I dibattiti governatoriali del New Jersey: due idee di Paese in diretta tv

Signage for New Jersey route
Juliancolton - Wikimedia Commons - pubblico dominio

Sede del prestigioso College di Princeton e reso celebre dalla presenza di Atlantic City, punto nevralgico del gioco d’azzardo della East coast, il New Jersey è stato al centro dell’attenzione nei mesi passati. Come in Virginia infatti, anche qui il 2 novembre prossimo si terranno le elezioni governatoriali che, insieme a quelle precedenti in California, sono i principali appuntamenti politici del 2021 statunitense.

Contrariamente al Virginia però, dove l’ordinamento statale non permette al governatore in carica di correre per la rielezione, in New Jersey il favorito è proprio l’attuale governatore Phil Murphy, democratico dalla lunga carriera nel mondo della finanza ed ex-ambasciatore a Berlino, affiancato da Sheila Oliver come lieutenant governor (figura analoga al vicepresidente). A fronteggiarlo, i candidati di quattro diversi schieramenti politici: il partito libertario, i verdi, il partito socialista dei lavoratori (SWP) e, ovviamente, il ticket repubblicano, con Jack Ciattarelli e Diane Allenlui parlamentare di lungo corso anch’egli al secondo tentativo (fu scalzato dalle primarie del partito in occasione delle precedenti elezioni governatoriali), lei politica ed ex-conduttrice radiotelevisiva di grande successo.

La gara ha continuato a procedere senza intoppi sino a che, nei primi giorni di ottobre, non sono cominciati i confronti diretti tra i candidati. Allora l’atmosfera si è surriscaldata. Durante i dibattiti non sono mancati attacchi scorretti, affondi caustici e dichiarazioni esagerate o pretestuose, servite a mettere in luce le differenze fondamentali tra i candidati. Ed è proprio in virtù di ciò, che un’analisi dei dibattiti più importanti diventa utilissima per comprendere a pieno la situazione politica del New Jersey.

28 settembre: Murphy contro Ciattarelli

Il confronto si apre con due delle principali critiche all’amministrazione di Phil Murphy – sessantaquattrenne irritabile e dall’eloquio incerto. La prima, più scottante in quanto più recente, quella riguardante la risposta tardiva del governatore al pericolo dell’uragano Ida, che ha colpito il Nordest degli Stati Uniti alla fine di agosto e causato la morte di circa 23 persone solo in New Jersey; la seconda sul tema dei decessi per Covid-19, registrati in gran parte all’interno delle case di riposo. Su quest’ultima in particolare, il suo avversario Jack Ciattarelli – carismatico e abbronzato – non ha riserve: il colpevole è Murphy, il quale avrebbe costretto le case di riposo a trattenere i malati, mettendo a rischio la salute degli altri pazienti.

Nella sala il clamore è grande. Il pubblico applaude e rumoreggia a tempo con le dichiarazioni dei candidati, nonostante i richiami dei moderatori, comunque rari e forse sin troppo morbidi. È in questo clima da stadio che Ciattarelli rincara la dose con un terzo argomento caro ai detrattori del governatore: le tasse.

In New Jersey le tasse sulla proprietà sono tra le più alte della nazione stelle e strisce, e da tempo i repubblicani utilizzano questo dato come un segno del malgoverno di Murphy. I piccoli commercianti, evidenzia Ciattarelli, sono schiacciati dai tributi, e i grandi attori dell’economia globale si tengono lontani dal New Jersey. Il candidato democratico si difende bene però. Murphy è celebre per avere incrementato le tasse sui redditi più alti, in una guerra senza quartiere contro i più ricchi che l’ha visto – in certe occasioniavversario dei membri di maggiore spicco del suo stesso partito. D’altra parte, aggiunge Murphy, le famiglie del New Jersey di oggi devono affrontare spese assai minori rispetto a pochi anni fa, dai trasporti all’istruzione, fino alle imposte sul lavoro.

Non vi sono solo disaccordi, però, tra i due. Invitato dai moderatori a citare una policy a suo avviso encomiabile attuata dal suo avversario, Ciattarelli applaude la misura che ha permesso a tanti cosiddetti dreamers (immigrati ancora senza cittadinanza) di ottenere una patente di guida. Entrambi, inoltre, si dicono favorevoli alla campagna vaccinale contro il Covid-19, sebbene il candidato repubblicano non sarebbe d’accordo con un eventuale obbligo vaccinale.

Ma questa parentesi distensiva dura poco, e ben presto l’attenzione dei candidati viene attirata da altri argomenti più divisivi. Uno di questi, il tema delle violenze della polizia, fa nuovamente levare gli applausi e i fischi del pubblico quando Ciattarelli, pur deprecando tali violenze, accusa l’avversario di avere limitato il potere delle forze dell’ordine, riferendosi a una legge firmata dal governatore che impedisce agli agenti di effettuare perquisizioni sui minorenni. Il candidato democratico può però vantare ottimi risultati ottenuti durante la sua amministrazione per arginare la violenza: da un lato, lo stretto controllo sulle armi da fuoco, dall’altro la totale legalizzazione della cannabis, della quale da febbraio è permesso il consumo agli adulti sopra i 21 anni. Per Murphy, secondo cui la cosiddetta war on drugs (la lotta alle droghe, in particolare cocaina e crack, avviata negli USA tra gli anni Ottanta e Novanta) avrebbe danneggiato soprattutto gli afroamericani, tali misure rappresentano un vero atto di civiltà e di giustizia sociale.

