Inizia dalla Florida la nostra serie di articoli dedicata alle prossime elezioni di medio termine, che si terranno l’8 novembre negli Stati Uniti. Quest’anno le mid-term, banco di prova per il Partito di governo, quello democratico in questo caso, eleggeranno i 435 seggi della Camera dei rappresentanti e 35 dei 100 seggi del Senato, oltre che 36 dei 50 governatori degli Stati federati.
Delle mid-term differenti
Fino a due mesi fa, le proiezioni sulle intenzioni di voto di elettrici ed elettori statunitensi alle future elezioni di medio termine, lasciavano poco spazio all’incertezza: una larga vittoria del Partito repubblicano era data per certa. Una crescente impopolarità di Biden, le divisioni interne ai democratici, la loro incapacità politica di far passare al Congresso importanti provvedimenti legislativi, la fiammata inflazionistica: questi e altri fattori sembravano rendere inevitabile la riconquista repubblicana della Camera dei rappresentanti e del Senato.
Ora, sebbene i repubblicani siano ancora i favoriti delle prossime elezioni, la loro vittoria non appare più così automatica. Alcuni degli ultimi provvedimenti proposti dall’amministrazione Biden e poi approvati, la forte mobilitazione popolare organizzata per l’abrogazione della sentenza Roe vs Wade, hanno intaccato le certezze repubblicane, messe in pericolo anche dall’interno, con la perquisizione dell’FBI della villa di Donald Trump a Mar-a-Lago (proprio in Florida). L’adozione dell’Inflation Reduction Act, il taglio di 20.000 dollari individuali sul debito studentesco e la proroga fino al 31 dicembre dello stop al suo pagamento, hanno fatto sì che i democratici, soprattutto i candidati più progressisti, possano riuscire a convincere quelle fasce di elettori, come i giovani, meno inclini a recarsi alle urne l’8 novembre.
The Sunshine State
In Florida, lo Stato più a sud est degli Stati Uniti, la sfida tra repubblicani e democratici è tra le più interessanti da osservare. Da un punto di vista politico, la Florida non ha mai brillato di un colore rosso vivo (il colore del Partito repubblicano) e si è più volte contraddistinta per essere uno di quegli Stati da sempre in bilico, uno swing state: nessun candidato presidenziale l’ha vinta con più di cinque punti percentuali in questo secolo. Alle ultime elezioni, Joe Biden l’ha persa per meno di 3,5 punti percentuali. Negli scorsi anni, gli elettori hanno approvato con ampi margini una serie di iniziative elettorali progressiste, tra cui la riabilitazione dei detenuti, la legalizzazione della marijuana medica e l’aumento del salario minimo. Tuttavia, negli ultimi due anni, l’identità politica e sociale dello Stato sta cambiando a un ritmo frenetico.
Da swing state, la Florida è diventata progressivamente territorio repubblicano. Le discussioni sull’orientamento sessuale e l’identità di genere sono vietate nelle scuole elementari che sono state limitate anche nella spiegazione del razzismo e di alcuni periodi storici. I professori di ruolo delle università pubbliche sono stati sottoposti a nuove revisioni dei propri programmi di insegnamento. L’aborto è vietato già dopo le 15 settimane. La trasformazione è avvenuta negli ultimi due anni, quando il governatore Ronald DeSantis, eletto nel 2018, è riuscito a far approvare le proprie politiche, che un tempo sembravano impensabili per la Florida.
Nel 2020, DeSantis ha cavalcato l’onda del malcontento per le politiche contro la pandemia di Coronavirus, scommettendo sul fatto che la prosperità economica e le libertà individuali sarebbero state più importanti per gli elettori nel lungo periodo rispetto al sostegno della salute pubblica. Più di 73.000 abitanti della Florida sono morti di Covid-19, eppure i sondaggi di opinione hanno mostrato che DeSantis e molte delle sue scelte politiche prese durante la pandemia rimangono ancora abbastanza popolari.
La rapida e inaspettata inclinazione a destra dello Stato poi, è anche avvenuta mentre la Florida si è arricchita di nuovi residenti. Tra il luglio 2020 e il luglio 2021 infatti, sono arrivate circa 260.000 persone in più rispetto a quelle partite, una migrazione nettamente superiore a quella di qualsiasi altro Stato. La tendenza è iniziata prima della pandemia, ma è sembrata accelerare quando i lavoratori lontani hanno cercato un clima caldo, tasse basse e poche restrizioni sanitarie.
