Lo spettro di Putin si aggira per l’Europa

un primo piano di Putin
@Пресс-служба Президента Российской Федерации - Wikimedia Commons - License CC BY 4.0

“Uno spettro si aggira per l’Europa: lo spettro del comunismo. Tutte le potenze della vecchia Europa si sono coalizzate in una sacra caccia alle streghe contro questo spettro: il papa e lo zar, Metternich e Guizot, radicali francesi e poliziotti tedeschi.” Così si apre “Il Manifesto del Partito Comunista”, scritto da Karl Marx e Frederich Engels nel lontano 1848. Ad oggi il comunismo è quasi ormai un lontano ricordo, ma nello spazio post sovietico e in Europa, sta prendendo forma una nuova posizione politica: il “Putinismo”.

Dopo il crollo dell’Unione Sovietica nel 1991, la Russia ha attraversato un gravissimo periodo di instabilità economica e politica. L’elezione di Boris Elcin, rimasto in carica fino al 1999, ha coinciso con la liquidazione del comunismo e la minaccia del disfacimento dello stato. Il passaggio troppo rapido ad un’economia di mercato senza una vera e propria transizione, ha provocato una crisi economica senza precedenti: le privatizzazioni hanno distrutto i settori pubblici e strategici russi, facendo arricchire dirigenti ed ex funzionari del Partito Comunista dell’Unione Sovietica. Il risultato della mala gestione economica, è stato quello di  aver portato miseria ed emigrazione di massa, perdita di una patria e di un’appartenenza, ma soprattutto la formazione di regimi “familisti“, mafiosi, autocratici. La nascita e il superpotere degli oligarchi russi, sarà una vera e propria spina nel fianco, debellata in larga parte solamente grazie alle politiche repressive dell’attuale Presidente della Federazione Russa: Vladimir Putin.

Perché Putin è così amato in Russia?

Vladimir Putin, Presidente della Federazione dal 1999 al 2008 e rieletto nel 2012, ha visto  nei primi anni del suo governo il reddito dei cittadini russi aumentare di più di tre volte. Nonostante la recente crisi economica russa, causata dal calo del prezzo del petrolio, dal crollo del valore del rublo e dai danni economici procurati dalle sanzioni internazionali, secondo un sondaggio dell’unico centro di ricerche demoscopiche indipendente in Russia (Lavada), il Presidente è in cima agli indici di gradimento con l’86%. Ricchi e poveri sostengono Putin, in quanto unico uomo forte in grado di combattere la corruzione e soprattutto di riportare la Russia allo status di superpotenza. L’ex membro del KGB è riuscito a cavalcare l’onda dell’insofferenza russa per il crollo dell’Unione Sovietica attraverso il patriottismo, che è diventato una vera e propria risorsa: il 18 marzo 2014, con l’annessione della penisola della Crimea e della città autonoma di Sebastopoli, gli indici di gradimento del Presidente sono saliti inesorabilmente. “Make Russia Great Again” sembra questo il motto (ripreso dalla campagna elettorale di Trump) che si diffonde nella mente del cittadino medio russo, che infatti ha accolto Putin come l’artefice di un riscatto da una doppia umiliazione: quella della storica sconfitta dell’Unione Sovietica e quella dell’anarchia russa post 1991.

Il “Putinismo” ha davvero conquistato tutti, anche l’Europa. Il Parlamento europeo ha tentato di limitare “l’effetto Putin” in una risoluzione approvata a Strasburgo, dove accusa esplicitamente Mosca di finanziare partiti e altre organizzazioni all’interno della Unione Europea di ispirazione antieuropeista e non solo. Secondo il rapporto inoltre, viene criticato il sostegno russo alle forze di estrema destra, alle forze populiste e ai movimenti che negano i valori fondamentali delle democrazie liberali. Con questo l’UE tenta di limitare le campagne di disinformazione di “RussiaToday, pseudo-agenzie di stampa e service come Sputnik, social media e troll sul web per sfidare i valori democratici e dividere l’Europa”.

Secondo un recente studio dell’AtlanticCouncil, intitolato “The Kremlin’s Trojan Horses”, viene spiegato come il Cremlino si sia infiltrato tra i partiti e i politici europei. L’obiettivo finale di questa strategia è quello di seminare discordia tra gli stati membri dell’Unione, destabilizzando i diversi sistemi politici europei. La Russia cerca di infiltrarsi nella politica dei vari paesi influenzando e inculcando, un punto di vista filo-russo nell’ordine internazionale. Le strategie applicate sono focalizzate sulla costruzione di alleanze politiche con gruppi e singoli politici appartenenti anche ad ideologie differenti. Dallo scoppio della crisi economica del 2008, che ha provocato recessione e sfiducia nel modello economico occidentale, il Cremlino ha visto la possibilità di aumentare la sua sfera di influenza nel vecchio continente.

