Il Partito repubblicano sta guadagnando consenso

trump
The Epoch Times - Flickr - CC BY-NC 4.0

Il Partito repubblicano negli Stati Uniti sta guadagnando consenso. Lo rivela un’indagine del Pew Research Center, che ha esplorato l’identificazione partitica tra gli elettori registrati al voto, osservando come questa sia cambiata nel tempo nei diversi gruppi. 

I repubblicani avanzano 

Nel periodo precedente alle elezioni del 2020, una fetta maggiore di elettori si è identificata come democratica. Tuttavia, nella fase finale di questo quadriennio targato Biden, quel divario si è ridotto. Gli Stati Uniti appaiono ora divisi quasi equamente tra i due partiti. I numeri indicano un 49% di elettori registrati favorevoli ai democratici, contro il 48% che sostiene i repubblicani. 

Secondo il nuovo rapporto, i repubblicani hanno ottenuto un significativo aumento tra gli elettori senza laurea, tra quelli che vivono nelle aree rurali del Paese e tra i bianchi evangelici. Allo stesso tempo, i democratici sono riusciti a tenere botta in gruppi chiave, come gli elettori neri e i più giovani, guadagnando terreno tra gli elettori con istruzione universitaria.

Nel rapporto inoltre emerge il fatto che gli elettori indipendenti tendono a comportarsi come partigiani anche se rifuggono l’etichetta, nei confronti del partito verso cui tendono. Però non sempre la registrazione, nella scelta fra una parte e l’altra, si riflette effettivamente in una scelta ai seggi. Se un elettore esprime una preferenza verso i democratici in fase di registrazione, non per forza poi nella cabina elettorale voterà per loro. E viceversa. 

Come cambia il voto 

Durante l’amministrazione Trump, la coalizione democratica è cresciuta, arrivando a centrare risultati rilevanti nelle elezioni di medio termine del 2018 fino alla vittoria di Biden nel 2020. I repubblicani, già dopo la seconda vittoria di Obama nel 2012, compresero la necessità di dover allargare il consenso fra le comunità nere e ispaniche per avere maggiori possibilità di vittoria.

Dodici anni dopo, il partito ha ottenuto alcuni piccoli guadagni tra gli elettori ispanici. Ma è stata la crescita della classe operaia bianca e degli elettori rurali che li ha spinti a raggiungere un sostanziale pareggio nei numeri con i democratici. Sebbene, sul lungo periodo, la diminuzione della classe operaia fra gli elettori potrebbe non garantire sostenibilità.

Fino a due decenni fa i Dem avevano un leggero vantaggio tra gli elettori senza laurea, mentre gli elettori con istruzione universitaria erano più equamente ripartiti tra le due fazioni. A partire dagli anni 2010, gli elettori senza laurea, in particolare fra i bianchi, si sono spostati sempre più verso i repubblicani. Quasi due terzi di tutti gli elettori bianchi senza istruzione universitaria si identificano ora con il partito. Anche fra le donne bianche hanno aumentato il consenso, tanto da staccare i democratici di 10 punti percentuali.

Il voto fra le minoranze

Fra gli ispanici, il 61% degli elettori si identifica come democratico o tende verso i Dem, in calo rispetto al quasi 70% registrato nel 2016. Un cambiamento dovuto alla tendenza repubblicana che appare più evidente tra coloro i quali non hanno una laurea o che si identificano come protestanti. Inoltre i cambiamenti demografici interni al gruppo fanno sì che ci sia sempre un certo dinamismo, con circa un terzo degli elettori ispanici che nel 2016 non erano nemmeno parte dell’elettorato. 

Per quanto riguarda gli elettori afroamericani, questi sono ancora in grande maggioranza associati al Partito Democratico: l’83% di questi si identifica come democratico o tendente verso i dem. C’è stato tuttavia un piccolo calo del 5% rispetto al 2020. Tra gli uomini neri invece solo il 15% attualmente si identifica come repubblicano. La stessa percentuale di 30 anni fa. 

Una sfida meno attrattiva 

Certo rimane la possibilità che questi numeri riflettano la mancanza di primarie combattute o comunque attrattive.  Se nel 2020 vi era una grande attesa per il risultato delle primarie democratiche, in questo 2024 i repubblicani si trovano in una situazione differente. Trump ha letteralmente fagocitato i suoi avversari. 

Molti indipendenti con tendenza democratica erano più propensi a registrarsi come democratici nel 2019 rispetto a oggi. Lo stesso vale per i repubblicani nelle (non) primarie di quest’anno. In entrambi i casi, la mancanza di alternative potrebbe tradursi in una minore attrattività da parte degli indipendenti. 

 

Fonti e approfondimenti

Cohn, N., “Share of Democratic Registrations Is Declining, but What Does It Mean?”, The New York Times, 16/03/2024

Igielnik, R., “More Voters Shift to Republican Party, Closing Gap With Democrats”, The New York Times, 09/04/2024

Pew Research Center, “Changing Partisan Coalitions in a Politically Divided Nation”, 09/04/2024