Spiegami Capitol Hill: cos’è successo il 6 gennaio 2021

Immagine generata con supporto AI © Lo Spiegone CC BY-NC

Sono passati due anni dall’assalto di Capitol Hill del 6 gennaio 2021, uno degli avvenimenti che più ha segnato la politica statunitense degli ultimi anni. 

Solo poche settimane fa, la Commissione d’inchiesta bipartisan istituita dal Congresso ha terminato il suo lavoro, pubblicando un rapporto che ricostruisce quanto accaduto e ne accerta le responsabilità. In questo articolo ci soffermeremo sugli eventi della giornata, mentre in un secondo esploreremo il percorso e i risultati della Commissione.

L’inizio dell’assalto

Il 6 gennaio 2021 era la data prevista per l’inizio dell’incarico presidenziale di Joe Biden, che nelle precedenti elezioni del novembre 2020 aveva battuto il presidente in carica Donald Trump.

Erano stati organizzati diversi eventi a sostegno del presidente uscente, tra cui la “Save America March” presso l’Ellipse a Washington D.C.: la mattina del 6 gennaio, i manifestanti hanno circondato il monumento e diverse persone tra cui il consigliere e avvocato di Trump, Rudolph Giuliani, hanno tenuto discorsi nel parco. 

L’ex sindaco di New York si è rivolto alla folla, sostenendo le teorie complottiste secondo cui il risultato delle elezioni era stato truccato dai democratici con l’utilizzo di diversi escamotage, tra cui le macchine per il voto alterate. Lo stesso Trump ha tenuto un discorso in cui ha dichiarato che non avrebbe mai concesso la vittoria a Biden, criticando i media e chiedendo a Mike Pence, allora vicepresidente, di ribaltare i risultati elettorali (cosa che non rientra nel potere costituzionale della carica da lui detenuta). Trump ha esortato poi i suoi sostenitori a marciare pacificamente verso il Campidoglio, dove si riunisce il Congresso.

Verso le ore tredici, centinaia di partecipanti alla “Save America March” hanno lasciato l’evento per avanzare verso l’edificio del Campidoglio mentre altri li hanno raggiunti a seguito di alcuni post pubblicati sui social pro-Trump, tra cui Gab e Parler, che contenevano richieste di azioni violente. Gruppi di estrema destra come i seguaci di QAnon, l’esercito di Groyper e i Proud Boys hanno partecipato  alla rivolta.

 

L’ingresso in Campidoglio

Le violenze sono iniziate un’ora più tardi. Le barricate attorno al perimetro del Campidoglio, presidiate dalla polizia, sono state violate: i rivoltosi hanno oltrepassato i controlli di sicurezza entrando così nell’edificio. Al momento dell’interruzione, la sessione congiunta del Congresso stava votando per accettare i voti elettorali dall’Alabama (9) e dall’Alaska (3). Le Camere sono state quindi divise in modo che ciascuna potesse discutere separatamente e votare un’obiezione all’accettazione dei risultati certificati della lista degli elettori dell’Arizona sollevata dal rappresentante Paul Gosar e firmata dal senatore Ted Cruz del Texas, entrambi repubblicani.

La maggior parte delle persone coinvolte è semplicemente entrata a piedi nel Campidoglio, altri hanno usato funi e scale improvvisate, rotto le finestre e spruzzato agenti chimici contro le forze di polizia . Alcuni manifestanti erano in possesso di bandiere confederate, emblemi nazisti e indossavano indumenti antisommossa come elmetti, giubbotti e tenute militari. Fuori dall’edificio la folla si è scagliata contro la polizia, danneggiando i veicoli e lasciando un biglietto rivolto all’allora speaker della Camera Nancy Pelosi, con scritto “PELOSI IS SATAN” sul parabrezza di un’auto.

Sono stati trovati ordigni esplosivi improvvisati nella zona delle proteste: un dispositivo sospettato di essere un tubo bomba è stato rinvenuto vicino all’edificio del Comitato nazionale repubblicano (RNC). Una ricerca effettuata nell’area della prima bomba ha permesso di intercettare, sotto un cespuglio presso la sede del Comitato Nazionale Democratico (DNC), un altro tubo bomba.  I due ordigni, sono stati fatti esplodere in modo sicuro dagli artificieri. Un altro è stato trovato all’esterno del complesso del Campidoglio.

