La Germania al voto: quale governo guiderà il Paese?

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Domenica 26 settembre si sono svolte in Germania le elezioni per il rinnovo del Bundestag, la camera bassa del Parlamento. I sondaggi preannunciavano un futuro incerto per il Paese, dopo il ritiro di Angela Merkel dalla scena politica. Questa incertezza viene ora confermata dai risultati della tornata elettorale, a cui hanno partecipato partiti con punti di forza e difficoltà differenti tra loro.

Gli esiti delle elezioni

I risultati di questa tornata elettorale sono stati interessanti, sebbene già in parte previsti nelle settimane che hanno preceduto il voto. Il partito socialdemocratico (SPD), infatti, è arrivato primo con il 25,7% dei consensi. Il partito era dato già per favorito, ma ha migliorato il proprio risultato di quasi cinque punti percentuali rispetto alle ultime elezioni. Nel 2017, infatti, la SPD fu secondo partito con il 20,5% dei voti.

Il partito Unione cristiano democratica di Germania (CDU/CSU) — penalizzato dal ritiro di Merkel e da una inadeguata alternativa, il candidato Armin Laschet — arriva invece al secondo posto ottenendo 24,1% dei voti, il suo peggior risultato da tempo. Si tratta di una sconfitta dura per il partito, che nel 2017, con il 32,9% dei consensi, poté guidare i negoziati per la formazione di un governo. C’è da dire che anche in quel caso le trattative furono difficili, poiché furono necessari sei mesi per arrivare alla Große Koalition tra Cdu e SPD. Il conservatore Armin Laschet, 60 anni e governatore del Nord Reno-Westfalia non si è, quindi, rivelato una buona scelta per guidare il partito in queste elezioni. 

I Verdi, guidati da Annalena Baerbock, ottengono il 14,8% arrivando al terzo posto e vedendo crescere enormemente il consenso rispetto alle elezioni parlamentari del 2017, quando con l’8,9% avevano ottenuto meno voti degli avversari tra i partiti riusciti a superare la soglia di sbarramento del 5%. La FDP‒ Partito dei liberi democratici, guidato da Christian Lindner, ottiene l’11,5% dei consensi, in lieve crescita rispetto al 10,7% del 2017. Entrambi i partiti hanno riscosso grande successo tra i più giovani, attratti dall’attenzione mostrata per il tema del cambiamento climatico e questioni sociali come pensioni e diritti LGBTQ+.

L’AfD – Alternativa per la Germania, partito di estrema destra fondato nel 2013, ottiene il 10,3% dei voti, percentuale ridotta rispetto al 12,6% del 2017, quando era riuscito ad affermarsi come terzo partito. Infine, dimezza i consensi Die Linke che ottiene il 4,9% rispetto al 9,2% del 2017.

Un breve confronto con le elezioni europee

È vero che le elezioni europee, ovvero le elezioni con le quali si rinnova il Parlamento europeo, hanno una storia a sé. Tuttavia, il meccanismo di voto prevede che esse si svolgano a livello nazionale e, sebbene proiettate in una scena sovranazionale, sono spesso un appuntamento che permette di misurare lo stato di salute dei partiti. Nel contesto tedesco, le elezioni europee del 2019 hanno fatto da spartiacque tra le due elezioni parlamentari nazionali del 2017 e 2021. In quell’occasione, la CDU ottenne il 28,9%, la SPD il 15,8% e i Verdi 20,5%. Minore consenso ottennero l’AfD con l’11%, Die Linke con il 5,5% e FDP con il 5,4%, 

Già da allora la CDU iniziava a perdere consensi. C’è da dire che quelle elezioni europee, tenute a maggio 2019, si tennero alcuni mesi dopo l’annuncio di Merkel, il 29 ottobre 2018, di ritirarsi dalla scena politica. Dopo tale decisione, il congresso di partito aveva eletto presidente Annegret Kramp-Karrenbauer nel dicembre 2018. Questa si era poi dimessa dalla carica nel febbraio 2020. Sorprendenti appaiono, invece, i quasi dieci punti percentuali guadagnati dalla SPD a distanza di due anni.

Quali conseguenze dal voto tedesco?

