La Corsica nelle Presidenziali francesi

Immagine generata con supporto AI © Lo Spiegone CC BY-NC

Di Giuseppe Cugnata

Con un PIL pro capite di 26.300 euro, la Corsica è una tra le regioni più povere della Francia, posizionandosi ben al di sotto della media nazionale del 2015 di 32.000 euro. Le ragioni del ritardo della Corsica in termini di sviluppo economico (e non solo) sono riconducibili in gran parte alla condizione di insularità che penalizza questa terra sotto molti punti di vista.

La Corsica è “distante” dalla Francia continentale, ciò comporta la difficoltà di approvvigionamenti, il rincaro dei prezzi di trasporto, il tempo supplementare per raggiungere le realtà insulari, i costi aggiuntivi delle infrastrutture, la lontananza dai grandi poli di sviluppo economico e lo scarso scambio culturale. L’assenza di ricchezze naturali e la limitatezza del mercato interno sono fra le prime cause per comprendere le ragioni della debolezza economica dell’isola. I dati ci mostrano come non vi sia in sostanza non c’è un tessuto produttivo perché non c’è niente da “trasformare” e tanto meno ci sono i compratori. Questo spiega lo scarso radicamento del settore industriale ed anche le piccole dimensioni delle imprese. Queste micro-imprese non sono in grado di contrastare la concorrenza esterna, nella maggior parte dei casi francese, che può vantare prezzi più bassi sfruttando le economie di scala.

La Corsica, inoltre, è culturalmente lontana da una patria che non le è “madre” in quanto i corsi hanno una lingua ed una cultura autonome ed originali, rispetto a quella francese. I sentimenti di indipendenza e di insofferenza nei confronti dello stato francese sono portati avanti dai gruppi separatisti, che tramite canali e modalità diverse manifestano da sempre il loro distacco e antagonismo verso il continente.

Le elezioni presidenziali del 2017, che si stanno dimostrando imprevedibili, la domanda da porsi è come voterà l’isola e quali sono i fattori più importanti per determinarne la regione.

Il voto “all’opposto” della Corsica

Nel 1972 alla Corsica fu stato concesso uno status di autonomia speciale, ma il dibattito politico è rimasto sempre caratterizzato da un clima più violento rispetto al resto del Paese. Le ultime immagini degli scontri fuori da un comizio della Le Pen ad Ajaccio parlano chiaramente: in Corsica il sentimento nazionalista e separatista non si è mai sopito e ciò  comporta delle peculiarità rispetto alle altre regioni. Dal 2015 la regione è retta da una giunta di autonomisti sostenuta dal partito separatista. Il dato che può essere ammirato è che puntualmente, fatta eccezione per la quarta repubblica e per il periodo a cavallo della Guerra d’Algeria, la Corsica ha sempre votato all’opposto rispetto al candidato preferito nel continente. Era già successo all’epoca del governo giacobino di Robespierre, quando il primo partito nell’isola rimase a lungo quello filo-inglese e indipendentista di Pasquale Paoli, “u Babbu di a Patria”; o ancora quando, caduto il secondo impero, l’isola rimase un bastione del bonapartismo, ,ma vi sono stati anche altri esempi di questa opposizione nel corso della quinta repubblica.

Politicamente possiamo constatare, come afferma Sampiero Sanguinetti, nel suo libro “La Corse, entre clanisme et nationalisme” come nell’isola siano maturate tre diverse tendenze nel corso dei diversi tipi di elezioni. In occasione delle presidenziali, i Corsi hanno sempre votato in maggioranza per la destra repubblicana (da De Gaulle fino a Sarkozy), durante le elezioni legislative il voto ha sempre virato invece verso la sinistra moderata, in particolare verso il Parti radical de gauche, erede della sinistra pre-socialista della Terza repubblica, mentre per quanto riguarda le elezioni regionali e territoriali i partiti nazionalisti hanno raggiunto, soprattutto negli ultimi anni, dei risultati straordinari.  L’estrema destra, pur avendo uno zoccolo duro all’interno dell’elettorato e pur avendo trovato in passato nell’isola anche una base strategica per le attività paramilitari (si pensi all’OAS e alla già citata strategia di pressione contro la minaccia comunista negli anni 60), non è mai stata al centro delle dinamiche politiche.

