Il personaggio dell’anno Africa: Diane Rwigara

@LoSpiegone

Diane Rwigara è una giovane donna ruandese. Coraggiosa e intelligente, devota alla politica, nonostante le donne della sua famiglia l’abbiano spinta a evitare tale carriera, è diventata nel 2017 il simbolo dell’opposizione a Paul Kagame, Presidente del Paese dal periodo post-genocidio.

La candidatura per la presidenza

“Il Ruanda è una ragazza molto carina che usa molto make-up […] ma all’interno è oscura e triste.”

La metafora pronunciata da Diane Rwigara descrive perfettamente il piccolo Paese africano: il Ruanda si è sviluppato velocemente dopo il genocidio del 1994, riveste un ruolo fondamentale a livello sia regionale che  internazionale e sulla carta vanta un buon sistema legislativo per il rispetto dei diritti umani e  l’emancipazione femminile.

La realtà però è ben diversa. Diane Rwigara ha espresso la propria volontà di candidarsi alle elezioni dell’agosto 2017 – con pochi mesi di anticipo – come indipendente. Era l’unica donna in corsa contro Kagame e doveva soddisfare sistemi di raccolta firme per l’accettazione della candidatura particolarmente complicati, non avendo le spalle coperte da alcun partito.

In un Paese che si piazza da anni in cima alle classifiche del Global Gender Gap Index e in cui le donne in Parlamento sono più del 61% (dato più alto al mondo), il tentativo di Diane Rwigara di candidarsi per la corsa alla presidenza è stato osteggiato in tutti i modi possibili. 

A settantadue ore dalla presentazione della candidatura hanno iniziato a diffondersi in rete foto che la ritraevano nuda, ma il fatto non l’ha spaventata. Ha continuato a denunciare le minacce e le restrizioni a cui l’opposizione a Kagame e al suo Patriotic Front è quotidianamente sottoposta: molti dei suoi sostenitori che giravano il Paese nel periodo di campagna elettorale sono stati minacciati, picchiati o incarcerati. Il suo consulente personale è stato rapito per una notte ed è tornato la mattina dopo non ricordandosi cosa fosse successo. Altre persone a lei vicine sono state rapite senza mai tornare.

Il 7 luglio 2017, la sua candidatura è stata rigettata e Diane è stata accusata di truffa per aver inserito nomi di personaggi deceduti nella lista delle firme necessarie all’approvazione della stessa. Lei ha sempre negato le accuse. Nessuno dei suoi sostenitori si è stupito dell’accaduto. Avvenimenti del genere sono all’ordine del giorno in Ruanda, ciò che è nuovo è la determinazione di Diane nel voler denunciare il regime oppressivo di Kagame.

Il People Salvation Movement e l’arresto

In reazione al rigetto della sua candidatura, Diane ha creato un movimento, il People Salvation Movement, attraverso il quale la sua critica al regime continua a essere diffusa tra la società civile. Nello specifico il movimento si occupa di sensibilizzare la popolazione, far sì che la gente diventi consapevole dei propri diritti e che lotti per il rispetto degli stessi.

Quando le viene chiesto se ha paura di essere uccisa risponde che non ne ha solo perché ha avuto la fortuna e la capacità di fare molto rumore; essendo ormai una figura molto conosciuta, sia in Ruanda che a livello internazionale, per il regime sarebbe controproducente eliminarla.

Comunque sia lei che sua madre hanno passato un anno in carcere, accusate di frode e incitamento all’insurrezione Diane e dello stesso secondo crimine e di promozione del settarismo la madre. Entrambe sono state rilasciate all’inizio di dicembre 2018, per mancanza di prove che dimostrassero la veridicità delle accuse.

“Devo solo accettare tutto questo e andare in prigione perché suppongo sia questo il prezzo da pagare per la libertà. […] Questo è ciò che accade quando si osa avere un’opinione diversa – una visione diversa da quella del governo”

Con queste parole rispondeva durante le interviste, mentre attendeva la decisione della Corte, a dimostrazione del fatto che il suo coraggio la porterebbe a non arrendersi anche quando la sua libertà e la sua vita sono in ballo.

Un grande ostacolo per il regime

Ciò che  spaventata il regime non è solo la figura di Diane, ma soprattutto il seguito che si è conquistata in poco tempo. Al contempo, il Presidente e i suoi sostenitori sanno perfettamente che Diane rappresenta un’intera classe di giovani, nata prima del genocidio, ma che ha vissuto tutta la sua vita sotto il regime del Patriotic Front in un periodo in cui la tecnologia ha offerto la possibilità di conoscere il resto del mondo e di confrontarlo con la propria realtà opprimente.

Inoltre, sia Diane che la sua famiglia hanno fatto parte per molto tempo delle fila del Patriotic Front. In particolare suo padre, famoso industriale e uno dei maggiori finanziatori del partito, è morto nel 2015 a causa di uno strano incidente stradale. La versione della polizia è che le lesioni dovute allo scontro con un tir lo abbiano ucciso, la famiglia è invece convinta che il tutto sia stato orchestrato ad hoc per eliminarlo, in quanto voleva allontanare i suoi affari dalle sorti del partito.

Questo dimostra che l’opposizione al governo potrebbe derivare dal voltafaccia dei suoi stessi sostenitori e la storia insegna che non esiste nulla di più pericoloso per la tenuta di un regime.

Diane è un simbolo della lotta per la libertà nell’Africa del XXI secolo. È il simbolo del cambiamento, di chi ha avuto la possibilità di costruirsi una cultura e un sapere consapevoli e pretende che tutti i propri connazionali abbiano le stesse opportunità. Diane è uno dei tanti cittadini ruandesi che il governo del Patriotic Front e di Kagame lo hanno subito, che non hanno visto i frutti della crescita avvenuta negli ultimi ventiquattro anni. Da Diane potrebbe partire l’ondata di cambiamento che nel medio termine potrebbe essere in grado di associare la tutela dei diritti e la libertà alla crescita economica e al prestigio internazionale. 

Fonti e Approfondimenti:

– https://www.theeastafrican.co.ke/rwanda/News/Family-of-deceased-tycoon-Rwigara-petitions-President-Kagame/1433218-2653598-myixcwz/index.html
https://www.africanexponent.com/post/8365-we-are-in-the-thick-of-revolution-in-africa
– https://www.theguardian.com/global-development/2017/aug/04/rwanda-pretty-girl-makeup-inside-dark-and-dirty-diane-rwigara-paul-kagame-election
– https://edition.cnn.com/2018/08/28/africa/hfr-rwanda-diane-rwigara-asequals-intl/index.html
– https://www.nytimes.com/2018/12/06/world/africa/rwanda-court-diane-rwigara.html
– https://www.weforum.org/reports/the-global-gender-gap-report-2017
– http://www.therwandan.com/people-salvation-movement-itabaza-press-release-31-08-2017/
– http://dianerwigara.com

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