Nelle vicinanze è stato rinvenuto anche un veicolo contenente un fucile semiautomatico e una borsa termica contenente undici bottiglie molotov,  il che ha portato all’arresto di alcuni sospettati.

 

Il tweet di Trump e l’aggravarsi della violenza

Durante l’assalto, i membri del Congresso sono stati messi in sicurezza, il vicepresidente Mike Pence è stato scortato fuori dai servizi segreti, mentre dall’esterno si sono sentiti dei colpi. In quel momento un poliziotto, Eugene Goodman, inseguito da alcuni manifestanti fino al secondo piano, è riuscito a distrarre la folla facendo in modo che questa continuasse a tallonarlo lungo la scala, sviando così dalla stanza in cui i senatori si erano rifugiati, per evitare conseguenze ben più gravi.

Alle quattordici e trenta circa, Trump ha twittato che il vicepresidente Pence “non ha avuto il coraggio di fare quello che avrebbe dovuto essere fatto, mettendolo in una situazione molto rischiosa: il messaggio ha scatenato l’invio di risposte dai sostenitori di estrema destra, i quali auspicavano  che il vicepresidente venisse cacciato, mentre la folla davanti a Capitol Hill chiedeva dove fosse. 

Nel frattempo un agente in borghese ha sparato un singolo colpo in direzione di Ashley Babbitt, una partecipante all’assalto, uccidendola, mentre la stessa stava cercando di scavalcare una finestra, rotta in precedenza, a lato dell’ingresso che portava in un corridoio comunicante con l’aula della Camera dei rappresentanti. Alle 14:30, il Senato è stato evacuato, per poi essere occupato dalla folla, che ne ha preso brevemente il controllo.

Mentre i minuti si trasformavano in ore di violenza, il leader della minoranza al Senato Chuck Schumer e la presidente della Camera Nancy Pelosi hanno invitato Trump a chiedere ai suoi sostenitori di lasciare il Campidoglio. In un video su Twitter che è stato poi rimosso, Trump ha effettivamente detto loro di tornare a casa, ma ha ripetuto che le elezioni gli erano state “rubate” e ha detto di “amare” i manifestanti.

 

La fine del caos

I rivoltosi, di fatto, sono rimasti all’interno dell’edificio fino alle ore 18 circa, orario di inizio del coprifuoco imposto dal sindaco di Washington D.C., Muriel Bowser, a causa delle violenze in corso. I senatori sono tornati alla sessione due ore dopo,  per confermare i voti elettorali, ma l’edificio non è stato ritenuto sgombrato fino all’1:30 del mattino, a distanza di quasi 12 ore dall’inizio delle contestazioni.

Durante la giornata, il presidente eletto Joe Biden si è rivolto alla nazione, definendo le azioni dei sostenitori di Trump “un’insurrezione”. “La nostra democrazia è sotto un attacco senza precedenti“, ha detto, affermazione ripetuta poi durante un discorso al Congresso, a un anno dai fatti del 6 gennaio.

Quanto accaduto ha portato necessariamente alla composizione di una Commissione d’indagine bipartisan con il compito di capire di chi fosse la responsabilità di quanto accaduto, ritenuto un vero e proprio attacco alla democrazia statunitense.

 

 

Fonti e approfondimenti

Bruggeman L., Jacobo J., “Timeline: How pro-Trump protesters stormed the Capitol”, abcnews, 07/01/2021

Frenkel S., “How the Storming of Capitol Hill was organized on social media.”, The New York Times, 06/01/2021

Marinelli A, “Chi è Eugene Goodman, il poliziotto eroe che ha salvato la vita dei senatori americani”, Corriere della Sera, 11/01/2021

Mclaughlin E. C., “Before January 6, insurgents waving Confederate flags hadn’t been within 6 miles of the US Capitol”, CNN, 7/01/2021

Jacobo J., “A visual timeline on how the attack on Capitol Hill unfolded”, abcnews, 10/01/2021

Reeves J., Mascaro L., Woodward C., “Capitol Assault a more sinister attack than first appeared”, Associated Presse, 11/01/2021



Editing a cura di Alberto Pedrielli

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