Il fenomeno del “clanismo”

L’elemento fondamentale per capire la politica corsa, che avvolge tanto le dirigenze dei partiti separatisti quanto quelle dei partiti nazionali, e che potrebbe giocare un ruolo rilevante nella battaglia per il primo turno è quella del “clanismo”. Con questo termine si intende il fatto che dall’indipendenza avvenuta nel 1755 dalla Repubblica di Genova per opera di Pasquale Paoli e poi lungo la dominazione francese, il potere politico nell’isola sia stato sempre retto, sotto monarchia o sotto repubblica, da un ristretto numero di famiglie. I cognomi rimangono sempre gli stessi (Gavini, Rocca Serra, Giacobbi) e sono presenti tuttora negli scranni che rappresentano la Corsica nelle assemblee nazionali e regionali. Da uno studio più approfondito quello che emerge è una vera e propria cinghia di trasmissione tra i partiti e la popolazione, rappresentata dai capostipiti della famiglia, i cosiddetti capi di partitu”, che sono molto più attivi rispetto alle segreterie nel ruolo di catalizzatori della partecipazione popolare. Certo il clanismo, in quanto fenomeno puramente locale, ha influenzato maggiormente le elezioni legislative e regionali, ma è prevedibile che in uno scenario instabile, come quello delle attuali presidenziali, possa giocare un ruolo non di poco conto.

Il voto FN in Corsica

Se diamo un’occhiata ai sondaggi vediamo che questi danno attualmente Le Pen come favorita nell’isola con il 29% delle preferenze. Non bisogna però cadere nella facile trappola di spiegare la presenza di un forte voto anti-sistema come la semplice reazione istintiva alla crisi economica e alla massificazione della paura contro i migranti, come è stato constato per altri casi celebri (Trump, Brexit, Europa dell’est). Trattare il fenomeno “Le Pen” come una patologia momentanea e aspettare che faccia il suo corso significa privarsi delle analisi accurate che occorrono a combatterla.

Occorre anche considerare come nello scenario corso agiscano due fattori che potrebbero portare ad un esito delle elezioni diverso da quello prospettato: il primo fattore è quello della rimonta della sinistra di Mélenchon, che è riuscita nell’arco di qualche settimana a spogliare di diversi punti percentuali non soltanto l’amico-rivale Hamon, quanto proprio il partito della Le Pen. In secondo luogo va considerato come la popolazione isolana rimanga indissolubilmente legata al fattore del separatismo, o quanto meno dell’autonomia, e quindi l’attacco degli antifascisti indipendentisti al comizio della Le Pen la scorsa settimana vada letto nel quadro della repulsione contro il Front National. La motivazione è sempre quella che abbiamo descritto poco fa, cioè una vera e propria intolleranza di una parte considerevole della popolazione isolana alle novità che vengono dal continente, specie se si presentano sotto forma di partito ultranazionalista, centralista e liberticida come quello in questione.

Il voto del prossimo 23 aprile ci regalerà certamente delle sorprese. A prescindere dai risultati, però, occorre tenere a mente che l’ottica centralista con la quale, in genere,  gli Stati europei hanno ragionato e lavorato negli ultimi cinquanta anni sembra che venga sempre più abbandonata. È necessario capire che regioni come la Corsica (così come le altre isole del Mediterraneo) debbano essere guardate come dei laboratori politici dotati delle proprie peculiarità, del proprio valore e della propria importanza e che difficilmente si appiattiscono sulla realtà nazionale continentale.

 

 

Fonti e Approfondimenti:

https://it.m.wikisource.org/wiki/La_cooperazione_regionale_in_ambito_UE:_il_caso_della_Corsica

Sampiero Sanguinetti, La Corse entre clanisme et nationalisme, Albiana, 2014

http://www.corsenetinfos.corsica/La-Corse-Bleu-Marine-Sondage-Exclusif-Paroles-de-Corse-Opinion-of-Corsica-C2C-Corse_a26693.html

http://fr.euronews.com/2017/04/14/dernier-sondage-terrible-suspens-pour-le-premier-tour-de-la-presidentielle

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