Vazquez bis: com’è cambiato l’Uruguay dal dopo Mujica a oggi

Vazquez
@GobiernodelaRepublicamexicana - Wikimedia Commons- CC BY 2.0

Essere il successore (e al tempo stesso il predecessore) di un uomo dalla personalità e dal peso politico di Pepe Mujica, non dev’essere facile. Dalla legalizzazione della cannabis, passando per la depenalizzazione dell’aborto e l’accoglienza di profughi siriani, sono stati diversi i provvedimenti ‘rivoluzionari’ messi in atto dal Presidente uscente. A raccogliere questa pesante eredità è, dal 1 marzo 2015, Tabaré Ramón Vázquez Rosas, già presidente uruguayano dal 2005 al 2010.

Anche se provenienti dalla stessa coalizione (il Frente Amplio), la distanza che intercorre tra Vazquez e Mujica, tanto sul piano umano quanto su quello politico, è evidente.

Il primo, medico oncologo classe 1940, percorre i primi passi politici a fianco del Partito Socialista. Quando i socialisti, insieme ad altre realtà di sinistra, si coalizzano per creare il Frente Amplio, Vazquez viene candidato a sindaco di Montevideo arrivando a vincere le elezioni del 1990. Rappresentante dell’area più centrista della coalizione, Vazquez verrà candidato alla presidenza dell’Uruguay per tre volte prima di diventare, nel 2005, il primo presidente di sinistra della storia del Paese. 

Tra le forze che compongono il Frente Amplio va annoverato il Movimiento Nacional de Liberación-Tupamaros (MNL-T) in cui milita (e per il quale ha combattuto dal 1966 al 1972) José “Pepe” Mujica. Il futuro presidente dell’Uruguay venne arrestato con gli altri dirigenti tupamaros dai militari della dittatura di Bordaberry  (1973). Soltanto con la restaurazione della democrazia nel 1985 i prigionieri politici poterono uscire dalle carceri. 

Sobrio, ma allo stesso tempo elegante, misurato e calmo nel parlare, Tabaré Vázquez differisce in quasi tutto dall’austero, e (quasi) contadino, Pepe Mujica. Poco portato alla discussione filosofica, i punti forti di Vazquez hanno a che vedere molto di più con il pragmatismo e con la capacità di comando. 

A partire dal discorso inaugurale  del 1 marzo 2015, Tabaré Vazquez ha messo subito in discussione alcune politiche portate avanti dalla precedente amministrazione (peraltro già osteggiate quando egli era solo membro del parlamento).

Vazquez ha sottolineato la necessità di una ‘profonda analisi’ degli effetti riscontrati nella società uruguayana a seguito dell’arrivo di rifugiati siriani e di sopravvissuti dalla prigione di Guantanamo. Il governo Mujica, infatti, aveva ricevuto un gruppo di quarantadue rifugiati siriani e di sei ex prigionieri di Guantanamo, con la promessa che questo fosse solo il primo passo per un’accoglienza più ampia. Sotto il governo Vazquez questa misura è tutt’ora pendente.

Nel discorso davanti al Parlamento il neo presidente ha messo subito in chiaro le priorità del suo governo: educazione pubblica, sanità e la possibilità, per tutti,di avere una casa.

Per raggiungere questi obiettivi, Vázquez ha posto come conditio sine qua non il richiamo ai valori propugnati da José Artigas (1764-1850), comandante inflessibile nella lotta per la libertà, per la repubblica e per i diritti degli ultimi. La figura di Artigas serve per riportare le diverse forze politiche all’unità nazionale: “Dobbiamo analizzare e discutere insieme, e con il rispetto dei diversi percorsi [politici ndr], per raggiungere questi obiettivi”.

Il richiamo all’unità del popolo uruguayano si trova anche nell’analisi di Vázquez sulla difficile situazione internazionale: “Nel mondo stanno succedendo cose orribili. Poche volte nella sua storia l’umanità si è vista tanto scossa e colpita, tanto sopraffatta come in questi tempi. La violenza, la paura, il terrore, la intolleranza campeggiano in distinte regioni del nostro pianeta, ma l’Uruguay sa dove cercare la soluzione per riportare giustizia e diritti”.

A tal proposito, pur giustificando le persone che hanno votato Donald Trump negli Stati Uniti (“La gente a volte ha paura e cerca la sicurezza, l’ha sempre cercata, fin dal tempo delle caverne”), Tabaré Vazquez ha affermato a una corrispondente della televisione tedesca Deutsche Welle (DW) che il decreto anti-migranti promosso dal Tycon è “terribile e triste”.

