Lo scontro Russia-NATO passa per Kaliningrad

Un carro armato a Kaliningrad
@Dmitriy Fomin - Flickr - License CC BY-SA 2.0

Affacciata sul mar Baltico e schiacciata tra Polonia e Lituania, sorge l’exclave Russa di Kaliningrad; un territorio di 15.100 chilometri quadrati distaccato dal resto della Federazione Russa e circondato da membri della NATO. Un tempo nota come Koninsberg, fiorente città tedesca della Prussia Orientale e luogo natale del filosofo Immanuel Kant, Kaliningrad costituisce ora una delle zone più militarizzate d’Europa. Occupata dalle forze sovietiche nel 1945, la città, ormai quasi totalmente disabitata a causa della guerra, fu ripopolata da cittadini russi e ribattezzata nel 1946 con il nome di  Kaliningrad  in onore di Michail Ivanovic Kalinin, dirigente sovietico e collaboratore di Stalin.

La regione del Baltico è forse uno degli scenari più caldi del confronto tra NATO e Russia, con entrambi gli schieramenti intenzionati ad accrescere la propria capacità militare nella zona. In seguito all’annessione della Crimea avvenuta nel marzo del 2014, Estonia, Lettonia e Lituania hanno iniziato a temere seriamente per la propria indipendenza. Già tradizionalmente caratterizzate da un vero e proprio complesso di insicurezza nei confronti di Mosca, le tre Repubbliche Baltiche sono ora  intimorite dalla possibilità di dover patire prima o poi lo stesso destino della Crimea. Di fatto, come nella penisola del Mar Nero, in Estonia, Lettonia e Lituania, una buona parte della popolazione è composta da russofoni (26% Estonia, 30% Lettonia, 7% Lituania) e il Cremlino considera la tutela delle minoranze russe d’oltre confine come una priorità della propria politica estera.

Tale situazione, ha portato i governi di Tallin, Riga e Vilnius a preparare le proprie forze armate per un’eventuale guerra di difesa, arrivando persino ad effettuare esercitazioni militari in malcelata funzione antirussa. Questo atteggiamento mette a sua volta Mosca in stato di allerta, che infatti si ritiene minacciata dalla presenza di Paesi NATO sui propri confini.

Sulla scacchiera del Baltico, Kaliningrad costituisce sicuramente una pedina fondamentale della strategia del Cremlino  nella regione. Al momento l’exclave ospita la flotta Russa del Baltico, ben due basi aeree (Chernyakhovsk and Donskoye) e migliaia di soldati, permettendo quindi alla Russia di proiettare la propria forza militare sul fianco occidentale della NATO.

Il Cremlino considera questo territorio un perno della propria strategia anti-NATO per diversi motivi:

  1. In caso di scontro militare, le basi aeree e i sistemi di difesa di Kliningrad, impedirebbero alle forze NATO, al momento troppo deboli nella zona, di soccorrere tempestivamente Estonia, Lettonia e Lituania. Mosca sarebbe quindi in grado di isolare e conquistare i tre Paesi Baltici in pochi giorni. Di fatto, le forze armate di Tallin, Riga e Vilnius, non sono in grado di porre una valida resistenza ad un’eventuale avanzata Russa, in quanto del tutto dipendenti dal supporto militare degli altri Paesi della NATO.
  2. Il posizionamento di sistemi missilistici offensivi a Kaliningrad, che si trova in posizione molto avanzata rispetto al resto del territorio della Federazione Russa, consentirebbe a Mosca di incrementare la propria capacità di colpire bersagli strategici, scoraggiando di conseguenza eventuali attacchi da parte della NATO.
  3. Kaliningrad consente alla Russia di aumentare la tensione sullo scenario del Baltico, dando a Mosca una posizione di forza nei confronti della NATO (almeno nella regione) e permettendole quindi di ottenere concessioni sulle diverse questioni su cui Mosca e Occidente si scontrano.

Al fine di recuperare lo svantaggio nella zona del Baltico, nel corso del vertice di Varsavia dell’8-9 luglio 2016, i Paesi della NATO hanno deciso di aumentare la propria presenza militare nell’Europa orientale. La decisione prevede la costituzione di battaglioni multinazionali. Nel 2017 forze statunitensi verranno stazionate in Polonia, mentre centinaia di soldati Britannici verranno inviati in Estonia al fine di scoraggiare una qualsiasi forma di attacco da parte della Russia. I battaglioni multinazionali prevedono la partecipazione anche di 140 militari italiani, i quali verranno inviati in Lettonia nel 2018.

La tensione in Europa orientale sembra quindi salire costantemente. Agli inizi di ottobre, la federazione Russa ha inviato a Kaliningrad diversi esemplari di missili Iskander. Si tratta di un’arma molto sofisticata con un raggio di gittata di 500 km e armabile con testate nucleari. Il posizionamento di missili Iskander nell’avamposto di Kaliningrad ha delle implicazioni strategiche non trascurabili. Infatti,  grazie a questo tipo di arma, i russi sono in grado di minacciare direttamente Berlino e di incrementare la propria potenza di fuoco nella regione. L’intenzione del Cremlino di posizionare Iskander nell’exclave di Kaliningrad era nota già da tempo, ma tale decisione non avrebbe dovuto essere implementata prima del 2018. Il momento scelto per il dispiegamento di questi missili, ovvero poche settimane prima delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, lascia intuire che Mosca stia cercando di assumere una posizione di forza nella regione al fine di aumentare la propria capacità negoziale con la nuova amministrazione USA.

