Ricorda 1871: Unificazione tedesca

Unificazione della Germania
Riccardo Barelli - Remix Lo Spiegone @AntonvonWerner - Wikimedia Commons - Pubblico dominio

Il 18 gennaio 1871 nacque l’Impero Germanico, evento che venne percepito quale ritorno all’unità necessaria e naturale del popolo germanico, fino a quel momento diviso in piccoli Stati sotto il controllo di altre potenze. Nella memoria collettiva, questo evento è legato in maniera indissolubile alla figura di Otto von Bismarck, uomo politico prussiano. Tuttavia, le origini dell’unificazione devono essere tracciate all’inizio del XIX secolo. 

Il Congresso di Vienna e il dualismo Austria-Prussia

Dopo la fine delle guerre napoleoniche – la serie di conflitti che si consumarono in Europa nel periodo in cui Napoleone Bonaparte governava la Francia e che si conclusero con la battaglia di Waterloo – , i leader delle principali potenze europee si ritrovarono nel Congresso di Vienna  del 1815 per determinare un nuovo ordine politico nel Continente. Uno dei principali temi fu il riassetto politico e istituzionale del territorio che un tempo apparteneva al Sacro Romano Impero – dissolto nel 1806 – e che andava dal Belgio all’odierna Polonia. I 39 Stati parte di  quel territorio vennero radunati nella Confederazione Germanica, posta sotto il controllo di Prussia e Impero d’Austria. La prima ero uno Stato sulle sponde del Mare del Nord governato dal sovrano Friedrich Wilhelm III; il secondo un impero che comprendeva l’attuale Austria ed ex territori del Sacro Romano Impero sotto il controllo della potente famiglia degli Asburgo. Il Congresso di Vienna concesse a questi ultimi il controllo completo del Parlamento di Francoforte, principale organo istituzionale della Confederazione in cui si radunavano i rappresentanti degli Stati membri. Tale assetto, che avrebbe dovuto garantire equilibrio nell’Europa centrale, fu invece causa di profonda rivalità tra Berlino e Vienna per inglobare la Confederazione nella propria sfera di influenza. 

Economia e nazionalismo: le spinte per una Germania unita

La lotta per la supremazia nella Confederazione non assunse immediatamente la forma di un conflitto armato. La Prussia iniziò ad allargare la propria sfera di influenza creando un’unione doganale con gli Stati germanici adiacenti nel 1818. La prospettiva dell’assenza di dazi sul commercio e la grande produttività della Confederazione portarono altri Paesi a entrare nell’unione doganale. Nel 1834, quasi tutti gli Stati della Confederazione aderirono alla Zollverein a guida prussiana che escludeva l’Austria dal commercio interno. Il confronto tra Berlino e Vienna assunse così una sfumatura economica: da una parte, una capitale industriale che spingeva per un mercato libero da dazi, dall’altra una città che imponeva misure protezionistiche per tutelare la propria economia interna. Con questa manovra, la Prussia riuscì a creare una interdipendenza tra gli stati della Confederazione che avrebbe potuto sfruttare a proprio vantaggio. 

L’influenza di Berlino fu favorita anche dal contesto culturale dell’epoca nelle principali città tedesche. Nella prima metà del XIX secolo, Romanticismo e nazionalismo erano le principali correnti culturali in Europa. I maggiori intellettuali tedeschi del tempo descrivevano il popolo germanico come l’erede degli antichi Greci e Romani e, in quanto tale, eletto per guidare gli altri popoli. Da questo seguiva l’aspirazione per un ritorno alle radici comuni dei diversi Stati della Confederazione e la riunificazione del popolo tedesco in un unico Stato

Questi ideali alimentarono i moti rivoluzionari del 1848 in tutta Europa, comprese Austria e Prussia. A Vienna l’imperatore Ferdinand I abdicò in favore del figlio, Franz Joseph. A Berlino, il popolo chiedeva al re Friedrich Wilhelm IV una Costituzione democratica ed elezioni parlamentari, ma anche che diventasse re di Germania. A Francoforte, dove aveva sede il Parlamento della Confederazione Germanica, venne creata un’Assemblea Costituente che avrebbe dovuto redigere la Carta del futuro Stato tedesco. Il tentativo fallì, ma fu un segnale chiaro che l’unificazione era ormai richiesta dalla maggior parte dei Paesi della Confederazione.

