Il conflitto israelo-palestinese nei democratici statunitensi

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Immagine generata con supporto AI © Lo Spiegone CC BY-NC

Negli ultimi anni, il Partito democratico statunitense è diventato più critico di Israele, mostrandosi più sensibile e vicino alla difesa dei diritti dei palestinesi. Tuttavia il rapporto fra le parti più progressiste del partito e quelle più tradizionali resta complesso. La divisione si basa sulle rispettive sensibilità e su questioni di politica internazionale che mettono la realpolitik al centro della visione statunitense nella regione. Una Grand Strategy che non ha mai portato a una messa in discussione dello stretto alleato mediorientale.

La posizione verso Israele

Qualche decennio fa, la difesa a oltranza di Israele non avrebbe arruffato più di tanto le piume del partito. Oggi invece si registra una spaccatura tra l’amministrazione, alcuni membri del Congresso e l’elettorato.

La questione israelo-palestinese sta sollevando un problema di consenso per Biden, che all’inizio del suo mandato aveva promesso che non avrebbe abbandonato la tutela dei diritti umani nella sua politica estera. L’amministrazione si ritrova in un certo senso “calcificata” nella politica USA-Israele del passato e dal suo fianco sinistro le critiche diventano sempre più esplicite. La pressione sul governo di Netanyahu intanto aumenta, come testimonia la recente astensione in sede di Consiglio di sicurezza dell’ONU. Eppure a livello interno gli ultimi sviluppi non sembrano smuovere più di tanto le cose. 

La questione israelo-palestinese negli elettori  

In occasione delle primarie, è emerso un certo dissenso nei confronti del presidente. Specialmente dalle comunità arabo-statunitensi, molti elettori hanno votato senza schierarsi facendo preoccupare gli analisti democratici in vista delle prossime elezioni. In Stati chiave, come il Michigan, disperdere anche solo poche migliaia di voti potrebbe rivelarsi decisivo per le sorti elettorali.  

Il sanguinoso procedere del conflitto ha diviso ulteriormente i cittadini negli ultimi mesi. Fra i democratici, il sostegno sia ai palestinesi che agli israeliani è aumentato a scapito di chi non si schiera. Un sondaggio dello scorso febbraio, fatto da Ipsos e dal Chicago Council on Foreign Affairs, rivela che i Dem hanno fatto un piccolo spostamento verso i palestinesi. A differenza della controparte repubblicana che continua a favorire Israele.

Inoltre, riguardo alle esportazioni militari verso Israele, più della metà (53%) degli intervistati concorda sul fatto che dovrebbero esserci restrizioni in modo che “non si possano utilizzare tali aiuti per operazioni militari contro i palestinesi”. Il 40% dei repubblicani ha sostenuto questa opzione, rispetto al 64% dei democratici e al 52% degli indipendenti.

Le divisioni dell’elettorato democratico 

Lo spostamento democratico nei confronti dei palestinesi appare confermato da un sondaggio Gallup più recente, secondo il quale 49% degli intervistati si mostra favorevole verso di loro, contro il 38% della controparte israeliana. Tuttavia guardando a tutti i numeri e ai quesiti posti, la maggioranza di tutti i gruppi generazionali e partitici vede ancora Israele con un occhio più favorevole.

I più vicini alla causa palestinese appaiono i giovani. Un divario generazionale che contribuisce a rafforzare la percezione che Biden sia vecchio e abbia idee superate. Cosa che potrebbe procurargli qualche difficoltà nel pescare voti in questa categoria elettorale.

La questione israelo-palestinese nella politica 

Il leader della maggioranza al Senato Chuck Schumer ha avvertito che dare un sostegno partigiano a Israele danneggia “la causa dell’aiuto a Israele”. Nel mese di gennaio, 49 dei 51 rappresentanti Dem al Senato si sono espressi in favore della soluzione a due Stati. Molti di loro hanno spinto l’amministrazione a fare di più per affrontare il pesante costo sui civili dell’escalation militare.

Cambiamenti repentini sono però improbabili finché una generazione più giovane di politici democratici non acquisirà influenza. E in ogni caso, rimane improbabile che la politica statunitense diventi nel prossimo futuro anti-israeliana. Se non per il fatto che i leader potrebbero diventare più cauti nell’inviare aiuti militari, prestando maggiore attenzione al punto di vista palestinese.

La questione israelo-palestinese alle elezioni 

I politici repubblicani, d’altro canto, rimarranno fermamente filo-israeliani anche in futuro, il che probabilmente rafforzerà il crescente divario partitico. In vista delle elezioni, si va quindi a delineare uno scenario in cui gli elettori che hanno a cuore la causa palestinese potranno scegliere tra un presidente filo-israeliano e un candidato più filo-israeliano. 

Gli elettori più anziani di solito hanno tassi di affluenza alle urne più elevati rispetto agli elettori più giovani. Ma gli elettori più giovani hanno aiutato Biden a vincere contro Trump nel 2020 e saranno importanti nel 2024. Se è difficile prevedere che questa ragione costi la vittoria ai democratici, il futuro è ancora da scrivere. 

 

Fonti e approfondimenti

Anderson, K., “The bipartisan consensus in Favor of Israele is broken, but when will it change U.S. policy?”, War on the Rocks, 08/04/2024

Davis, S., “U.S.-Israel politics set to roil Democratic primaries”, NPR, 05/04/2024

Saad, L., “Democrats’ Sympathies in Middle East Shift to Palestinians”, Gallup, 16/03/2024

Taylor, A., “Democrats grew more divided on Israeli-Palestinian conflict, poll shows”, The Washington Post, 29/02/2024

Toosi, N., “Joe Biden is not planning to solve the Israeli-Palestinian conflict”, Politico, 04/06/2021

Ward, A., “The Israeli-Palestinian conflict is exposing a deep schism in the Democratic Party”, Vox, 13/05/2021

Zengerle, P., “Nearly all US Senate Democrats back two-state solution for Israel and Palestinians”, Reuters, 25/01/2024