Conosciuta come “Didi” (“sorella maggiore”), affettuoso soprannome datole dai suoi sostenitori, Mamata Banerjee è dal 2011 la prima donna a ricoprire il ruolo di Prima ministra nel Bengala Occidentale.
Eletta quest’anno per il terzo mandato di fila, è ormai considerata dai più l’unica leader in grado di poter sfidare l’attuale Primo ministro indiano, Narendra Modi, alle prossime elezioni generali del 2024. Nel suo immancabile sari (tradizionale vestito femminile indiano) di cotone bianco e con ai piedi semplici sandali di gomma, Mamata si è sempre contraddistinta per uno stile di vita sobrio e posizioni vicine alla popolazione contadina. In un anno in cui proprio questo segmento della popolazione indiana è stato sotto i riflettori a causa delle proteste contro l’introduzione di alcune leggi agrarie volute dal governo Modi, Didi non poteva non giocare un ruolo di primo piano a sostegno delle rivendicazioni degli agricoltori.
Un tocco d’arte in politica
Al di fuori del suo Paese, forse pochi conoscono la vena artistica di Mamata. Pittrice autodidatta, scrittrice e poetessa, con il ricavato dalla vendita delle proprie opere ha finanziato progetti di assistenza a bambini e donne in difficoltà economica. Ha pubblicato a oggi 102 libri, molti dei quali sono collezioni di poesie sui temi più disparati. Ogni battaglia politica di Mamata è accompagnata da versi poetici pubblicati sui canali social e diffusi in breve in tutto il Paese: i suoi sostenitori più fedeli conoscono a memoria intere sue poesie. «L’arroganza è finita. Il caldo, la pioggia e le notti sono passate e il suono delle armi ha strappato molte vite» è la traduzione dei versi bengali scritti subito dopo la revoca delle tre leggi agrarie da parte di Modi, a novembre di quest’anno. Rivolgendosi a tutti gli agricoltori, Mamata ha così voluto dedicar loro dei versi per festeggiarne la vittoria: «I diritti del cibo di coloro che creano il cibo devono esser loro restituiti. La rivolta dei contadini ha avuto successo. I vostri sogni non vi saranno portati via».
Sempre al fianco degli agricoltori
Prima di quest’anno, Didi si era già resa protagonista di altre battaglie al fianco della popolazione contadina. In particolare, è stato cruciale il suo intervento a Nandigram (2007) e Singur (2008), due casi di land grabbing in cui la popolazione fu espropriata con la violenza della propria terra, che lo Stato aveva deciso di trasformare in Zone economiche speciali (ZES). Una delle prime misure adottate come Prima ministra, nel 2011, era stata proprio quella di restituire la terra agli agricoltori legittimi proprietari. Quest’anno, dunque, non ha esitato a unirsi alla voce dei contadini che chiedevano il ritiro delle nuove leggi, che con l’obiettivo di liberalizzare il commercio agricolo minano ogni forma di tutela nei confronti dei piccoli agricoltori. Presente più volte agli incontri dei leader delle proteste, Mamata ha espresso subito la sua disapprovazione verso l’operato di Modi, affermando che lo Stato dovrebbe istituire delle piattaforme di dialogo con i diretti interessati dalle riforme che intende attuare, da lei definite come “anti-agricoltori”.
Didi e Modi, odi et amo
Dall’opposizione alle leggi agrarie, Mamata si spinge poi in una più ampia critica dell’operato dell’attuale Primo ministro e del suo partito, il Bharatiya Janata Party (BJP), con il quale in passato invece le era stato comodo allearsi. La recente ondata di privatizzazioni voluta da Modi è stata oggetto di una di queste critiche: Didi ha affermato pubblicamente che un Primo ministro non ha il diritto di vendere beni nazionali, che appartengono a tutti i cittadini. D’altro canto, però, la politica bengalese non rinuncia del tutto a un rapporto amichevole con il suo probabile futuro rivale, continuando a inviargli ogni anno in dono dolci ed eleganti kurtas (abito tradizionale indiano). Quando, però, in seguito a un battibecco politico Modi aveva menzionato pubblicamente questa sua abitudine, Didi non gliel’ha fatta passare liscia, affermando che la prossima volta avrebbe regalato al Primo ministro dolci fatti di terra con dei sassolini al posto di anacardi e uva passa, affinché potesse rompersi i denti. Appena qualche mese dopo, come se niente fosse successo, Didi torna invece a mostrarsi cordiale e invita Modi a inaugurare l’incontro annuale dei principali gruppi industriali del Bengala Occidentale, il Bengal Global Business Summit. A luglio di quest’anno, al posto dei sassolini, ha inviato in dono le migliori varietà di mango bengalese.
Forse Mamata sa di aver ormai conquistato una posizione forte e influente a livello nazionale e di essersi guadagnata una certa fama anche a livello internazionale. Del resto, è stata l’unica leader indiana invitata alla conferenza mondiale di Pace che si è tenuta a Roma lo scorso 7 ottobre, anche se il governo centrale le ha negato di partecipare – “per gelosia”, stando a quanto sostiene Mamata. In effetti lei è stata invitata e Modi no… Questo la dice lunga sullo stato attuale dei rapporti di forza tra i due leader e supporta la tesi secondo cui Didi si appresta a emergere come possibile futura guida della nazione.
Fonti e approfondimenti
Datta, The changed dynamics of the Mamata-Modi meeting, India Today, 24/11/21.
Elections.in Mamata Banerjee Biography .
Banerjee, My self: a collection of poetry, BEE Books, 2019.
Banerjee, My journey, BEE Books, 2018.
Editing a cura di Elena Noventa
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