I voti ottenuti nelle elezioni si traducono, tramite il meccanismo elettorale in vigore, in seggi attribuiti ai parlamentari dei singoli partiti. Da queste elezioni, la SPD ottiene 206 seggi, la CDU 196 e i Verdi 118. Meno ne ottengono FDP che si ferma a 92, AfD con 83 e Left con 39. Si può notare come la differenza di seggi tra CDU e SPD sia di appena 10 seggi.

Alla fine i seggi attribuiti sono 734, ancora di più rispetto ai già numerosi 709 della scorsa legislatura. Tale problematica, legata all’ampiezza del Bundestag, era stata evidenziata in precedenza e aveva portato anche a un accordo tra Cdu e SPD per una riforma, la quale non ha avuto seguito, che stabilisse un numero limite dei seggi nel Bundestag. Questa debolezza, legata alla numerosità dei parlamentari eletti, è un effetto del farraginoso meccanismo elettorale tedesco

Arrivata prima, la SPD rivendica, quindi, la guida del governo e l’attribuzione del Cancellierato al candidato espresso Olaf Scholz. Nessun partito ha, però, ottenuto numeri tali da poter governare da solo. Sarà, quindi, necessario portare avanti negoziazioni per creare una coalizione. Si andrà avanti per questo autunno e potrebbero essere molto lunghe. Nel mentre, Angela Merkel continuerà a guidare il Paese in questa fase di transizione.

Ipotesi di coalizione

Matematicamente per ottenere la maggioranza sono necessari 368 seggi. Come si prevedeva già prima del voto sarà, quindi, necessario creare una coalizione di governo, con diverse combinazioni possibili. Verdi e FDP sono entrambi consapevoli del ruolo che possono giocare in questa sfida. Non essendo arrivati tra i primi partiti, non è pensabile che riusciranno a esprimere il Cancelliere o Cancelliera; tuttavia, i loro numeri saranno determinanti per creare una maggioranza. 

Oltre a Olaf Scholz, anche Laschet rivendica per sé la carica di Cancelliere, elemento che continua a mettere i due in competizione, cercando di evitare la Große Koalition, che, tuttavia, continua rimanere una possibile soluzione. In parallelo, FDP e Verdi hanno già intrapreso un dialogo per allinearsi e presentare una posizione più forte nelle trattative di governo, per cogliere l’opportunità storica di svolta nell’assetto governativo tedesco. 

Un’opzione al momento potrebbe essere che entrambi i partiti si coalizzino con uno tra i due partiti maggiori, CDU o SPD. A tal proposito, Baerbock prima delle elezioni aveva già manifestato un allineamento con Scholz, posizione che potrebbe essere mantenuta in queste trattative.

Altro scenario potrebbe essere che uno di questi due partiti minori si aggiunga alla coppia CDU/SPD per comporre una coalizione a tre. Resta poi comunque aperta l’ipotesi di un’alleanza di governo CDU/SPD che ha guidato il Paese negli ultimi anni, la cosiddetta Große Koalition, mentre l’ipotesi di una partecipazione di Linke con i suoi 39 seggi al governo appare poco probabile. Non viene neanche contemplata l’ipotesi di una partecipazione del partito AfD alla coalizione, trattandosi di un partito di estrema destra dalle idee piuttosto distanti dagli avversari.

Le trattative sono, quindi, aperte per garantire alla Germania un governo che sia stabile e solido in grado di guidare le sfide dei prossimi anni. La stabilità governativa di questo Paese è, infatti, essenziale non solo per i tedeschi ma per tutta l’Unione europea, la quale guarda con grande attenzione ai risvolti politici di queste elezioni.

 

 

Fonti e approfondimenti

Hasselbach Christoph, Germany’s elections results: Facts and Figures, 28/09/2021.

ISPI, La Germania dopo il voto e l’Europa che verrà, 30/09/2021.

Politico.eu, Social Democrats narrowly win German vote, (consultato il 02/10/2021).

Politico.eu, Poll of Polls, Germany elections 2021, (consultato il 02/10/2021).

Scholz Kay-Alexander, German youth voted for change – but what does that really mean?, 02/10/2021.

The Economist, German elections 2021, (consultato il 02/10/2021).

Westendarp Louis, SPD wins German election, CDU close second: Preliminary results, Politico.eu,  27/09/2021.

 

 

Editing a cura di Carolina Venco

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