A dieci giorni esatti dalle elezioni federali in Canada, la situazione vede una corsa – almeno in apparenza – serrata tra i due partiti principali del Paese nordamericano. Il Partito Conservatore del Canada (di centrodestra, guidato da Andrew Scheer) e il Partito Liberale del Canada (di centrosinistra, guidato da Justin Trudeau) sono, infatti, appaiati in testa ai sondaggi. Una situazione che è rimasta sostanzialmente immutata negli ultimi mesi – anche se i Conservatori sembravano aver mantenuto un vantaggio interessante, almeno fino a inizio dell’estate.
Le ultime proiezioni di 338 Canada danno LPC e CPC sostanzialmente pari nel testa a testa del voto popolare. I Liberali vengono dati al 33,9% dei consensi (+/- 4,5% di forbice) mentre i Conservatori al 33% (+/- 4,3%). Ben distante il terzo partito, il Nuovo Partito Democratico guidato da Jagmeet Singh, che si attesta al 14,4% (+/- 3%) e tutti gli altri, nessuno dei quali sembra destinato a superare la doppia cifra nei consensi elettorali.
Il punto, però, è che il Canada è una federazione di Stati, e anche il voto per le elezioni viene espresso su base federale: i seggi assegnati, quindi, vengono distribuiti su base statale e in base alla popolosità del territorio, rendendo la conversione dei voti in seggi meno scontata di quanto si possa pensare. Territori come l’Ontario e il Quebec, da soli, assegnano 199 seggi sui 338 disponibili. Ciò crea un vantaggio enorme per i Liberali rispetto ai Conservatori, in virtù del maggiore radicamento dei primi in questi territori strategici.
Vista questa situazione, il prossimo 21 ottobre potrebbero verificarsi i tre seguenti scenari, presentati in ordine di probabilità decrescente: vittoria dei Liberali, con la maggioranza dei seggi; vittoria dei Liberali, senza maggioranza dei seggi; vittoria dei Conservatori.
Scenario 1: vittoria e maggioranza dei seggi per i Liberali
Il Partito Liberale del Canada non ha un vantaggio considerevole, in termini di consensi, nei confronti del Partito Conservatore guidato da Scheer. La differenza che li divide è, al momento, inferiore al singolo punto percentuale, ma la conversione dei voti in seggi favorirà di sicuro il partito di Trudeau, molto forte nei territori maggiormente popolati.
Secondo 338 Canada, fra tutti gli scenari possibili, quello più probabile è che Trudeau riesca a riconfermarsi alla guida del Paese nordamericano, ottenendo anche la maggioranza assoluta dei seggi nel Parlamento canadese – ovvero un minimo di 170. Questa eventualità, infatti, ha il 38,4% di probabilità di verificarsi, dato di maggioranza relativa rispetto agli altri scenari possibili.
Anche se le previsioni siano decisamente favorevoli ai Liberali, però, il margine con cui questo Partito arriva alle elezioni non è all’altezza delle aspettative della leadership. La presidenza di Justin Trudeau, nonostante le lodi a livello internazionale e il consolidamento interno ai Liberali, non è riuscita a mettere in cassaforte la rielezione, anche a causa di scivoloni di Trudeau stesso (come lo scandalo sulla blackface) che hanno fatto storcere il naso a parte dell’elettorato.
Il margine di successo dei Liberali, in sostanza, è inferiore rispetto a quanto auspicato dalla leadership. Se questo scenario dovesse verificarsi, è probabile che l’allarme sarà rientrato e vedremo un altro quadriennio con Trudeau a guida del Canada; se invece così non fosse, allora potrebbe aprirsi una fase di crisi interna al Partito Liberale che potrebbe portare, in extrema ratio, alla rimozione di Trudeau come leader.
Scenario 2: vittoria e maggioranza relativa dei Liberali
Il secondo scenario da analizzare è quello in cui il Partito Liberale andrebbe comunque a vincere le elezioni (l’LPC ha il 71,4% di probabilità di vincere almeno la maggioranza relativa dei seggi), ma senza la maggioranza assoluta in Parlamento. Questa eventualità potrebbe concretizzarsi soprattutto se il Nuovo Partito Democratico dovesse riuscire a rubare una fetta significativa di voti ai Liberali da sinistra.
