Quando pensiamo alle Seychelles ci vengono subito in mente le stupende spiagge bianche, la foresta incontaminata, l’acqua cristallina; eppure questo arcipelago di 115 isole a largo del Madagascar non è solo mare e sole.
Sabato 24 ottobre i seychellois saranno chiamati alle urne per eleggere il nuovo presidente, con la fine del mandato di Danny Faure, membro del partito di maggioranza Seychelles People Progressive Front (SPPF, o comunemente noto in creolo come Party LEPEP), in carica dal 2016.
La storia e i partiti
L’SPPF governa indisturbato il Paese dal 1976, anno dell’indipendenza concessa dalla Corona britannica dopo un periodo di turbolenza interna all’inizio degli anni Sessanta.
Nel 1964 fu formato il Partito Socialista Unificato del Popolo delle Seychelles (SPUP), guidato dall’avvocato France Albert René, che, sull’onda degli indipendentismi africani, iniziò una campagna di indipendenza e autonomia dalla Gran Bretagna. Lo SPUP di René, antenato del SPPF, era in forte opposizione al Partito Democratico delle Seychelles (SPD) di James Mancham, che invece spingeva per una più forte integrazione al Commonwealth britannico.
Il risultato delle elezioni del 1967, le prime totalmente libere e a suffragio universale, vide la vittoria dell’SPD di Mancham, che divenne il primo presidente eletto delle Seychelles.
Mancham rimase al governo fino al 1976, anno cruciale per la storia delle Seychelles. La Gran Bretagna, infatti, concesse totale indipendenza alle Seychelles, decisione che fece acquistare molto seguito al SPUP di René e che mise alle strette il governo conservatore. Dopo neanche un anno dall’indipendenza, nel 1977, lo SPUP di René decise di rovesciare il governo di Mancham e di prendere il potere con un colpo di stato, grazie agli aiuti finanziari dei Paesi socialisti, come la Tanzania e, ovviamente, l’URSS.
Il governo di René, l’imbattibile
Dopo il colpo di stato, René si insediò come presidente per i successivi due anni, prima di imporre una nuova costituzione nel 1979, senza referendum. Durante questo periodo lo SPUP fu formalmente ribattezzato Fronte Progressista del Popolo delle Seychelles (SPPF) e divenne l’unico partito al governo del nuovo stato socialista monopartitico. René venne riconfermato come presidente nel 1979, essendo l’unico candidato. Egli, inoltre, è stato l’unico candidato presidenziale per le elezioni, oltre che nel 1979, anche nel 1984 e nel 1989; tornate elettorali vinte con più del 90% dei voti.
Personaggio molto discusso e criticato in patria, France René ha mantenuto influenza e potere attraverso diffuse violazioni dei diritti umani, perpetrando violenze contro i suoi nemici politici durante tutta la sua presidenza. Riuscì a sventare molti attacchi al potere (1981 e 1985) grazie alla sua fitta rete di spie, che utilizzava per anticipare le mosse degli oppositori politici. Tutto questo efficiente apparato di controllo era finanziato dai fiumi di denaro che, dalla metà degli anni Ottanta, iniziò a circolare nell’arcipelago.
Le Seychelles sotto René divennero uno dei maggiori paradisi fiscali dell’Oceano Indiano, rafforzate dalla creazione della Seychelles International Trade Zone (SITZ). All’interno della SITZ opera, tuttora, la Seychelles International Business Authority (SIBA), che rilascia licenze alle società in entrata che vogliono accedere al mercato delle isole.
Dopo quasi sedici anni di governo monopartitico, il 4 dicembre 1991, al Congresso straordinario del SPPF, il presidente René annunciò un ritorno al sistema di governo multipartitico. Tra gli esiliati che tornavano alle Seychelles vi fu James Mancham, che vi fece ritorno nell’aprile 1992 per rilanciare il suo partito, il Partito Democratico (DP).
Dal 23 al 26 luglio 1993, ai sensi della nuova costituzione, si tennero le prime elezioni presidenziali e legislative multipartitiche, che sancirono una clamorosa vittoria di Renè; gli altri otto partiti che si erano registrati per l’elezioni, invece, non riuscirono a ottenere abbastanza seggi per creare una forte opposizione. Lo stesso risultato ci fu anche alle elezioni del 1998, dove René riuscì a ottenere 28 seggi sui 34 totali.
Nel 2004 René rassegnò le dimissioni da capo di Stato, senza mai essere stato sconfitto, e passò la presidenza al suo vice, Jean Michel.
La spina nel fianco dell’SPPF
Michel venne riconfermato nel 2006, ma senza raggiungere i numeri del proprio predecessore; riuscì a spuntarla, in particolare, sul nuovo esponente dell’opposizione Wavel Ramkalawan, membro del Seychelles National Party (SNP), attualmente l’unico vero partito che può mettere in difficoltà l’SPPF.
L’SNP fu fondato ufficialmente nel 1994, sulla falsariga del Seychelles National Movement di Gerard Horeau, oppositore politico di René che venne esiliato a Londra nel 1980 e che, da lì, coadiuvò il fallito colpo di stato del 1985. Horeau, pochi mesi dopo, fu trovato morto nella sua casa londinese.
Ramkalawan, dal 1998, ha sempre gareggiato contro l’SPPF e si ricandiderà anche per le elezioni di quest’anno; gradualmente ha migliorato i propri risultati, piazzandosi al secondo posto in tutte le ultime presidenziali, ed è sicuramente l’uomo che potrebbe interrompere il trentennale governo del SPPF, ora di Faure.
Danny Faure è in carica dal 2016, anno in cui Jean Michel decise di rassegnare le dimissioni da capo di Stato. Così come René, anche Michel si ritirò per lasciare il governo del Paese al vicepresidente. Faure fu ministro delle Finanze durate l’ultimo anno della presidenza René e mantenne la carica anche con Michel, raggiungendo dei buoni risultati. Quest’ultimo, dunque, decise di designarlo come vice presidente, carica che ha quasi il sapore di un’investitura, visti i precedenti nell’arcipelago. Dopo aver scontato i cinque anni da presidente ad interim, senza essere eletto, Faure ha davanti a sé la sfida più grande, che deciderà le sorti del Paese.
L’SPPF verrà riconfermato, o finalmente il governo passerà nelle mani di qualcun altro?
Fonti e approfondimenti
Baker Bruce, Seychelles: democratizing in the shadows of the past, Journal of Contemporary African Studies, luglio 2008;
Poupko, Eliezer, An exploratory study of constitutional design in three island states: Seychelles, Comoros, and Mauritius, Journal of Contemporary African Studies, 25 giugno 2017;
Scarr, Deryck, Seychelles: Independence, Revolution, Restoration of Democracy: 1960 to Present, Encyclopedia of African History, Kevin Shillington, Routledge, 2004;
All Africa, Three Candidates Nominated For Seychelles October 2020 Election, 16 settembre 2020;
Seychelles Nation, Presidential election 2020, 15 ottobre 2020;
Freedom House, Seychelles, Overview 2020.
Be the first to comment on "Presidenziali alle Seychelles: l’arcipelago al bivio"