Midterm Elections 2022: in Texas O’Rourke ci riprova

Immagine generata con supporto AI © Lo Spiegone CC BY-NC

Beto O’Rourke è ormai un nome ricorrente fra i candidati democratici alle corse elettorali. Alle ultime elezioni di medio termine, nel 2018, andò infatti vicino a vincere contro il senatore repubblicano Ted Cruz, dopo una fra le più appassionanti campagne elettorali degli scorsi anni. È del 2020 invece, la sua decisione di candidarsi alle primarie democratiche per la presidenza. Non un successo e nemmeno una grande performance. Ora invece è la volta del governatorato texano, in quello che è di fatto un ritorno fra le “mura amiche” dopo le primarie presidenziali. L’8 novembre sfiderà infatti Greg Abbott, il governatore repubblicano in carica, in una sfida interessante e complicata.

A che punto siamo

La campagna elettorale è più che mai vicina al termine. Gli impegni si fanno più fitti e l’agenda è piena degli ultimi incontri elettorali. Quattro anni fa Beto O’Rourke fu il protagonista di una campagna elettorale molto impegnativa e, mediaticamente parlando, molto seguita. Anche questa volta il percorso del democratico ha avuto una certa attenzione.

Tuttavia, a differenza del 2018, i numeri appaiono spietati, andando a disegnare una realtà molto complicata per O’Rourke. Quattro anni fa infatti, la sua corsa contro Ted Cruz aveva affascinato i democratici producendo grande entusiasmo, e anche la sconfitta, arrivata per meno di due punti percentuali, lasciava immaginare un cambiamento grazie alle mutazioni demografiche in corso nello Stato.

Poi è arrivato il 2020 e Donald Trump si è imposto con sei punti di vantaggio, registrando un grande risultato nella Rio Grande Valley, zona a maggioranza ispanica in cui i democratici si aspettavano di fare meglio. Quell’entusiasmo del 2018 sembra quindi essersi rarefatto, diluito dalla grande polarizzazione e dal fatto che il partito di governo non è mai favorito alle midterm, con un vento contrario che penalizza un po’ tutti i candidati. A livello generale poi, è come se l’esperienza delle sue ultime due campagne stesse ora mitigando le aspettative di tutti. Inoltre, nonostante un picco di consensi durante l’estate in seguito alla decisione della Corte Suprema sull’aborto, O’Rourke è rimasto indietro nei sondaggi.

I numeri appaiono infatti chiari e non danno molte speranze all’aspirante governatore democratico. Secondo il modello statistico di FiveThirtyEight Abbott precede O’Rourke di 9,4 punti percentuali col 52,1%, contro il 42,7% cui è fermo il suo avversario.

 

Il potere del governatore

Dall’altra parte della barricata, Abbott, forte di sondaggi favorevoli, si è mosso e si sta muovendo per rafforzare il suo vantaggio. Nel corso di questi anni di governatorato (ricopre la carica dal gennaio 2015) Abbott ha consolidato il suo potere come nessuno prima di lui.

In un lavoro congiunto, il Texas Tribune e ProPublica hanno tracciato un quadro molto esplicativo del mandato di Abbott. Da procuratore generale dello Stato, prima di diventare governatore, Abbott ha citato più volte l’allora presidente Obama, affermando che da Washington aveva usurpato ripetutamente il potere del Congresso con ordini esecutivi, come quello teso alla protezione dei bambini immigrati per evitare loro la deportazione. Ora, a quasi otto anni dall’inizio del suo governo, le azioni di Abbott smentiscono questo pensiero, avendo più volte eluso la legislatura statale.

Come nel caso della pandemia, quando Abbott ha inizialmente utilizzato i suoi poteri per attuare e richiedere misure di sicurezza contro il Covid. Ma in seguito, accogliendo la spinta proveniente dalla sua base conservatrice, ha proibito ai governi locali e alle imprese di imporre l’obbligo di vaccinazione e dell’uso di mascherine. Il governatore, con un ordine esecutivo, ha inoltre diramato un provvedimento per rinviare interventi chirurgici e prestazioni sanitarie non necessarie dal punto di vista medico. Un’ordinanza spesso attaccata poiché, indirettamente, mirava a ridurre l’accesso all’aborto per le donne. I tribunali di grado più basso si sono occasionalmente pronunciati contro Abbott, ma la Corte suprema texana a maggioranza repubblicana si è sempre schierata con il governatore.

Lo scorso anno poi, poco tempo dopo l’insediamento di Biden alla Casa Bianca, Abbott ha dichiarato lo stato di crisi per la situazione migratoria al confine meridionale con il Messico. La dichiarazione di crisi ha garantito ulteriori poteri al governatore attraverso i quali ha dato il via all’operazione Lone Star, dando mandato al Dipartimento di pubblica sicurezza e al Dipartimento militare statale di operare congiuntamente allo scopo di bloccare nelle intenzioni del governatore i flussi migratori e il traffico di droga. L’operazione, ancora in corso e senza una data di conclusione stabilita, ha richiesto a oggi più di 3 miliardi di dollari di finanziamento.

