Legge USA e disastri ambientali: il caso Chevron

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Continuando ad analizzare il rapporto tra la normativa degli Stati Uniti d’America e i disastri ambientali, è necessario trattare il caso (o meglio, i casi) della Chevron Corporation (già citata in un evento riguardante l’Ecuador), un’azienda petrolifera statunitense costituita nel 1911 in California in seguito alla dissoluzione della Standard Oil Company, per opera dello Sherman Antitrust Act del 1890.

La Chevron è stata protagonista, nel corso degli anni, di una serie di incidenti durante i lavori di estrazione del petrolio, che hanno provocato ingenti danni all’ambiente circostante ma anche agli abitanti della California, uno Stato che ogni anno è vittima anche di gravissimi incendi. 

Gli episodi più rilevanti riguardano la raffineria di Richmond e, più recentemente, il Cymric Oil Field a circa 35 miglia a ovest di Bakersfield.

Gli incidenti di Richmond

Una delle raffinerie della Chevron, a Richmond in California, ha affrontato due gravi incidenti che hanno avuto un forte impatto sulla salute della popolazione. 

Nel 1999, la raffineria ha subito un’esplosione, con conseguente incendio, che ha mandato in ospedale più di 1.200 residenti di Richmond. Nel 2012, la storia si è ripetuta quando un incendio nello stabilimento ha ricoperto l’area di fumi nocivi: nei giorni seguenti, 15.000 persone nella zona hanno avuto bisogno di cure mediche per problemi respiratori. I residenti avrebbero poi appreso che un tubo corroso era fuoriuscito ed esploso.
La Chevron, che ha ripreso la piena attività l’anno successivo, è stata infine multata di 2 milioni di dollari per l’incidente e ha dichiarato di non contestare sei accuse penali, inclusa la mancata “correzione delle carenze” nelle apparecchiature. Come già visto nelle cause dei disastrosi incendi californianii, anche qui si evidenzia il rilievo della carenza di interventi di manutenzione sugli impianti.

Il disastro di Kern County

Nel 2019 invece, la perdita di un pozzo della Chevron ha causato l’inondazione di ben 794.000 galloni di petrolio e acqua in un torrente californiano nella contea di Kern County, in una zona dove l’azienda utilizzava una tecnica di estrazione estrema, chiamata iniezione di vapore, il quale ammorbidisce il grezzo denso in modo che possa fluire più facilmente; un processo diverso dal più comune fracking, che rompe gli strati sotterranei di roccia.

Nel report inviato al Governor’s Office of Emergency Services, la Chevron ha dichiarato che la perdita è avvenuta a causa di un pozzo danneggiato in più parti, forse in momenti diversi, anche perché la fuoriuscita, che inizialmente non sembrava rilevante, è poi peggiorata. Nella relazione è riportata anche la quantità di petrolio e acqua versati e la composizione della miscela, a base di un terzo di olio e due terzi di acqua: nonostante la perdita si sia protratta per diversi giorni, secondo l’azienda non ci sono stati danni per acquedotti, falde acquifere e animali. 

Quali sono state le conseguenze di questo disastro? Un avviso di violazione e l’ordine di interrompere i lavori di estrazione nell’area colpita, adottando misure preventive per il futuro. Inoltre, l’azienda ha sostenuto i costi di pulizia, sotto la supervisione statale. 

Tutto questo è successo nonostante i controlli della DOGGR, the Division of Oil Gas and Geothermal Resources, responsabile della regolamentazione dell’industria petrolifera in California, che ha diminuito le restrizioni su questo tipo di tecniche di estrazione estreme proprio nel 2019. Secondo Last Chance Alliance, che si oppone all’industria petrolifera e del gas della California, questo intervento normativo dipende dagli interessi economici, che sempre più spesso vincono sulla salvaguardia dell’ambiente. E questo vale anche per la politica locale: Hollin Kretzmann del Center for Biological Diversity ha affermato «questi incidenti si possono prevenire, ma dovrebbero essere applicate regolamentazioni adeguate».

Questa perdita arriva dopo che un giudice all’inizio del 2019 ha multato Plains All American Pipeline per oltre tre milioni di dollari, per aver causato quella che era considerata la peggiore fuoriuscita costiera della California in 25 anni: in questo caso, un gasdotto corroso ha versato 140.000 galloni di petrolio greggio nel 2015 sulla Refugio State Beach nella contea di Santa Barbara, a nord-ovest di Los Angeles, asfaltando spiagge famose per chilometri, uccidendone la fauna selvatica e danneggiando il turismo e la pesca.

Anche in questo caso non si comprende come sia possibile che la Chevron continui ad essere in attività nonostante quanto accaduto solamente negli ultimi trent’anni.
A dimostrazione della potenza di questa corporation, possiamo citare quanto accaduto a  Steven Donzinger, l’avvocato che  da agosto 2019 si trova agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, privato del passaporto. Il reato commesso da Donzinger? Aver difeso migliaia di indigeni della regione amazzonica dell’Ecuador, vittime delle attività della multinazionale petrolifera. La vicenda ha avuto inizio con la storica pronuncia del 2011 di una corte dell’Ecuador, che ordinò alla compagnia di pagare nove miliardi di dollari per  danni alle persone e all’ambiente provocati dall’inquinamento legato all’estrazione dell’oro nero. Chevron ha contestato la sentenza, accusando Donzinger di corruzione. Nel 2014 un giudice di New York ha stabilito che l’azienda non era tenuta a pagare il risarcimento in Ecuador e Donziger è stato querelato; l’avvocato ha perso l’abilitazione al patrocinio e si è visto congelare i suoi conti correnti.
Va sottolineato che il giudice Lewis Kaplan, il quale ha emesso la sentenza di condanna di primo grado nei confronti del legale, è soggetto a un pesante conflitto di interessi per i suoi investimenti nella Chevron: secondo i suoi documenti finanziari del 2011, il giudice infatti risulta essere tra gli investitori di ben tre fondi JP Morgan che hanno partecipazioni in Chevron. I fondi in questione hanno anche ampie partecipazioni nel settore petrolifero e del gas in generale, inclusi investimenti in Exxon, Marathon, ConocoPhillips, Royal Dutch Shell e Occidental Petroleum: tutte queste società hanno tratto vantaggio dalla vittoria della Chevron.

 

Fonti e approfondimenti

Anguiano, D., “Hundreds of Chevron workers at California refinery go on strike”, The Guardian, 21/03/2022.

Associated Press, “Chevron spills 800,000 gallons of oil, water in California”, New York Post, 13/07/2019.

Canon, G., “A clear danger: oil spill in California city revives calls to cut ties with Chevron”, The Guardian, 11/02/2021.

Manes, L., “Un avvocato troppo scomodo per il gigante petrolifero americano”, ReCommon, 06/05/2021.

Milmann, O., “The lawyer who took on Chevron – and now marks his 600th day under house arrest”, The Guardian, 28/03/2021.

Redazione, “U.S. Judge Kaplan Held Investments In Chevron When He Ruled for Company in Ecuador Pollution Dispute”, Amazon Watch, 29/10/2014.

Renwick, D., “No time for inaction: how a California refinery disaster created a generation of activists”, The Guardian, 07/08/2022.

 

Editing a cura di Cecilia Coletti

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