C’è un’opposizione in Russia oggi?

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Immagine generata con supporto AI © Lo Spiegone CC BY-NC

Venerdì 15 marzo si andrà al voto in Russia, in elezioni dal risultato già scontato. Quello di Navalny è solo l’ultimo caso di oppositori morti, imprigionati o finiti in esilio. Il controllo del regime di Putin permea la società russa, restringendo le libertà. C’è quindi oggi un’opposizione in Russia oggi?

Il carcere come strumento di repressione

Dopo la morte di Alexei Navalny, la vedova Yulia Navalnaya si è fatta portavoce dell’opposizione al regime. Ospitata al Parlamento europeo, ha sostenuto la sua causa, per poi invitare i cittadini russi a protestare domenica 17 marzo, nel terzo giorno di elezioni che consegneranno a Putin un altro mandato di sei anni.

Non c’è solo Yulia Navalnaya. Molti critici e oppositori di Putin oggi sono dietro le sbarre. È il caso di Vladimir Kara-Murza, condannato a 25 anni per essersi espresso contro la guerra, dopo un’accusa di “tradimento” per aver tenuto un discorso negli Stati Uniti in cui ha affermato che la Russia aveva commesso “crimini di guerra” in Ucraina. Già nel 2015 e nel 2017 i servizi segreti russi avevano provato ad avvelenarlo.

Anche Ilya Yashin, politico d’opposizione, è stato condannato a 8 anni e mezzo di prigione nel dicembre del 2022 dopo avere sollevato critiche sulla guerra in Ucraina. Alleato di Boris Nemtsov, oppositore di Putin ucciso nel 2015 a colpi d’arma da fuoco a Mosca, a Yashin sono costate caro le sue dichiarazioni di condanna verso il massacro di Bucha

Lilia Chanysheva e Ksenia Fadeyeva, alleate di Navalny, stanno scontando condanne rispettivamente a 7 anni e mezzo e 9 anni per “estremismo”. Igor Girkin è stato imprigionato, dopo aver trascorso mesi attaccando i leader militari russi per non aver portato avanti la guerra in Ucraina in modo più aggressivo. Girkin aveva comandato i ribelli filo-Mosca nell’Ucraina orientale nel 2014 e aveva intenzione di candidarsi contro Putin alle elezioni presidenziali.

In esilio dal proprio Paese

Molti altri, impauriti dalla prospettiva del carcere, hanno scelto la via dell’esilio. Persone che il Cremlino ha dipinto come burattini finanziati dall’Occidente. Mikhail Khodorkovsky, magnate del petrolio che ora vive a Londra, è tra le voci che cercano di costruire un’opposizione dall’estero

Ma ci sono anche altre figure. Mikhail Kasyanov, Primo ministro dal 2000 al 2004, nella lista degli agenti stranieri e membro del Comitato russo contro la guerra, vive in Inghilterra da anni. A Kasyanov venne impedito di candidarsi alle elezioni del 2008 poiché le autorità ritennero che ci fossero firme false tra la sua documentazione elettorale.

Altri compagni di Navalny stanno inoltre conducendo la loro campagna dall’esilio. Come il suo ex capo dello staff Leonid Volkov. Oppure Ivan Zhdanov, che guidava la Fondazione anticorruzione in Russia, messa fuorilegge, e Maria Pevchikh, presidente dell’organizzazione internazionale di Navalny.

Fino ad arrivare alla leggenda degli scacchi e grande oppositore di Putin Garry Kasparov, il quale ha definito la Russia “fascista”, e che vive negli Stati Uniti da più di un decennio. Nel tempo è diventato il capo di varie fondazioni internazionali per i diritti umani.

Pochi spiragli nella repressione

Dopo la scomparsa di Navalny, si sono sollevate alcune proteste in Russia che hanno portato all’arresto di centinaia di persone. Parlare di una qualche “ribellione” però è almeno oggi quanto meno azzardato. A silenziare il dissenso è la paura di incorrere nell’ira poliziesca che ha intensificato una feroce repressione, infliggendo pene detentive pesanti.

La chiusura di notiziari indipendenti e il blocco delle piattaforme social media contribuiscono alle operazioni di censura del regime. Per non parlare della fuga di decine di migliaia di russi dalla coscrizione, che diminuisce le possibilità di opposizione. I russi in esilio poi non sono riusciti a formare una forza alternativa

Ma non bisogna pensare che Putin non goda di consenso in patria. Molti aderiscono alla narrazione russa sulla guerra e non solo. In un sondaggio del febbraio 2021 condotto dal Levada Center, solo il 19% dei russi approvava che Navalny denunciasse il regime di Putin, mentre il 56% lo disapprovava. Anche per questo, il 17 marzo Putin verrà rieletto nuovamente.

 

Fonti e approfondimenti

Burrows, E., “Most of Russia’s opposition is either dead, in exile abroad or in prison at home. What happens now?”, Associated Press, 19/02/2024

The Japan Times, Putin’s opposition: Dead, jailed or exiled, 12/03/2024

Ziener, M., “Russia’s opposition is united against Putin but divided over basically everything else”, NBC News, 22/02/2024