Spiegami Capitol Hill: le indagini e l’inchiesta

Immagine generata con supporto AI © Lo Spiegone CC BY-NC

Il 19 maggio 2021, all’indomani dell‘attacco al Campidoglio degli Stati Uniti, la Camera dei rappresentanti ha votato una proposta di legge volta a formare una commissione bipartisan, come quella formata per gli attentati dell’11 settembre 2001, con il compito di indagare su quanto accaduto. 

La richiesta ha incontrato fin da subito l’ostruzionismo dei repubblicani. Alla fine di maggio, quando era diventato evidente che lo stallo non sarebbe stato superato, la speaker della Camera Nancy Pelosi ha indicato che avrebbe nominato un comitato ristretto per indagare sugli eventi.

 

Nascita e composizione del Comitato

Il 30 giugno 2021, la House Resolution 503, “Istituzione del comitato ristretto per indagare sull’attacco del 6 gennaio al Campidoglio degli Stati Uniti”, è passata alla Camera con un voto di 222 contro 190, cioè tutti i membri democratici e due membri repubblicani, Adam Kinzinger e Liz Cheney, hanno votato a favore. 

La risoluzione autorizzava Pelosi a nominare otto membri del comitato, mentre il leader della minoranza alla Camera Kevin McCarthy poteva nominare cinque membri “in consultazione” con il Presidente. Pelosi ha indicato che avrebbe nominato un repubblicano come uno dei suoi otto nominati, scegliendo Bennie Thompson come presidente. 

Il 19 luglio, McCarthy ha annunciato le sue cinque nomine: Jim Banks, Jim Jordan, Rodney Davis, Kelly Armstrong e Troy Nehls. Banks, Jordan e Nehls avevano votato per ribaltare i risultati dell’Electoral College in Arizona e Pennsylvania, mentre Banks e Jordan avevano anche aderito al caso della Corte Suprema Texas v. Pennsylvania per invalidare le schede elettorali in quattro stati.

Il 21 luglio, Thompson ha annunciato formalmente che la Commissione avrebbe indagato su Trump come parte dell’inchiesta. Poche ore dopo, Pelosi ha annunciato di aver informato McCarthy del rifiuto delle nomine di Jordan e Banks, mostrando preoccupazioni per l’integrità dell’indagine a causa di azioni e dichiarazioni fatte dai due membri. 

Per rappresaglia, McCarthy ha ritirato tutte le sue scelte e ha insistito sul fatto che non avrebbe nominato nessuno nel comitato, commettendo un grosso errore strategico: insistere su tutte le sue scelte, piuttosto che selezionare due sostituti, ha fatto sì che Pelosi ottenesse il controllo dell’intera composizione del Comitato.

Nei giorni successivi, la speaker ha annunciato di aver nominato nel Comitato Adam Kinzinger, uno dei dieci componenti repubblicani della Camera che avevano votato a favore nella votazione per il secondo impeachment di Trump. La speaker ha anche assunto un repubblicano, l’ex deputato Denver Riggleman, come collaboratore e consigliere esterno del comitato.

 

Un anno di lavoro

Il comitato ristretto ha suddiviso la sua indagine su più fronti, in più squadre di lavoro, ciascuna incentrata su un argomento specifico come finanziamenti, motivazioni individuali, coalizioni organizzative e su come Trump potesse aver fatto pressioni su altri politici

Il Green Team ha avuto il compito di indagare sulla pista del denaro, più nello specifico cercando di capire se Trump e i suoi alleati repubblicani abbiano truffato o meno i loro sostenitori, diffondendo disinformazione sulle elezioni presidenziali del 2020, sapendo che le affermazioni non erano vere.

Il Gold Team è stato predisposto per capire se i membri del Congresso abbiano partecipato o assistito al tentativo di Trump di ribaltare le elezioni. Questo gruppo ha esaminato anche le possibili  pressioni di Trump su funzionari locali e statali, nonché sui dipartimenti esecutivi, come il Dipartimento di giustizia, il Dipartimento della sicurezza interna e il Dipartimento della difesa per cercare di mantenersi al potere.

