imprevedibile, con un’economia fallace con enormi potenzialità di sviluppo, una società divisa lontana dall’essere pacificata e un sistema politico non preparato ai cambiamenti che lo attendono. Nyusi cerca una riconferma del suo supporto elettorale, e probabilmente la otterrà, ma al momento lui e il suo partito sono in una bancarotta morale che potrebbe tradursi n una bancarotta dei consensi.
Ossufo Momade e la Renamo
La Renamo vive oggi una fase di transizione senza precedenti nella sua storia, che rischia di non permettergli di sfruttare l’attuale debolezza del Frelimo. In un momento in cui la scarsa credibilità di Nyusi e del Frelimo apriva scenari intressanti per il principale partito di opposizione, infatti, è venuto a mancare Afonso Dhlakama, leader indiscusso del gruppo dalla sua fondazione.
La morte di Dhlakama appena prima della pace con il Frelimo del 2018 ha lasciato un vuoto difficilmente colmabile, soprattutto perché il capo carismatico della Renamo è sempre stato una personalità dispotica, incapace di designare un successore. A prendere il suo posto è stato Ossufo Momade, ex militare e ufficiale con una lunghissima carriera all’interno della Renamo.
Momade ha inaugurato la sua leadership proprio con il negoziato di pace con il Frelimo, e da allora ha mantenuto questo atteggiamento cooperativo, cercando di aprire nuovi canali di dialogo con Nyusi e il suo partito. Dhlakama aveva infatti basato la sua immagine e quella della Renamo sull’opposizione frontale e risoluta al Frelimo, senza arrivare mai ad aprire negoziati né a tessere veri rapporti politici con la maggioranza.
Questo modo di fare aveva fatto ottenere molti consensi alla Reamo, ma ne aveva causato il sostanziale isolamento dagli altri partiti e l’impossibilità di sviluppare un’agenda politica autonoma. Morto il leader carismatico questa strategia non sembra più essere efficace: sono quindi molti quelli che sostengono la linea di Momade.
Le frange più estreme del movimento sono però contrarie a questa evoluzione e hanno creato un fronte interno opposto al nuovo leader, d’accordo anche con molti ufficiali anziani. Il conflitto interno sta paralizzando la Renamo e fa temere una nuova escalation di violenza diretta proprio a sabotare il nuovo corso dei rapporti tra Momade e il rivale Nyusi.
La Renamo, quindi, arriva a queste elezioni sostanzialmente impreparata e logorata dalle tensioni interne, incapace di trarre effettivi vantaggi dalla debolezza degli avversari. L’opposizione potrebbe quindi ottenere i suoi migliori risultati al livello locale, soprattutto nelle aree centrali del Paese in cui si concentra il suo consenso, ma rimanere fuori dal governo nazionale.
La crescita della violenza
Il clima politico in Mozambico non è stato sereno nemmeno dopo la fine della guerra civile, lo abbiamo visto, ma tra il governo del Frelimo e le fazioni oltranziste della Renamo i rapporti sono stati raramente così tesi. Gli ultimi accordi di pace tra le due forze puntavano a normalizzare la situazione, ma a distanza di un anno sembrano già tremendamente inefficaci.
Le ultime settimane prima del voto sono state infatti caratterizzate da una ripresa della violenza politica tra fazioni, culminate in decine e decine di omicidi, tumulti, attacchi armati e intimidazioni, in maniera addirittura più grave che negli scorsi anni.
A peggiorare la violenza politica, poi, nella regione settentrionale di Cabo Delgado contribuisce anche l’insurrezione armata jihadista che insanguina la zona da alcuni anni. L’incertezza provocata da questo conflitto latente contribuisce quindi a funestare la vigilia di questo voto, che per gli esperti già si preannuncia problematico.
Secondo le organizzazioni umanitarie e gli osservatori, infatti, il clima politico che si respira oggi in Mozambico impedirebbe lo svolgersi di elezioni pacifiche e pienamente democratiche. A determinare il voto potrebbero quindi essere in parte dei veri e propri atti intimidatori o colpi di mano, resi ancora più probabili dall’alta posta in gioco che sarà in palio il prossimo 15 ottobre.
Un premio per cui uccidere
Al di là della possibilità di guidare il Mozambico nel boom delle risorse e amministrare le enormi royalties che genereranno, ad essere contesa in queste elezioni sarà una quantità di potere politico senza precedenti. Oltre che la guida del Paese, infatti, per la prima volta le elezioni generali determineranno anche il governo locale delle provincie.
L’ascesa del MDM mette a rischio la maggioranza assoluta del Frelimo, ma dalle ultime rilevazioni questo scenario sembra meno probabile rispetto ai mesi scorsi.
Quest’anno, però, il partito più votato in ogni provincia ne nominerà il governo locale, quindi la sfida sarà serrata in ogni territorio, visto che le opposizioni potrebbero erodere dal basso il potere del Frelimo attraverso questo meccanismo. Il partito di governo è quindi pronto ad agire con spregiudicatezza pur di mantenere più possibile il suo potere, generando una enorme tensione e diffidenza tra le forze politiche mozambicane.
Per tutti questi motivi la sensazione è che, qualunque sia il risultato delle urne, non solo questo non sarà totalmente credibile per via delle violenze che stanno precedendo il voto, ma sarà anche probabilmente contestato. Molti temono che il Frelimo non permetta un passaggio di potere incruento in caso di sconfitta, e soprattutto che un risultato incerto determini una recrudescenza della violenza settaria da parte dei militanti della Renamo.
In ogni caso, quelle che sulla carta si preannunciano come le elezioni più importanti della storia del Mozambico potrebbero invece aprire una nuova fase di instabilità. In un momento di grande cambiamento del Paese, la prospettiva che ad accompagnare lo sviluppo dei prossimi anni possano essere l’autoritarismo o il caos armato non entusiasma.
Fonti e Approfondimenti:
Club of Mozambique by Adrian Frey
Bertelsen, B. E. (2016) Violent Becomings: State Formation, Sociality, and Power in Mozambique. New York: Berghann
Anita Powell, Free, Fair, Peaceful Election for Mozambique? No Way, Analysts Say, Voice of America, ottobre 2019
Benedito Machava, Mozambique’s tense elections: How we got here, African Arguments, ottobre 2019
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