Il Canada esalta lo spirito dell’Unione Europea

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MapGrid - Wikimedia Commons - CC BY SA 3.0

Giovedì  16 febbraio per la prima volta nella storia un Primo Ministro canadese ha parlato di fronte al Parlamento Europeo a Strasburgo. Il discorso tenuto dal premier Liberale  Justin Trudeau si è rivelato essere un momento carico  di significato per le relazioni UE-Canada. Non una volta il Leader canadese nel corso del suo discorso ha parlato del Regno Unito o del Commonwealth (di cui il Canada è parte); non una volta si è fatta menzione degli USA. In un momento in cui le istituzioni Europee sembrano aver perso credibilità di fronte al mondo intero a seguito della Brexit, Trudeau ha invece lodato l’Unione Europea, definendola un grande successo ed un esempio di cooperazione pacifica. Il Primo Ministro canadese  non ha mancato inoltre di sottolineare la vicinanza dei valori europei e canadesi, e  di evidenziare come un ruolo più attivo dell’UE sul piano globale non sia solo preferibile, ma essenziale.

Il discorso di Trudeau avviene in un momento importante nell’ottica del più vasto scenario internazionale. Le parole scelte dal Premier non sono un semplice gesto di cortesia diplomatica, ma inaugurano probabilmente una nuova era della politica estera canadese. E’ in questi ultimi mesi, infatti, che il pericolo posto da Donald  Trump agli interessi canadesi ha portato le relazioni con il vecchio  continente, da sempre comunque importanti, ad essere  al centro dello sforzo diplomatico di Ottawa.

La visita di Trudeau in Europa si è tenuta in occasione del via libera del Parlamento Europeo al CETA (Comprehensive Economic and Trade Agreement). L’Assemblea Plenaria di Strasburgo ha approvato il testo del controverso trattato commerciale tra UE e Canada con 408 voti favorevoli, 254 contrari e 33 astensioni, permettendo al CETA di entrare in vigore in via transitoria in attesa della ratifica dei singoli Parlamenti  nazionali. I punti principali dell’accordo, le  cui trattative erano già iniziate  nel 2009, includono:

  1. L’abolizione del 99% dei dazi doganali tra Canada e UE;
  2. L’impegno del Canada  ad aprire il suo mercato a formaggi, vini e bevande alcoliche e prodotti agricoli europei, accettando inoltre di proteggere ben 143 prodotti tipici;
  3. Il  riconoscimento reciproco di alcune professioni;
  4. La maggiore tutela dei diritti d’autore e della proprietà intellettuale;
  5. Il controverso Investment Court System (ICS), ossia un sistema giudiziario internazionale per la protezione degli investimenti simile all’Investor-State Dispute Settlement (ISDS) previsto invece dall’ormai accantonato Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP) tra USA e UE. L’ICS sarà costituito da giudici indipendenti nominati da Canada e UE, mentre la trasparenza delle procedure sarà garantita grazie ad udienze pubbliche e all’accessibilità della documentazione. L’accordo prevede inoltre che  un soggetto pubblico non possa essere costretto a modificare una legge già esistente o essere condannato al pagamento di danni. Grazie a quest’ultima clausola si dovrebbe affievolire il rischio che uno Stato possa essere giudicato da un tribunale privato a vantaggio di una multinazionale.

Come già accennato le trattative sul CETA erano già iniziate nel 2009, ma è grazie allo sforzo diplomatico compiuto dal governo di Trudeau, ed in particolare dal Ministro degli Esteri Chrystia Freeland, che si è giunti alla firma del trattato nonostante le grandi difficoltà incontrate. In questo senso Ottawa si discosta radicalmente dalla linea politica seguita da Washington in seguito all’elezione di Donald Trump. Mentre il Tycoon ha dichiarato di non essere interessato a riprendere le trattative per il TTIP, arrivando persino a firmare l’ordine esecutivo per il ritiro del TPP (Trans-Pacific Partenership –  il trattato commerciale di libero scambio tra USA e i Paesi dell’estremo oriente Cina esclusa), Trudeau si presenta invece come il difensore del libero commercio internazionale.