Il Purple Team ha cercato di sondare il ruolo dei gruppi estremisti violenti interni, come il movimento QAnon e i gruppi della milizia, gli Oath Keepers e i Proud Boys; mentre il Red Team ha avuto il compito di chiarire chi fossero gli organizzatori del raduno del 6 gennaio e se fossero a conoscenza  sapessero delle intenzioni violente dei partecipanti.

Infine il Blue Team, si è occupato di comprendere le minacce che hanno portato all’attacco, come le informazioni  dell’intelligence sono state condivise tra le forze dell’ordine e i loro preparativi. 

L’indagine è iniziata con un’udienza pubblica il 27 luglio 2021.

Nel 2022, il Comitato ha tenuto dieci udienze pubbliche in diretta televisiva, in cui sono state presentate le prove del piano di Trump per ribaltare le elezioni del 2020. Sono state mostrate interviste di molti repubblicani e alcuni fedelissimi di Trump sotto giuramento, così come testimonianze di deposizioni giurate registrate. 

In particolare, in una delle prime udienze, il presidente Bennie Thompson e la vicepresidente Liz Cheney hanno affermato che, alla luce del materiale raccolto, appariva chiaro come il presidente Donald Trump abbia cercato di rimanere al potere pur avendo perso le elezioni presidenziali del 2020, definendolo un vero “colpo di stato”. Secondo i suoi stessi collaboratori, Trump si era “distaccato dalla realtà” perché ha continuato a promuovere teorie del complotto e ha spinto il mito delle elezioni rubate senza “alcun interesse per quali fossero i fatti reali“.

Il testimone esclusivo della sesta udienza del 28 giugno 2022 è stata Cassidy Hutchinson, assistente principale dell’ex capo del personale della Casa Bianca Mark Meadows: Hutchinson ha infatti dichiarato che i funzionari della Casa Bianca avevano annunciato in anticipo possibili manifestazioni violente; che Trump sapeva che i sostenitori della manifestazione di Ellipse erano armati, compresi gli AR-15, ma ha chiesto di allentare i controlli di sicurezza durante il suo discorso e che Trump stesso ha pianificato di unirsi alla folla al Campidoglio e si è arrabbiato quando i servizi segreti hanno rifiutato la sua richiesta. Chiudendo l’udienza, Cheney ha presentato le prove della manomissione di alcune testimonianze.

 

Le trascrizioni, il riassunto e il “Final Report

Subito dopo la decima e ultima udienza del 19 dicembre 2022, convocata per presentare una panoramica finale del lavoro investigativo svolto, il comitato ha raccomandato che l’ex presidente Donald Trump, John Eastman e altri collaboratori fossero perseguiti penalmente. 

La commissione ha anche indicato, con voto unanime, al Comitato etico della Camera di prendere provvedimenti nei confronti di alcuni membri tra cui Kevin McCarthy, Jim Jordan, Scott Perry e Andy Biggs che si rifiutano di rispondere alle citazioni in giudizio. Immediatamente dopo l’udienza, la commissione ha pubblicato un riassunto di 154 pagine dei suoi risultati e nonché un primo blocco di centinaia di trascrizioni di testimonianze. 

Le trascrizioni riportano la testimonianza di 34 persone che per lo più hanno invocato il quinto emendamento ed hanno evitato di rispondere alle domande. Questi testimoni includevano l’ex assistente procuratore generale per la divisione civile Jeffrey Clark, l’avvocato di Trump John Eastman, l’ex consigliere per la sicurezza nazionale Michael Flynn, l’alleato di Trump Roger Stone, il presidente dei Proud Boys Enrique Tarrio, Il conduttore radiofonico conservatore Alex Jones, il presidente del Partito Repubblicano dell’Arizona Kelli Ward e il nazionalista bianco Nick Fuentes.

Nei giorni seguenti sono state rilasciate trascrizioni che hanno rivelato che Cassidy Hutchinson ha rilasciato ulteriori testimonianze in cui affermava di essere stata messa sotto pressione dagli alleati di Trump, così come il suo avvocato, per non impedire loro di collaborare con il comitato. 

