Una lettera per trasferire i migranti

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Un gruppo di Stati membri dell’Unione europea, guidati da Repubblica Ceca e Danimarca, sta preparando una lettera per la Commissione. Il gruppo chiederà di trasferire i migranti che cercano di raggiungere l’Europa all’interno di Paesi terzi selezionati, prima di toccare le coste europee. 

Procedura che sarebbe difficile da applicare in base all’attuale legislazione europea sull’immigrazione. E che mira a replicare il modello italo-albanese del 2023 in Europa.

Tra i firmatari anche l’Italia

I firmatari chiederebbero accordi con Paesi terzi ai quali gli Stati membri dell’Ue potrebbero inviare i migranti intercettati in mare. I quali, diretti in Europa senza i documenti necessari, non raggiungerebbero neppure le coste del continente.

Il piano prevede anche il trasferimento di coloro che si trovano già in un Paese europeo che non hanno ottenuto il diritto all’asilo, in uno al di fuori dell’UE. Qui rimarrebbero fino a quando non potranno essere espulsi in un secondo momento.

Secondo quanto appreso da Euractiv, il contenuto della lettera è condiviso dalla maggioranza degli Stati membri. Tra questi i Paesi Bassi, gli Stati baltici e anche l’Italia.

Cosa prevede l’accordo Italia-Albania

Fu proprio l’Italia di Giorgia Meloni il primo Paese a firmare, il 6 novembre 2023, l’accordo bilaterale con l’Albania sull’esternalizzazione delle procedure migratorie. Questo mira alla costruzione di due centri di detenzione sul territorio albanese. L’Albania tratterrà qui le persone intercettate o soccorse in mare dalle navi di Stato italiane. 

Tali strutture dovrebbero essere realizzate a spese dell’Italia, gestite “secondo la pertinente normativa italiana ed europea” e collocate nell’area portuale di Shëngjin e nella città di Gjadër. A Shëngjin si prevede l’attivazione di un centro di prima accoglienza (hotspot) dove le autorità italiane provvederanno alle procedure di sbarco e di identificazione. A Gjadër verrà realizzata una struttura sul modello dei centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr). In cui saranno accolti i migranti non aventi diritto all’ingresso e alla permanenza nel territorio italiano.  

L’idea di esternalizzare la gestione delle pratiche di asilo in Paesi esterni all’Ue è ovviamente fortemente criticata dagli esponenti dell’opposizione. In particolare il Partito democratico, lo scorso 10 aprile, si è distinto per aver votato contro il Patto migrazione e asilo, in controtendenza rispetto al resto del gruppo S&D.

In cosa consiste il patto migrazione e asilo UE

Il dibattito sull’esternalizzazione è entrato nel vivo poco dopo che il Parlamento europeo ha approvato il nuovo Patto, che gli Stati membri dovrebbero approvare formalmente il 14 maggio.

Il Patto include nove atti legislativi e la normativa sulla gestione dell’asilo e della migrazione come elemento principale, volta a sostituire il Regolamento di Dublino. Un trattato internazionale che impedisce ai richiedenti asilo di presentare domande in più Stati membri. Il suo principio base, ovvero che i migranti possono chiedere asilo solo nel Paese in cui si arriva, rimarrà in vigore. 

Il nuovo pacchetto accelera le procedure di asilo alle frontiere dell’Ue, impone nuovi e rigidi sistemi di screening e prevede il rimpatrio, nei rispettivi Paesi, delle persone che non hanno i requisiti per la protezione internazionale. 



Fonti e approfondimenti

Moriero, F., “Il Parlamento europeo approva il patto sui migranti”, Lo Spiegone, 15/04/2024

Zachová, A., Plevák, O., N’tsia, S. & Cantarini, S., Gli Stati membri spingono per esternalizzare le procedure di migrazione verso Paesi terzi”, Euractiv, 6/05/2024

 

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