Le “due Germanie” e la nascita del Reich 

Nel Parlamento di Francoforte vi erano due fronti differenti. Da una parte, i sostenitori della “Grande Germania” chiedevano che nascesse uno Stato dalla fusione di tutti i Paesi germanici, compresa l’Austria. Dall’altra, i sostenitori della “piccola Germania” affermavano che lo Stato tedesco avrebbe dovuto escludere l’Austria. Il governo prussiano fece leva su questa seconda fazione per portare a compimento l’unificazione.

L’anno chiave fu il 1861. In quell’anno salì al trono Wilhelm I, che nominò Primo ministro Otto von Bismarck. Aveva nominato precedentemente capo dello Stato Maggiore Helmut von Moltke e ministro della Guerra Albrecht von Roon. L’arte politica del primo e la strategia militare dei secondi portarono alla nascita dell’Impero. Nel 1862, Bismarck tenne alla Commissione Bilancio del Parlamento prussiano il celebre discorso del “sangue e acciaio”:

«La Prussia deve concentrare la sua forza e tenerla per il momento favorevole, che è già stato mancato diverse volte. Le nostre frontiere, definite nei Trattati di Vienna, non favoriscono la costituzione di un corpo politico sano. Non con discorsi, né con le delibere della maggioranza si risolvono i grandi problemi della nostra epoca – questo fu il grande errore del 1848 e del 1849 – ma col ferro e col sangue»

Il discorso venne inteso da molti come la dichiarazione della necessità di conflitti armati per unificare la Germania. Secondo altri interpreti, Bismarck avrebbe potuto invece fare riferimento all’industria siderurgica, su cui si fondava l’economia prussiana. 

Il Reich nacque dalle annessioni prussiane di tre regioni circostanti. Nel 1864, Berlino condusse con successo la seconda guerra dello Schleswig, un territorio conteso con la Danimarca. Nonostante l’Austria avesse sostenuto la Prussia in questo conflitto, Berlino dichiarò guerra a Vienna due anni dopo, nel 1866, in alleanza con l’Italia. La vittoria prussiana fu schiacciante. Dopo il conflitto, la Prussia creò la Confederazione della Germania del Nord, un nuovo Stato che comprendeva tutti gli Stati della precedente Confederazione a nord del fiume Meno. Nel 1870, il sentimento patriottico e la volontà di liberarsi dall’influenza austriaca portò gli Stati rimanenti (sotto il Meno) a unirsi alla nuova Confederazione.

Questo fu anche l’anno della guerra francoprussiana, in cui Berlino vinse nuovamente. Dopo questo successo venne decretata la nascita del Reich. Wilhelm I ottenne il titolo di imperatore, ma dovette aspettare il 18 gennaio 1871 per essere incoronato. La cerimonia avvenne nel Salone degli Specchi di Versailles e la Carta fondante l’Impero venne ratificata successivamente con il trattato di Francoforte. 

Il nuovo assetto istituzionale

L’Impero adottò la Costituzione della Confederazione della Germania del Nord. Il Parlamento (Reichstag) era eletto a suffragio universale maschile da tutti i cittadini di almeno 25 anni. Questa istituzione condivideva il potere legislativo con il Bundesrat, l’Assemblea dei Rappresentanti degli Stati che componevano l’Impero cui spettava il compito di ratificare le decisioni del Parlamento. La Prussia aveva una maggioranza garantita nel Bundesrat, per cui deteneva il dominio de facto del potere legislativo. Ogni Stato dell’Impero aveva il proprio governo, ma il Cancelliere prussiano – nominato dall’imperatore – era anche Cancelliere dell’Impero. In questo modo, a Berlino era concentrato il potere assoluto.

L’unificazione tedesca ebbe un significato simbolico e politico molto forte. Da una parte, fu percepito come la fine di un processo naturale di riunificazione tra i membri di un popolo finora tenuto diviso a forza da potenze straniere. Dall’altra, portò alla costituzione di un unico Stato al centro dell’Europa, un fatto che cambiò gli equilibri interni del Continente e generò preoccupazione in altri Paesi, come Francia e Russia. Sotto il governo di Bismarck, la Germania assunse un ruolo di baricentro della politica europea. Una volta che il “Cancelliere di ferro” ebbe abbandonato la politica, le tensioni tra le capitali europee presero il sopravvento fino a sfociare nel primo conflitto mondiale. 

Fonti e approfondimenti

Fichte, Gottlieb J., Discorsi alla nazione tedesca, Laterza, 2003.

Howard, Michael Eliot, The Franco-Prussian War: The German Invasion of France, 1870-1871, Macmillan, 1961.

Sheehan, James J., German History, 1780-1866, Oxford University Press, 1989.

 

 

Editing a cura di Beatrice Cupitò

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