La serata si chiude con i messaggi elettorali dei candidati, in qualche modo riassuntivi della loro campagna. Significative in questo senso due dichiarazioni, opposte ma complementari, come a indicare la netta divergenza di idee tra i due. “Il futuro di questo Stato è in pericolo” afferma Ciattarelli; mentre Murphy ribatte: “Il sole sta sorgendo sul New Jersey”.

5 ottobre: Allen contro Oliver

Il secondo confronto televisivo, quello tra le candidate a lieutenant (letteralmente luogotenenti), segna già dal principio un cambio di passo con quello precedente. Dove prima erano due uomini in piedi dietro un pulpito a fronteggiare una platea folta e rumorosa, ora sono due donne sedute una accanto all’altra in una sala poco affollata e silenziosa.

A cominciare è Allen, che critica la tassazione eccessiva e il dramma delle case di riposo in relazione alla pandemia, ricalcando il solco scavato da Ciattarelli la settimana precedente. Ed è proprio la candidata repubblicana a fornire il primo vero motivo di scontro, affermando che la vaccinazione contro il Covid-19 dovrebbe essere frutto di una decisione individuale che lasci libertà di scelta ai singoli individui per se stessi, e ai genitori per i figli. Se qualcuno non vuole vaccinarsi per motivi religiosi, prosegue Allen, deve essere lasciato libero di non vaccinarsi. Oliver non è d’accordo, però. Per lei è compito dello Stato proteggere tutti i suoi cittadini, senza permettere a convinzioni personali di mettere a rischio altre persone.

Il confronto procede spedito. Le avversarie discutono pacatamente, rispondendo alle domande dei moderatori senza mai interrompersi l’un l’altra e chiedendo il permesso prima di replicare direttamente alle dichiarazioni avversarie. Eppure le candidate sono in disaccordo pressoché su ogni cosa, dalle tasse all’aborto, dai loro ruoli come lieutenant al conflitto razziale insito nella società statunitense, come a rispecchiare le differenze politiche tra loro. Diane Allen, giornalista, conduttrice, senatrice del New Jersey dal 1998 al 2018, una donna di spicco che ha visto il proprio volto sulle copertine patinate. Sheila Oliver, la prima afroamericana a essere nominata speaker della camera del New Jersey. Solo sulle nuove modalità di voto (per la prima volta in New Jersey sarà possibile il voto anticipato) le due donne si trovano concordi.

La chiusura del dibattito spetta ad Allen, la quale tiene a difendere la propria fama di repubblicana moderata. La candidata si definisce infatti “conservatrice nei temi economici, ma moderata nei temi sociali”, adducendo come prove il suo impegno per l’emancipazione delle donne e contro la violenza di genere, nonché l’avere votato a favore della liberalizzazione dei matrimoni omosessuali ben prima che una sentenza della corte suprema li rendesse effettivamente legali, nel 2015. Oliver dissente: non si può essere l’una e l’altra, perché le due cose sono collegate. E chiosa: “Allen e Ciattarelli parlano solo di tasse sulla proprietà, […] ma nella nostra amministrazione possiamo fare più di una cosa alla volta. Possiamo investire in salute e istruzione e anche concentrarci sui piccoli commercianti in difficoltà”.

Un risultato prevedibile

In seguito si sono tenuti altri due dibattiti. Uno, svolto l’11 ottobre interamente in diretta streaming, tra le candidate a lieutenant governor dei partiti libertario e verde, l’altro, il giorno seguente, che ha nuovamente visto contrapposti Phil Murphy e Jack Ciattarelli per l’ultimo faccia a faccia prima delle elezioni. Quest’ultimo, avvenuto in una sala ancora una volta gremita e in tumulto, ma con regole più rigide per i candidati e tempi più serrati, non ha in realtà aggiunto molto al disegno tratteggiato dal primo confronto tra i due.

Quanto emerge dai dibattiti è che, sebbene non tutte le politiche dell’attuale governatore siano popolari tra gli elettori, il candidato repubblicano fatica ad affermarsi. Ciò avviene probabilmente grazie alla notorietà raggiunta da Murphy negli anni e a causa della mancanza, da parte di Ciattarelli, di promesse altisonanti, oltre che per il suo carattere riflessivo e pacato, più simile alla calma riflessiva di Romney dei dibattiti contro Obama che all’arroganza di Trump nel 2020; tutte qualità, queste, diventate forse anacronismi nella destra del post-trumpismo. Come a confermare questo quadro complessivo, i più recenti sondaggi danno Murphy molto più avanti di Ciattarelli, il quale, nonostante tutto, sembra restare sconosciuto in New Jersey.

Insomma, nonostante i candidati si comportino come se una vittoria repubblicana fosse un’ipotesi plausibile, a pochi giorni dalle elezioni il risultato pare più che mai prevedibile e difficilmente si potrebbe immaginare un cambio di colore dello Stato conteso.

 

Fonti e approfondimenti

Daniel han, Katherine landergan, Oliver, Allen spar over abortion, guns during lieutenant governor debate, Politico 05/10/2021.

David Wildstein, Independent Lt. Governor candidates say both parties have failed to solve New Jersey’s problems. Libertarian Eveline Brownstein, Green Party’s Heather Warburton make case for new ideas, New Jersey Globe 12/10/2021.

Katherine Landergan, Daniel Han and Matt Friedman, Murphy, Ciattarelli spar over Covid policies, abortion during second gubernatorial debate, Politico 12/10/2021.

Matt Friedman, Tempers flare as Murphy, Ciattarelli face off, Politico 28/09/2021.

 

Editing a cura di Matilde Mosca

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