Massa contro Milei: ballottaggio in Argentina

Immagine generata con supporto AI © Lo Spiegone CC BY-NC

Domenica 19 novembre i cittadini argentini si recheranno alle urne per scegliere il loro prossimo presidente. A contendersi il titolo sono Sergio Massa e Javier Milei, che nel primo turno delle elezioni hanno ottenuto, rispettivamente, il 37% e il 30% delle preferenze.

I sondaggi mostrano che ogni singolo voto conterà: per Circuitos Consultoras, Massa è in vantaggio con il 44,2% dei consensi contro il 42,1% di Milei, mentre secondo la società di sondaggi Proyección, sarà Milei a imporsi con il 44,6% mentre Massa si fermerà al 42,9%.

Massa rappresenta il peronismo, la storica forza politica che ha guidato il Paese più e più volte. Milei ha portato avanti una campagna elettorale bellicosa basata su una retorica anti-establishment, ispirandosi a Trump e Bolsonaro.

La grave situazione economica

Queste elezioni saranno di fondamentale importanza vista la durissima situazione economica che il Paese sta attraversando. Con un’inflazione che sfiora il 140%, il 40% della popolazione vive sotto la soglia di povertà, con famiglie di quattro persone che vivono con un reddito inferiore a 320.000 pesos (320 dollari). 

L’inflazione fa sì che il denaro perda rapidamente il suo valore: i prezzi crescono, senza che gli stipendi facciano altrettanto. Ciò incentiva gli argentini a spendere i loro soldi il prima possibile, il che a sua volta fa crescere ancora di più l’inflazione. Nei ristoranti e nei negozi i prezzi sono scritti su adesivi per poter essere modificati più volte a settimana. 

Il progetto di Milei

Javier Milei propone soluzioni estremamente dure per risolvere questi problemi, prima tra tutte la sostituzione del peso con il dollaro statunitense, che si accompagnerebbe alla chiusura della Banca centrale argentina. Tale politica sarebbe estremamente rischiosa: a inizio novembre un centinaio di economisti hanno firmato una lettera aperta per avvertire Milei e i cittadini argentini che la dollarizzazione dell’economia avrebbe effetti nefasti.

A tali idee in campo economico, Milei accompagna una dura critica dellestablishment, colpevole di aver sperperato le risorse nazionali per finanziare programmi sociali ritenuti inutili. Portando avanti una retorica anarco-capitalista”, Milei promette di tagliare la spesa pubblica del 15%, limitando quanto più possibile il ruolo dello Stato. 

Su altre tematiche, Milei promuove un discorso confuso e aggressivo. Si oppone all’aborto ma non al matrimonio omosessuale e alla legalizzazione della droga; ha sostenuto che i dati riguardo al numero di vittime della dittatura militare siano falsi; ha descritto il cambiamento climatico come una “menzogna del socialismo”; ha detto che Papa Francesco è un “imbecille” che rappresenta “il diavolo sulla Terra” e che sposterà l’ambasciata argentina da Tel Aviv a Gerusalemme. Secondo alcune fonti, Milei sosterrebbe di aver parlato con Dio, che gli avrebbe detto che nel 2023 sarebbe diventato presidente. 

A dispetto di queste sue idee più folkloristiche, Milei è sostenuto anche dalla destra più tradizionale. Dopo il primo turno, la candidata della coalizione Juntos por el Cambio (centro-destra), Patricia Bullrich ha chiesto ai suoi elettori di sostenere Milei. La capacità di Milei di catturare tali voti sarà fondamentale in quanto Bullrich ha ottenuto più di sei milioni di voti al primo turno. 

Il peronismo ripulito: la proposta di Sergio Massa

A sfidare Milei è il candidato del partito governativo peronista, Sergio Massa, lattuale ministro dell’Economia. Egli rappresenta l’ala moderata e centrista del peronismo: si è impegnato a rispettare gli impegni presi con il FMI e intrattiene ottimi rapporti con gli Stati Uniti, che storicamente hanno avuto una relazione complicata con i peronisti. 