In totale, la Commissione ha tenuto più di mille interrogatori, dieci audizioni pubbliche, ha raccolto più di un milione di documenti. Tutto questo materiale è confluito in un report di 845 pagine che è stato pubblicato venerdì 23 dicembre 2022.

Il documento ricostruisce in maniera dettagliata le responsabilità dell’allora presidente e sostiene che Trump, pur sapendo di aver perso, fece pressione su funzionari statali e sul vice presidente Mike Pence affinché ribaltassero l’esito delle elezioni, ma non solo. Secondo il parere della commissione, Trump fu direttamente responsabile della convocazione della folla violenta.

Il comitato ha raccomandato al Dipartimento di Giustizia di perseguire Trump per quattro reati tra cui cospirazione ai danni degli Stati Uniti e incitamento all’insurrezione. L’ex Presidente, dopo aver costruito una narrazione basata su teorie complottistiche che gli avrebbero fatto perdere le elezioni, aver incitato e avallato i comportamenti violenti dei manifestanti del 6 gennaio 2020, avrebbe anche compiuto molteplici sforzi per contattare i testimoni chiamati a collaborare con il comitato ristretto della Camera

Ancora prima, nei due mesi tra le elezioni e l’attacco al Campidoglio, gli alleati di Trump si sono impegnati in almeno 200 apparenti atti di sensibilizzazione, pressione o condanna, sia  pubblici che privati nei confronti di funzionari elettorali statali. Hanno avuto 68 comunicazioni con quei funzionari (incluse riunioni, telefonate e messaggi) e hanno pubblicato 125 post sui social media sugli stessi soggetti.

Nel report vi sono anche alcune raccomandazioni legislative, per evitare che attacchi come quello al Congresso si ripetano. Tra le altre cose si suggerisce il chiarimento di alcuni aspetti della legge elettorale, di aumentare le pene per minacce e tentativi di corruzione, nonché di dare maggior rilievo al 14esimo emendamento della costituzione americana, che vieta di ricoprire incarichi pubblici a chiunque abbia partecipato a un’insurrezione o aiuti i nemici degli Stati Uniti in ogni forma.

 

Reazioni

Secondo un sondaggio condotto nel luglio 2021 da Politico, la maggioranza degli americani sostiene l’indagine sui fatti del 6 gennaio, con il 58% a favore e il 29% contrario; Il 52% dei repubblicani intervistati si è dichiarato contrario. Quando Politico ha ripetuto il sondaggio nel dicembre 2021, ancora una volta, la maggior parte hanno sostenuto il comitato, tra cui l’82% dei democratici, il 58% degli indipendenti e il 40% dei repubblicani. 

Rispetto al lavoro della commissione stessa, diversi sondaggi riportano più o meno gli stessi risultati: la maggior parte degli americani, per lo più democratici ovviamente, ritiene che Trump sia responsabile di quanto successo e debba risponderne poiché le indagini sono state portate avanti in modo corretto ed imparziale. 

 

E ora?

Donald Trump ha subito definito le accuse contro di lui una caccia alle streghe da parte di un comitato non riconosciuto e assolutamente di parte.

Le raccomandazioni della commissione non hanno un peso legale e non vincolano il dipartimento di Giustizia che non è obbligato a perseguire Trump. 

Le accuse rappresentano però un segnale politico importante, soprattutto in vista della candidatura di Trump alle Presidenziali 2024.

 

 

Fonti e approfondimenti

Draper R., Broadwater L., “Inside the Jan, 6 Committee”, The New York Times, 23/12/2023

Final Report”, Select Committee to investigate the January 6th attack on the United States Capitol, December 00, 2022 117 Congress Second Session House Report 117-000

Grisales C., “Read the Jan. 6 committee’s report and recommendations for preventing another riot”, NPR, 23/12/2022

Rubin J., “Opinion: 5 things we learned in the Jan. 6 committee’s stunning hearing”, The Washington Post, 22/07/2022

Zanona M., Wu N., “GOP defections over Jan. 6 commission deliver rebuke to McCarthy”, Politico, 19/05/2021

 

Editing a cura di Elena Noventa

 

 

Be the first to comment on "Spiegami Capitol Hill: le indagini e l’inchiesta"

Leave a comment

Your email address will not be published.


*


%d