La Francia, scossa da una profonda crisi politica, che ha portato i cittadini alla sfiducia verso le istituzioni, allo sviluppo di movimenti antisistema, e soprattutto, all’aumento del peso politico dell’estrema destra populista del “Front National”. La leader, Marine Le Pen, ha modernizzato e rinnovato i principi del partito, facendo ricorso a elementi sempre più estremisti, come l’antisemitismo, il razzismo, il cattolicesimo radicale. Le Pen ha inoltre introdotto nuovi obiettivi come la difesa della laicità dello stato contro Isla e la denuncia  all’Unione Europea di aver smantellato la sovranità dello stato-nazione francese. Il Front National è uno dei più grandi partiti euroscettici europei ed il più grande sostenitore delle politiche russe. Il FN è anche l’unico grande partito di estrema destra ad aver accettato apertamente il sostegno finanziario della Russia: infatti nel 2014 ha ricevuto 9 milioni di euro in prestito; nella primavera del 2016, Le Pen, dopo essersi vista rifiutare un prestito dalle banche francesi, ha chiesto a Putin un ulteriore finanziamento di 27 milioni di euro per preparare le campagne presidenziali e parlamentari del 2017.

In Germania la cancelliera Angela Merkel è stata aspramente criticata da quasi tutte le forze politiche, a causa della gestione dei rifugiati siriani, considerata troppo liberale. Il crescente indebolimento della cancelliera, ha coinciso con un rafforzamento dei suoi avversari politici: la destra populista euroscettica dell’“Alternatif fur Deutchland”. Il partito guidato da Frauke Petry sta diventando un vero e proprio pezzo nello scacchiere politico tedesco: nelle elezioni locali del 2016 ha infatti ottenuto importanti risultati in Sassonia-Anhalt con il 24,3%, nel Mecklenburg-Vorpommern con il 20,8%, e a Berlino con il 13,8%. AfD Insieme al partito di sinistra “Die Linke”, sono le forze politiche a favore di uno stop alle sanzioni economiche contro la Russia. Anche la forza extraparlamentare antisistema e anti Islam, il movimento PEGIDA, descrive Putin come unica alternativa alla influenza degli Stati Uniti e alla burocrazia di Bruxelles. E’ difficile dimostrare i collegamenti diretti tra PEGIDA e funzionari russi. Tuttavia, durante gli eventi del movimento sono sempre presenti bandiere e media russi, come ad esempio RTdeutsch, fornendo regolarmente la copertura streaming delle manifestazioni. AfD, PEGIDA, e il partito neofascista (Partito Nazionale Democratico) sono anche collegati a gruppi politici di destra russi: infatti l’ex presidente NPD Udo Vogt, ha partecipato ad un congresso con molti partiti di destra a San Pietroburgo nel marzo 2015. L’organizzatore principale di tale evento è stato il partito nazionalista russo Rodina, collegato a Dimitri Rogozin, vice primo ministro responsabile per il complesso militare-industriale ed esponente antioccidentale all’interno della leadership russa. Gli obiettivi del Cremlino sono di minare e mettere in discussione l’approccio della leadership tedesca: nella campagna per le prossime elezioni federali in Germania, la Russia giocherà un ruolo di primo piano. Il Partito Social Democratico, partito di maggioranza, cercherà di prendere le distanze dalle politiche della Merkel, e le altre parti politiche, come Die Linke e AfD utilizzeranno in campagna elettorale temi legati alla politica della Russia per mettere in discussione la cancelliera.

Nel Regno Unito la mancanza di una cultura comune con la Russia, sia a causa della quasi totale assenza di cristiani ortodossi, sia per il distacco inglese dal comunismo, lo rende meno vulnerabile e più diffidente nei confronti di Mosca. Solamente negli ultimi anni, a causa del crescente aumento dei consensi delle forze populiste, Putin ha la possibilità di prendere piede anche a Londra: la vittoria della “Brexit” nello scorso referendum ha indebolito l’Unione Europea. Un’Europa frammentata rende molto più facile alla Russia di influenzare i singoli Stati e anche indebolire il rapporto Europa-Stati Uniti. La campagna del “Leave” è stata guidata da Nigel Farage e dal suo partito UKIP su temi in materia di immigrazione, portando la propria posizione più vicino a quelle radicali del Front National francese e del AfD. Il partito euroscettico inglese è il più filorusso del paese, ma a causa della legge elettorale maggioritaria uninominale ha problemi di rappresentanza e quindi di visibilità: infatti alle ultime elezioni il UKIP ha raggiunto il 12,6% delle preferenze (3,88 milioni di voti), ottenendo solo 1 dei 650 seggi della Camera dei Comuni.

In Italia il partito euroscettico populista di destra Lega Nord, costituisce il principale partner politico filorusso nel paese. Strenuo oppositore alle sanzioni russe, l’attuale leader Matteo Salvini ha fondato l’associazione “Amici di Putin”, con il fine di contribuire a pacificare i rapporti diplomatici, politici ed economici tra Italia e Russia, stritolati dalle disposizioni europee contro Mosca. Oltre alla Lega ci sarebbero alcuni esponenti del Partito Democratico, ma il documento non occupandosi nel dettaglio delle faccende italiane, non fa apertamente nomi.

Putin è riuscito ad allargare la propria sfera di influenza ben oltre i paesi europei dell’ex blocco socialista: nessuno a questo punto è immune dal fascino del putinismo, che ormai cerca di mettere radici anche nella parte occidentale europea. L’obiettivo della strategia, attraverso dei “cavalli di Troia”, è quello di costruire una rete di leader politici alleati e soggetti alla Russia, in grado di destabilizzare ulteriormente l’unità europea.

 

Fonti e approfondimenti

http://www.economist.com/news/leaders/21709028-how-contain-vladimir-putins-deadly-dysfunctional-empire-threat-russia

http://www.levada.ru/eng/indexes-0

Leave a comment

Your email address will not be published.


*


%d