A dispetto della grave crisi economica che non ha saputo arginare, Massa si è detto ottimista e ha promesso lavvio di una nuova fase di crescita, grazie alla conclusione di nuovi accordi commerciali e progetti che permetterebbero all’Argentina di sfruttare al meglio le sue risorse naturali. Massa propone infatti un modello economico di tipo estrattivista: per il candidato, saranno l’agricoltura e l’estrazione di litio, petrolio e gas a far arricchire gli argentini. 

Massa promette di portare avanti un governo di unità nazionale, coinvolgendo personalità di diversi partiti. La candidatura di Massa è quindi il tentativo del peronismo di presentarsi come l’unica forza politica in grado di tenere unito il Paese e di opporsi a Milei, presentato come sregolato e inesperto. 

In questo senso, Massa rappresenta un segnale di un cambiamento interno al peronismo: egli offre risposte ortodosse alle urgenze economiche del Paese e mostra un allineamento internazionale con gli Stati Uniti, in netto contrasto con i suoi predecessori. Il suo è un tentativo di ripulire limmagine del peronismo, promuovendo una nuova politica di stabilità e unità, superando gli scandali di corruzione e le lotte intestine.

L’impatto sulla politica estera 

I risultati di queste elezioni potrebbero generare un riassetto di alcuni legami globali dell’Argentina. Mentre Massa ha promesso continuità in questo campo, Milei ha aspramente criticato vari attori globali, dichiarando che “non farà accordi con i comunisti” in Cina o in Brasile. Allo stesso modo, mentre per Massa sarà fondamentale rafforzare il Mercosur, il blocco commerciale regionale, Milei ha sostenuto di volere che lArgentina esca dal blocco. 

Per Milei, l’Argentina dovrebbe allinearsi con gli Stati Uniti e Israele. Su questo tema, egli peraltro concorda con Massa, che è favorevole a un riavvicinamento con gli Stati Uniti e che ha mostrato un timido appoggio a Israele, distanziandosi dalla corrente kirchnerista del peronismo. E’ importante sottolineare che lArgentina ospita la più grande comunità ebraica dell’America latina, rendendo complesso per entrambi i candidati prendere una posizione nettamente contraria a Israele.

Le accuse di brogli

A pochi giorni dalle elezioni, Milei ha mostrato ancora una volta il suo carattere burrascoso quando, senza alcuna prova, ha denunciato ai media che ci sono state irregolarità nelle elezioni generali del 22 ottobre.

Milei si è poi scontrato direttamente con la giustizia elettorale. 

In Argentina, ogni partito è responsabile della stampa di una parte delle schede elettorali (l’elettore riceve una busta e nella cabina elettorale la riempie con la scheda del partito che vuole votare). Secondo gli organi della giustizia elettorale, il partito di Milei avrebbe consegnato un numero di schede limitato nella provincia di Buenos Aires. 

Il team di Milei ha sostenuto di voler conservare le schede fino al giorno del voto, per evitare che vengano manomesse o distrutte, cosa che sarebbe successa durante il primo turno. Di tali furti e manomissioni non risultano però esserci prove e infatti le accuse di irregolarità sono state diffuse sulla stampa, ma non sono state portate davanti ai tribunali. 

Queste accuse di brogli contribuiscono a rendere ancora più tesa la situazione in un Paese fortemente polarizzato e provato da anni di crisi economica. I cittadini argentini dovranno scegliere se fidarsi delle promesse di un peronismo in mutamento o se scommettere su una nuova figura che propone ricette innovative, ma potenzialmente pericolose.

 

Fonti e approfondimenti 

Colombo, Andrea, “La tentazione populista di Milei alle elezioni in Argentina“, Affari internazionali, 20 ottobre 2023.

Di Reda, Lorenzo, “La Grieta: breve storia del dualismo politico argentino“, Lo Spiegone, 16 luglio 2020.

Fest, Sebastian, “Javier Milei, un hombre al que pegaba su padre y que hizo clonar a su perro muerto, con el que habla gracias a una médium”, El Mundo, 19 agosto 2023.

Goñi, Uki & Phillips, Toni, “Economists warn electing far-right Milei would spell ‘devastation’ for Argentina“, The Guardian, 8 novembre 2023.

Sigal, Lucia, “Argentina election puts China, Brazil ties in the spotlight”, Reuters, 9 novembre 2023.

 

 

Editing a cura di Alberto Pedrielli

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