Anche se lontano dal pensiero trumpista, Vázquez non è vicino nemmeno a quella parte di America del Sud con cui Mujica non disdegnò essere associato. Il messaggio dunque è passato chiaro: Ortega,Morales e Maduro non avranno più un canale privilegiato per l’Uruguay.

Discorso diverso, invece, per quanto riguarda il neo presidente argentino Mauricio Macri. Nonostante il probabile fallimento del progetto del rigassificatore tra Uruguay e Argentina, Tabaré Vazquez mantiene con Macri rapporti molto buoni, sia sotto il profilo personale che sulle questioni di politica economica. Questa situazione è avvantaggiata dalla posizione di dominio dei due Paesi nel cosiddetto Mercosur (mercato comune dell’America meridionale). 

La linea economica, invece, era stata più volte criticata a Pepe Mujica, in particolar modo per la non chiara distinzione dei ruoli di comando: due squadre economiche con due visioni spesso distanti (Ministero dell’Economia e Ufficio di Pianificazione e Bilancio). A tal proposito il neo presidente uruguayano ha dichiarato che nel suo governo non ci sono fraintendimenti in merito a chi detta la strada economica da intraprendere.

Tra le eredità del precedente governo, Tabaré Vázquez si è dovuto confrontare anche con la legge che ha legalizzato il mercato della marijuana. Osannata e invidiatissima all’estero, la legalizzazione della marijuana in Uruguay voluta dall’ex presidente José Mujica, ha dato risultati altalenanti. Finora, infatti, in quello che è stato il primo Stato al mondo a legalizzare la coltivazione e la vendita di marijuana (rendendola monopolio di Stato), solo 50 farmacie su 1200 hanno aderito al piano per la compravendita legale della cannabis. 

Vázquez, che da parlamentare aveva fortemente osteggiato la riforma di Mujica, ha dichiarato: “Mi sembra assurdo che le farmacie vendano marijuana. È incredibile, ma se la legge lo autorizza, allora così sia. Da parte nostra manterremo alta l’attenzione e, in qualsiasi momento, se dovessimo vedere che non funziona, non avremo dubbi sul mettere in atto le correzioni necessarie.”

Tra i provvedimenti che segnano la distanza tra Vazquez e il suo predecessore, c’è da annoverare anche la legge sull’aborto.

Già nel 2008, durante il suo primo mandato, Vazquez, con l’appoggio dell’allora ministro della salute María Julia Muñoz, pose il veto per “motivi biologici e filosofici” a un disegno di legge già approvato dal Senato che, seppur in maniera restrittiva, legalizzava l’aborto.

Nel 2012, però, prima di lasciare la presidenza (e con Mujica già al comando), Vázquez firmò un nuovo progetto per legalizzare l’interruzione di gravidanza. Dopo questo provvedimento dichiarò che, se fosse tornato al potere, non avrebbe più modificato la legge.

Nel 2013 Pablo Abdala, deputato del Partido Nacional, ha promosso un referendum per abrogare la legge del governo Mujica, ma la partecipazione al di sotto della soglia richiesta (8,88% a fronte del 25% richiesto per legge) ne ha invalidato l’esito.

Tra le misure del governo bis di Vázquez che hanno fatto discutere, c’è anche una disposizione nei confronti dei settori più violenti delle hinchadas (curve) uruguayane che troppo spesso vanno allo stadio grazie ai biglietti gratuiti elargiti dalle società: “Dobbiamo impegnarci per combattere questa piaga perché alla famiglia uruguayana piace il calcio. Il governo lavorerà in questa direzione. Se improvvisamente la polizia reagisce contro uno di questi criminali che lo vuole colpire con un bastone,non dite ‘cattiva la polizia’. Io non sto parlando di uso del grilletto o del manganello, ma chi agisce con violenza deve essere fermato”.

Dopo due anni di nuovo governo Vázquez, l’Uruguay che si presenta ai nostri occhi è ancora lontano dal vincere le sfide che si era prefissato. Qualcosa è cambiato e qualcos’altro sta cambiando, ma la strada tracciata dagli ultimi dodici anni di governo frenteamplista non è più ignorabile. 

 

 

Fonti e Approfondimenti:

http://www.biografiasyvidas.com/biografia/v/vazquez_tabare.htm

http://titaudgvirtual2.blogspot.it/2015/03/analisis-del-sistema-politico-del-pais.html

http://www.elpais.com.uy/informacion/vazquez-denuncio-asonada-barras-argentina.html

http://www.cidob.org/biografias_lideres_politicos/america_del_sur/uruguay/tabare_vazquez_rosas

 

 

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