La Lituania, il Partito dei Contadini e la Russia

Dopo le elezioni politiche del 23 ottobre gli assetti della politica interna lituana sono enormemente cambiati: i partiti tradizionali, come il Partito SocialDemocratico di Lituania e l’Unione della Patria – Democratici Cristiani di Lituania, che si sono alternati al governo dal 1990, hanno subito un crollo dei consensi molto elevato a causa dello scandalo corruttivo agli inizi del 2016, che ha coinvolto entrambi i partiti.
Gli ultimi suffragi hanno così visto come vincitore un movimento che, fino ad oggi, si trovava ai margini del dibattito politico con una rappresentanza esigua nella Seimas (Parlamento unicamerale lituano): l’Unione dei Contadini e dei Verdi di Lituania.

Con circa il 40% dei suffragi e 57 seggi su 141 nella Seimas, l’Unione dei Contadini e dei Verdi (LVŽS) si trova oggi a guidare il governo formato con la collaborazione dell’ormai ridimensionato Partito SocialDemocratico. Un successo inaspettato per il giovane partito centrista di ispirazione ambientalista ed erede dello storico Partito Contadino, in quanto alle precedenti elezioni del 2012, il LVZS raggiunse appena il 4% con un solo seggio.

Il ruralismo è un’ideologia tradizionale tipica dei movimenti politici dei contadini, di difficile collocazione politica in quanto non omogeneo: ci sono stati partiti contadini sia progressisti che conservatori. Questi movimenti agrari hanno raggiunto l’apice nella prima parte del novecento, mobilitando masse di contadini e lavoratori, fino a quando l’industrializzazione non ha spostato la forza lavoro dal settore primario a quello secondario. Dagli anni ’50 in poi, i partiti contadini sono stati assimilati sia ai partiti socialisti che ai partiti popolari, spesso legati anche all’ispirazione religiosa. Non mancano poi i casi in cui questi movimenti agrari si sono avvicinati alle posizioni ambientaliste/ecologiste, come appunto l’Unione dei Contadini e dei Verdi di Lituania, oppure il Partito Agrario Ambientalista Albanese.

Come ha fatto questo piccolo movimento a trasformarsi nel partito di maggioranza di governo?

Nel corso del 2015-2016 uno scandalo corruttivo a livello locale ha coinvolto quasi tutti i partiti dai socialdemocratici, ai liberali. Un’indagine sulle attività del centro di cura “Aqua“, posseduta dal comune di Druskininkai, ha evidenziato come il governo locale abbia sostenuto le pratiche illecite del centro in cambi di favore e tangenti.

In uno studio del 2015 di Transparency International-Lituania sulla trasparenza delle 40 aziende comunali più grandi gestite dal paese, Aqua è stata la peggiore. Questo caso sottolinea si la presenza della corruzione a livello di governo locale, ma anche un problema ancora più profondo nei comuni che non hanno competitività politica e sono inclini alla fedeltà al partito: infatti il comune di Druskininkai è governato da Ričardas Malinauskas dal Partito SocialDemocratico dal 2000.

La candidatura a Primo Ministro di Saulius Skvernelis, politico indipendente tra i più apprezzati dai cittadini lituani e ministro degli interni nel 2014, ha fatto si che l’Unione dei Contadini vincesse l’elezioni. Un leader filo-europeista e pro-Nato che ha promesso di aumentare la spesa per la difesa del paese al di sopra della soglia del 2% del PIL dopo il 2018. Dopo l’annessione della Crimea da parte della Russia nel 2014, le repubbliche baltiche, specialmente la Lituania, già caratterizzate da un vero e proprio complesso di insicurezza nei confronti di Mosca, temono per la propria sovranità e indipendenza.

Vilnius teme per la propria sicurezza a causa della vicinanza con l’enclave russa di Kalingrad, una delle zone più militarizzate d’Europa. Nel 2008 la Lituania aveva tolto l’obbligo del servizio di leva, ma il coinvolgimento militare della Russia in Ucraina, ha fatto si che riprendesse l’addestramento obbligatorio per tutti, uomini e donne. Nonostante l’articolo 5 del Trattato Nato garantisca assistenza a ogni Stato membro sotto attacco, Lituania e Polonia hanno dunque chiesto un rafforzamento della presenza militare nella regione: La NATO ha infatti inviato una nuova forza multinazionale di 4.000 uomini, quattro battaglioni composti prevalentemente da soldati di Canada, Germania, Regno Unito e Stati Uniti.

Dal punto di vista della politica interna il Primo Ministro Skvernelis ha presentato un piano d’azione per aumentare l’occupazione dall’attuale 69,3% al 72% entro il 2020, abbassando il tasso di disoccupazione dal 8,7 al 5,4%. Uno dei problemi che attanaglia la “tigre baltica” è la forte emigrazione causata dalla disoccupazione e dai bassi salari e dalla crisi economica del 2009: infatti in circa 10 anni la popolazione è passata dai 3,3 ai 2,8 milioni di abitanti.

A due anni dall’entrata nell’eurozona, la Lituania è riuscita ad integrarsi nel mercato unico contribuendo a rafforzare gli scambi e ridurre i costi di cambio valuta. L’ingresso di Vilnius completa l’integrazione economica della regione baltica e si aspetta di diventare un polo attraente per gli investimenti esteri diretti, grazie ad un debito pubblico minore rispetto alla media europea. I parametri di Maastricht prevedono un tetto massimo pari al 60% del Pil, ma quasi nessuno rispetta le direttive, si va dal 77% della Germania al 92,2% della Francia passando per il 92,1% della Spagna, mentre la Lituania è ferma al 39%.

 

 

Fonti e Approfondimenti:

https://freedomhouse.org/report/nations-transit/2016/lithuania

http://www.reuters.com/article/us-lithuania-pm-idUSKBN13H133?il=0

http://ec.europa.eu/agriculture/sites/agriculture/files/cap-in-your-country/pdf/lt_en.pdf

http://www.bbc.com/news/world-europe-37745455

http://www.euractiv.com/section/elections/news/lithuanian-farmers-party-agree-on-coalition-with-social-democrats/

http://www.atlanticcouncil.org/blogs/natosource/the-nato-russia-exercise-gap

 

 

 

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