Questo scenario – verificatosi già molte volte nella storia politica canadese – ha un 33% di probabilità di accadere, il che lo rende comprensibilmente motivo di agitazione per la leadership dell’LPC, per i motivi indicati nel paragrafo precedente.
Se effettivamente i Liberali non dovessero guadagnare la maggioranza assoluta dei seggi, infatti, questo non andrebbe a gravare solo sulle spalle di Trudeau, ma costringerebbe il Partito a cercare di formare un governo di minoranza. Questo è tutt’altro che impossibile, anzi. Tuttavia, un governo di minoranza ha un raggio di azione molto più limitato – a causa della maggiore capacità di controllo delle opposizioni – e avrebbe bisogno del placet almeno dell’NDP (e probabilmente anche dei Verdi) per far passare le leggi.
Scenario 3: vittoria dei Conservatori
L’ultimo scenario possibile – escludendo quello di un pareggio (dato allo 0,6%) – è quello di una vittoria del CPC. Una vittoria dei Conservatori è data al 28%, ma l’eventualità che il partito di Scheer ottenga anche la maggioranza dei seggi è solamente del 3,4%. Affinché ciò avvenga, i Conservatori dovrebbero ribaltare il risultato proprio nei territori dell’Ontario e del Quebec, ma è un’ipotesi molto remota e improbabile, vista la solidità dell’avversario e la buona popolarità di Trudeau.
La speranza maggiore per il CPC è, quindi, legata al riuscire a ottenere la maggioranza relativa dei seggi in Parlamento, in modo da forzare la nascita di un governo di minoranza dei Conservatori. Certo, come per i Liberali, anche per il CPC un governo di minoranza imporrebbe dei vincoli che ne limiterebbero la forza e le capacità politiche, poiché avrebbero bisogno (quantomeno) dell’astensione dei Liberali per governare e far passare le leggi.
Ciononostante, questo scenario aprirebbe una fase di crisi e potenziale debolezza per i Liberali e spingerebbe fuori dalla partita politica Trudeau, che rimarrebbe comunque un avversario temibile e con un discreto consenso in Canada. D’altro canto, una vittoria elettorale sarebbe la legittimazione dello spostamento verso destra che il Partito Conservatore ha subìto negli ultimi anni sotto la leadership di Scheer, che ha bisogno di un risultato elettorale importante per continuare a guidare il partito e lasciare un’impronta ideologica duratura nelle politiche e nelle proposte dei Conservatori. Una debacle del CPC avrebbe molto probabilmente l’effetto opposto, chiudendo questa fase di populismo di destra e riportando i Conservatori sulle loro posizioni più tradizionali, in un quadriennio che li vedrebbe – per l’ennesima volta – sedere tra i seggi dell’opposizione.
Conclusioni
È evidente che il Partito Liberale sia avvantaggiato rispetto a quello Conservatore nelle elezioni del 21 ottobre, in virtù del proprio radicamento territoriale. Tuttavia, la posta in gioco alle prossime elezioni federali è alta per entrambe le leadership e per i modelli ideologici proposti dai due Partiti. Entrambi, infatti, hanno vissuto un periodo di riforma interna più o meno intenso negli ultimi anni, ed entrambi hanno due leader che ci hanno messo la faccia e si sono spesi molto per guidare questi processi.
Se i Liberali dovessero vincere le elezioni, come sembra probabile, allora il Canada vivrà un altro quadriennio in continuità con quello che si è appena concluso. Quello che, nel caso, sarà un altro governo Trudeau, continuerà con le sue politiche di centrosinistra attente a temi sociali, ma sempre inquadrate nella cornice ideologica del partito, tradizionalmente liberale.
La vittoria di Scheer, invece, sarebbe una sorpresa che porterebbe scompiglio nella politica interna ed estera. Scheer non ha mai nascosto di essere inviso alle politiche di Trudeau, specialmente sul tema dei diritti civili e sociali – terreno in cui, probabilmente, assisteremmo a una regressione in caso di vittoria del CPC. In politica estera, il suo populismo di destra lo renderebbe particolarmente affine a leader mondiali, come il “vicino di casa” Trump. Ciò toglierebbe un ulteriore contrappeso, in campo internazionale, al presidente degli Stati Uniti, che non avrebbe più Trudeau come potenziale avversario, ma troverebbe in Scheer un alleato.
Fonti e approfondimenti
“2019 federal election platform guide: Where the parties stand on everything”, Maclean’s, 30/04/2019
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