 

I temi della campagna

Anche questa corsa elettorale, come altre nel Paese, è un’altra battaglia fra due visioni politiche opposte. O’Rourke propone di combattere in favore di un maggiore controllo sulle armi, per l’ambiente, per il diritto all’aborto e per una maggiore giustizia sociale e razziale. Abbott invece, forte del suo ruolo di governatore in carica, continua a battere fortemente sui temi della sicurezza e dell’immigrazione e sull’operato al confine, incolpando inoltre il presidente Biden per la situazione economica del Paese e per la galoppante inflazione.

Il Texas d’altronde è stato nel bel mezzo di numerose questioni cruciali. Alcuni dei primi tentativi di ribaltare Roe V Wade in materia di aborto sono arrivati proprio da qui e alcune delle regole d’accesso al voto più rigide del Paese sono state approvate qui dopo il 2020. Ma anche casi di cronaca nera, con chiari risvolti sul controllo delle armi, come il recente massacro di Uvalde, dove in una scuola elementare 19 bambini sono stati uccisi per mano di un giovane armato. Inoltre la gran parte della recente ondata di migranti che sono entrati o hanno tentato di entrare negli Stati Uniti lo hanno fatto attraverso il confine messicano del Texas.

La campagna di Abbott ha attaccato e deriso molte volte i vari messaggi d’appoggio di celebrità nei confronti di O’Rourke, decidendo di spendere maggiormente in pubblicità e viaggi elettorali in luoghi selezionati in base al programma. Una sostanziale differenza rispetto alla campagna del democratico che ha girato in lungo e in largo per lo Stato. Il sostegno ad Abbott è in gran parte proveniente da un elettorato bianco e maschile, ma sembra aver fatto breccia anche fra gli elettori ispanici nel sud dello Stato. L’attenzione di Abbott sull’immigrazione, l’economia e la criminalità sembra funzionare, ed entrambi i candidati, secondo un sondaggio dell’Università del Texas, sono dati al 48% tra gli elettori ispanici.

 

O’Rourke ha speranze?

In queste ultime settimane, in cui i sondaggi non sembrano dargli speranza, O’Rourke ha cercato di allontanare qualsiasi riferimento ai numeri, ricordando che anche nel 2018 veniva sottostimato. Il vantaggio di Abbott è sempre stato abbastanza stabile e meno fluttuante rispetto a quello di Cruz quattro anni fa e, come detto in precedenza, l’ambiente nazionale favorevole ai repubblicani non è certo d’aiuto.

Gli stessi repubblicani percepiscono che un risultato favorevole potrebbe spazzare via definitivamente la carriera politica di O’Rourke, arrivato alla terza campagna dal 2018 a oggi. Un’altra sconfitta in effetti potrebbe essere il definitivo KO per il democratico di El Paso. L’idea che poi O’Rourke possa gettare le basi per future vittorie democratiche in Texas non è folle. Dopotutto, altri Stati del sud come Georgia, Virginia e Carolina del Nord sono diventati un po’ più competitivi negli ultimi cicli elettorali. Tuttavia per il momento il Texas resta uno Stato tendente al rosso repubblicano.

Inoltre, secondo una ricerca del Texas Politics Project dell’Università del Texas di Austin, gli elettori si fidano maggiormente di Abbott rispetto a O’Rourke per la gestione di questioni come la situazione del confine tra Stati Uniti e Messico e l’economia, mentre sono di parere opposto invece, su questioni come aborto e controllo delle armi. Tuttavia coloro i quali hanno risposto alla ricerca hanno affermato che i problemi principali che lo Stato dovrebbe affrontare riguardano la sicurezza delle frontiere, il tema dell’immigrazione, l’andamento dell’economia e l’inflazione, mettendo aborto e controllo delle armi più in basso nella loro lista.

I cambiamenti demografici poi, visti come favorevoli ai democratici, potrebbero non incidere come sperato. La popolazione ispanica dello Stato sta crescendo, ma le contee di confine si sono bruscamente spostate verso destra nel 2020. Segno che un loro appoggio è tutt’altro che scontato.

In conclusione, O’Rourke per vincere dovrebbe contare su una giusta miscela fra la propria personale popolarità, il raggiungimento di una più ampia possibile fascia di elettori e la conquista di un più alto numero possibile di voti fra gli indipendenti e i repubblicani moderati.  Lui è una “micro-celebrità” a livello statale e nazionale: questo potrebbe rendere  la corsa più serrata di quanto sembra. Tuttavia, dire ora che i democratici abbiano buone possibilità di conquistare il Texas sarebbe azzardato e in uno Stato a forte tendenza repubblicana dove i democratici non vincono un’elezione per il governatorato dal 1991, la situazione non sembra essere una delle più favorevoli.

 

 

Fonti e approfondimenti

Latest Polls, FiveThirtyEight.

Samuels, A., “Democrats Need More Than Beto O’Rourke If They Want To Flip Texas”, FiveThirtyEight, 29/09/2022.

Siders, D., “Beto O’Rourke Is Making His Last Stand in Texas”, Politico, 10/05/2022.

Svitek, P., “As early voting begins, pressure is on for Beto O’Rourke to close the gap with Greg Abbott”, The Texas Tribune, 24/10/2022.

Trevizo, P., “Greg Abbott ran as a small-government conservative. But the governor’s office now has more power than ever”, The Texas Tribune, 25/10/2022.

Zurcher, A., “US midterms: Abortion, guns and crime shape Texas governor’s race”, BBC, 28/10/2022.

 

Editing a cura di Matilde Mosca

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