Inoltre, in seguito all’attraversamento a fine ottobre dello Stretto della Manica da parte di Navi da guerra Russe dirette in Siria, il Regno Unito ha deciso di accrescere il proprio impegno nell’Europa Orientale. Il contingente che verrà inviato in Estonia (come stabilito nel summit di Varsavia tenutosi in luglio) è stato aumentato di 150 unità, passando dagli iniziali 650 militari a 800. Il Ministero della Difesa britannico ha anche annunciato l’invio di aerei da guerra Typhoon in Romania.

Frank-Walter Steinmaier, il Ministro degli esteri tedesco, ha sottolineato il proprio sgomento di fronte al rapido deteriorarsi delle relazioni tra Russia e Occidente. «E’ un errore pensare che questa situazione sia simile alla Guerra Fredda. I tempi odierni sono differenti e più pericolosi» ha detto Steinmeier in un’intervista rilasciata ad un quotidiano tedesco. Le stesse considerazioni sono state fatte da Wolfgang Ischinder, diplomatico tedesco che ha servito come mediatore per l’Ucraina. Ischinger ha evidenziato come il pericolo di un confronto militare tra Occidente e Russia sia una possibilità reale. Di fatto, tale diffidenza tra i due schieramenti non si vedeva da decenni.

Il build-up militare nel Baltico sembra non avere fine. L’ipotesi che i due schieramenti abbiano la reale volontà di affrontarsi in una guerra è alquanto improbabile. Ciò nonostante, l’accrescimento delle forze militari sul confine tra Russia e Paesi NATO, nonché lo svolgimento di esercitazioni militari, potrebbero dar luogo a pericolosi incidenti. Russia e USA sono abituati a gestire situazioni di grande tensione. Durante la Guerra Fredda, per più volte, entrambi gli schieramenti hanno saputo mantenere il sangue freddo ed evitare l’esplosione di un conflitto generale. Tuttavia, l’entrata nella NATO di Paesi come Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia rende tutto più difficile da gestire. Tale difficoltà è dovuta a due motivi:

  1. Questi Stati sono terrorizzati dalla possibilità di ricadere ancora una volta sotto il giogo russo. Essi sono quindi portati ad aumentare la pressione sugli altri membri della NATO per ottenere supporto militare e il dispiegamento di forze sul proprio territorio.
  2. La Russia, circondata da nemici sullo scenario Europeo, trova conveniente aumentare la propria capacità offensiva nella regione, come ad esempio già fatto con il dispiegamento di missili Iskander a Kaliningrad.

Se la tensione tra Occidente e Russia continuerà a salire o meno dipenderà dall’atteggiamento che il neoeletto Presidente USA, Donald Trump, terrà col Cremlino. Prima delle elezioni, Trump ha lasciato intendere di voler riaprire il dialogo con Putin, mostrandosi, a dispetto dei suoi comportamenti tipici, come l’uomo giusto a far distendere le relazioni con Mosca. Tuttavia, il nuovo Presidente è una personalità alquanto imprevedibile ed è ancora impossibile dire se le sue dichiarazioni riguardo Putin e la Russia saranno seguite da fatti.

Fonti e Approfondimenti:

http://www.express.co.uk/news/world/728675/Russia-Kaliningrad-Vladimir-Putin-Baltics-state-Europe-enclave-Nato-war-west

http://www.independent.co.uk/news/world/europe/poland-highly-concerned-after-russia-moves-nuclear-capable-missiles-into-kaliningrad-a7352151.html

http://www.telegraph.co.uk/news/2016/10/08/tensions-between-us-and-russia-more-dangerous-than-cold-war-as-t/

http://www.reuters.com/article/us-russia-usa-missiles-confirm-idUSKCN1280IV

https://www.theguardian.com/world/2016/oct/07/russia-moving-nuclear-capable-missiles-into-kaliningrad-says-estonia

https://www.theguardian.com/world/2016/oct/09/russia-downplays-moving-nuclear-capable-missiles-to-kaliningrad

https://www.theguardian.com/world/2016/oct/27/uk-to-deploy-hundreds-of-troops-and-aircraft-to-eastern-europe

https://www.foreignaffairs.com/articles/baltics/2015-07-01/baltic-balance

http://www.reuters.com/article/us-nato-russia-kaliningrad-idUSKCN0ZL0J7

http://www.rferl.org/a/kaliningrad-russia-nato-west-strategic/27079655.html

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/10/14/russia-italia-invia-140-soldati-in-lettonia-nato-mosca-potrebbe-usare-la-forza/3098173/

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