Demings vs Rubio
Sebbene l’orientamento politico della Florida sia chiaro a livello governativo, è interessante mettere a confronto i due candidati in corsa per il seggio del Senato: Val B. Demings e Marco Rubio, entrambi già eletti a Capitol Hill, soprattutto per la narrativa utilizzata nelle rispettive campagne elettorali. Il modo in cui un candidato sceglie di raccontarsi infatti, può diventare uno degli elementi di successo della campagna stessa.
In questo caso, entrambi i candidati hanno scelto di presentarsi attraverso il racconto del proprio “American dream”: il duro lavoro, il coraggio, la determinazione che li hanno aiutati a raggiungere un migliore tenore di vita rispetto a quello delle famiglie. Tutti e due, inoltre, hanno scelto di ricandidarsi affinché ciascun abitante della Florida abbia ancora la possibilità di inseguire il sogno americano.
“Never tire”, mai stancarsi, è il motto scelto da Valdez Venita, “Val” Demings, candidata democratica e già membro della Camera dei rappresentanti dal 2017. Demings nasce a Jacksonville, una delle città più popolose della Florida: è stata la prima della sua famiglia ad andare all’università, lavorando in un fast food per pagarsi gli studi. Dopo la laurea, diventa un’assistente sociale e sceglie poi di entrare nella polizia dove presta servizio per ventisette anni, arrivando a guidare la Divisione Operazioni Speciali. Nel 2007 diventa la prima donna a capo della polizia della città.
Marco Rubio, lo sfidante repubblicano, è l’attuale senatore della Florida, in corsa per quello che diverrebbe il suo terzo mandato consecutivo per questa carica. Nato a Miami, da genitori cubani, emigrati negli USA nel 1956, Rubio ha conseguito una laurea presso l’Università della Florida nel 1993 e un dottorato in giurisprudenza presso l’Università di Miami. Prima di essere eletto alla Camera dei Rappresentanti della Florida nel 2000, era funzionario amministrativo del distretto occidentale di Miami.
Programmi elettorali
In entrambi i programmi elettorali è centrale il tema della pandemia, descritta come momento di grave crisi, soprattutto economica, dal quale la Florida non può però che risalire. Per questo i candidati prevedono di garantire l’accesso ad aiuti economici soprattutto per le piccole e medie imprese dello Stato. Sia Demings, sia Rubio considerano importante il tema della sicurezza pubblica, prevedendo un aumento dei fondi per le forze di polizia e anche della sicurezza nazionale: la Florida è la quindicesima economia mondiale, con legami commerciali in tutto il mondo e soprattutto con il Centro e Sud America. Ciò che accade al di fuori dei confini statunitensi, si ripercuote direttamente sull’economia interna e per questo Rubio e Demings ambiscono a garantire e tutelare gli interessi dei lavoratori della Florida. I programmi elettorali divergono invece, sulle tematiche dell’accesso alla sanità pubblica e della lotta ai cambiamenti climatici, entrambi presenti nel programma della Demings e assenti invece in quello di Rubio, che sceglie di impegnarsi in modo specifico sulla garanzia di fondi economici per la ricostruzione successiva al passaggio di uragani che colpiscono ogni anno la Florida.
Finanziamenti e presenza territoriale
Al momento il candidato repubblicano è il favorito dai sondaggi: Rubio gode di un solido passato come senatore dello Stato, favorito anche dalla guida repubblicana del governatore De Santis. Il fattore che ha aumentato la competizione tra i due è stato la somma totale dei fondi elettorali raccolti: 48 milioni di dollari per la Demings, contro i 36 milioni di Rubio. Un record per una candidata democratica in Florida. Ciò che sembra fare la differenza per una vittoria finale però, è la presenza territoriale del Partito repubblicano in Florida. Se la candidata democratica ha un solo ufficio di rappresentanza a Orlando, quelli dell’attuale senatore sono ben otto, uno in ognuna delle principali città della Florida. Segnale questo, di un processo di radicamento sul territorio del Partito repubblicano sul quale invece la candidata democratica non può fare affidamento.
Fonti e approfondimenti
Christensen, D., After years in office, Sen. Marco Rubio still baffled by campaign law, Florida Bulldog, 11/08/2022.
Demings, V., sito istituzionale.
Dixon, M., Money isn’t everything: Demings hauls in cash but Rubio holds firm, Politico, 24/08/2022.
Graham, D. A., How Florida turned from purple to red, The Atlantic, 27/04/2022.
Mazzei, P., How DeSantis transformed Florida’s political identity, The New York Times, 28/04/2022.
Rubio, M., sito istituzionale.
Editing a cura di Matilde Mosca