Canada e USA sembrano anche essere in rotta di collisione a causa della volontà di Trump di rottamare il North American Free Trade Agreement (NAFTA), il trattato di libero scambio in vigore tra Messico, USA e Canada dal 1994, considerato deleterio per i lavoratori americani dal Presidente USA.  Su tale tematica si è fatto qualche accenno già nel corso dell’incontro tra Trudeau e Trump avvenuto lo scorso 13 febbraio. In tale occasione, il Primo Ministro canadese ha sottolineato come grazie al NAFTA il Canada sia il maggior mercato di esportazione per ben 35 Stati americani, una posizione già ribadita dal Ministro degli esteri Freeland durante la sua visita a Washington. Non meno del 75% delle esportazioni canadesi trova la propria destinazione negli USA, rendendo di conseguenza la preservazione del trattato NAFTA una priorità per il governo canadese. Certo l’ostilità di Trump nei confronti del  trattato è per lo più rivolta al Messico, in quanto  più pericoloso per i lavoratori americani a causa del più basso costo del lavoro, ma il governo di Ottawa, nel caso dell’annullamento del trattato, potrebbe trovare serie difficoltà nello stipulare un nuovo accordo commerciale vantaggioso con Washington.

Altro punto dolente  nelle relazioni Canada USA è l’immigrazione. La paura di ciò  che potrebbe accadere sotto la  presidenza Trump sta spingendo molti immigrati a lasciare gli Stati Uniti per trovare rifugio in Canada. Diversi immigrati attraversano il confine a piedi, spesso nelle zone di confine meno controllate e non curanti delle rigido clima invernale canadese. Tale pratica avviene  a causa del Safe Third Country Agreement tra USA e Canada, con il quale si stabilisce che gli immigrati debbano richiedere asilo nel primo paese in cui arrivano. Tale accordo costringe gli immigrati che lasciano gli Stati Uniti ad attraversare il confine illegalmente per evitare i controlli canadesi. Questa situazione ha spinto il progressista New Democratic Party  a sollecitare il governo ad annullare il trattato con gli USA al fine di permettere agli immigrati di chiedere asilo legalmente. Non è mancata la reazione dei conservatori come il Membro del Parlamento Steven Blaneyche, il quale, temendo un aumento dell’afflusso con il finire dell’inverno, ha incoraggiato il governo di Ottawa a consegnare i clandestini alle autorità statunitensi.

Vediamo quindi come  Ottawa stia lentamente riassumendo una posizione attiva nel sistema internazionale; una posizione che aveva invece perso durante il precedente governo del conservatore Stephen Harper. Trudeau vuole riportare il Canada a riassumere un ruolo importante a livello globale, incrementando l’impegno di Ottawa  nelle missione di pace delle Nazioni Unite e riaffermando il proprio ruolo all’interno della NATO (contingenti Canadesi verranno posizionati in Lettonia nel corso di quest’anno  in funzione anti Russa).

Considerando questi diversi aspetti della politica estera Canadese, il  governo di Ottawa in questo momento sembra essere più vicina a Bruxelles piuttosto che a Washington.  Trump sta allontanando sempre di più gli USA dai valori della società canadese, e il discorso di Trudeau tenuto di fronte al Parlamento Europeo a coronamento dell’approvazione dell’accordo CETA, potrebbe aver inaugurato una nuova era delle relazioni diplomatiche UE -Canada, una relazione destinata a farsi sempre più stretta nei 4 anni a venire.

Fonti e Approfondimenti:

http://www.independent.co.uk/news/world/americas/ceta-latest-justin-trudeau-trade-deal-eu-canada-parliament-prime-minister-a7583291.html

http://www.reuters.com/article/us-canada-eu-trudeau-idUSKBN15V15Y

http://www.dw.com/en/eu-canada-must-lead-world-economy-says-trudeau-after-ceta-approval/a-37579049

https://www.bostonglobe.com/opinion/2016/12/13/donald-trump-shouldn-scrap-nafta/Lz3hjR2JNy3Gu1IgNmOq2I/story.html

http://www.theglobeandmail.com/report-on-business/should-canada-scrap-nafta-and-seek-a-new-deal-with-trump/article33700860/

http://www.repubblica.it/economia/2017/02/15/news/ceta_accordo_canada_ue-158351566/#gallery-slider=158352099

https://www.theguardian.com/world/2017/feb/26/asylum-seekers-canada-trump-trudeau

 

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