Panama, canale e crocevia di ricchezze

Panama
@Christian Córdova - Flickr - Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)

La conformazione territoriale dell’istmo di Panama ne ha segnato il destino come nazione di transito e scambio. Uomini e merci l’attraversano diretti e provenienti dai quattro angoli del globo. In un ciclo continuo nel quale solo il denaro sembra fermarsi.

Questa Nazione infatti, conquista la propria indipendenza grazie ad un contenzioso economico tra gli Stati Uniti e la Colombia, di cui ha fatto parte fino al 1903. Il governo Roosevelt, perseguendo il progetto della costruzione del famoso canale, venne ostacolato dal rifiuto colombiano di autorizzare i lavori. Per questo, inviarono la cannoniera USS Nashville ad assicurare il successo delle truppe indipendentiste panamensi, mobilitate e finanziate da Philippe Bunau-Varilla, maggior azionista dell’impresa francese incaricata della costruzione del canale. A seguito della vittoria, il neonato governo firmò il Trattato Hay – Bunau-Varilla, che garantiva agli Stati Uniti il permesso di costruire il Canale, la proprietà esclusiva della zona circostante la struttura e il monopolio della sua gestione. Così iniziò l’epoca del Big Stick, politica statunitense di intervento, armato e diplomatico, negli affari interni degli altri stati del continente americano.

Nel 1989 George Bush, ammiratore del presidente Roosevelt, autorizzò un secondo intervento militare americano “old-school” sul territorio di Panama. Finalizzato, in questo caso, a destituire la dittatura militare di Manuel Noriega ed esportarvi la democrazia. Quell’anno l’impero sovietico incominciava a crollare e per gli Stati Uniti si apriva l’opportunità di sbarazzarsi di quei personaggi violenti e corrotti, utili fino a quel momento per contenere l’estendersi delle ideologie socialiste nell’America latina. Dai primi anni ’70, infatti, l’intelligence americana era al corrente del coinvolgimento del Generale Noriega nelle operazioni di riciclaggio e traffico di droga. Nonostante questo, il suo operato e il suo regime convissero nella sostanziale acquiescenza del governo americano, che sfruttò la sua posizione di capo dell’intelligence panamense, e poi di dittatore, anche per aggirare il divieto del Congresso nel sostenere militarmente i Contras del Nicaragua (ribelli di estrema destra) nella loro guerra contro il governo sandinista. Dopo aver perso le elezioni nel maggio del 1989 e averle annullate per mantenere il potere, l’operazione dell’esercito americano “just cause” depose il suo regime militare, restaurando il governo del candidato vincente Guillermo Endara. Come primo segnale di netto cambiamento rispetto al suo predecessore, Endara fece convertire l’esercito in un corpo di polizia, rendendo Panama il secondo stato al mondo army-free.

Risulta chiaro quindi, come gli interessi geopolitici degli Stati Uniti d’America siano stati di vitale importanza per il cammino di questo piccolo stato centroamericano. Il taglio dell’istmo di Panama ha consentito di diminuire drasticamente il costo dei trasporti da una costa all’altra degli USA e di confermare il loro assoluto predominio economico-militare sull’America Latina fino al 31 dicembre 1999, quando la proprietà del canale è tornata al governo panamense. Il 10% dell’intera economia del paese dipende da esso e anche il settore terziario, che oggi produce il 70% della ricchezza nazionale, si è potuto sviluppare grazie ai proventi derivati da questa colossale opera. Il primo tentativo di costruzione fu tentato dai francesi, nella seconda metà del 1800, e costò la vita a quasi 30.000 operai provenienti da tutto il mondo. In questa occasione è avvenuta anche la prima grande migrazione di etnia cinese della storia dell’America Latina. Il canale, completato nel 1914 e inaugurato ufficialmente nel 1920, è frutto di un capolavoro ingegneristico che unisce tre esperienze precedenti nella costruzione di canali: il canale di Briare, in Francia, del 1642, quello di Bridgewater del 1761 e Manchester del 1894, in Inghilterra. Inoltre, durante i lavori, venne allagata un’intera valle per costruire il più grande lago artificiale dell’epoca, il lago Gatun. Con una superficie di 425 km quadrati e una profondità di 26 metri. Nel 2007, per supportare il traffico di natanti sempre più grandi (enormi bastimenti che possono superare le 150.000 tonnellate), con un referendum indetto dall’ex presidente Martinelli, il popolo panamense ha autorizzato il governo a procedere all’ampliamento del canale, per consentire la rotta anche a questi carichi. Gli investimenti per questi lavori, terminati con successo nel 2016, sono derivati per la gran parte dal governo cinese, il cui interesse strategico verso l’America Latina non si limita a Panama, ma sogna anche la creazione di una canale in Nicaragua, attraverso il grande lago Cocibolca. A seguito di questi investimenti, l’attuale presidenza Varela ha rotto le relazioni diplomatiche con Taiwan dichiarando in un comunicato che “il governo di Panama riconosce che c’è soltanto una Cina nel mondo, che il governo della Repubblica popolare di Cina è il solo governo legale a rappresentare l’intera Cina, e che Taiwan è una parte inalienabile del territorio cinese”.

Il presidente Juan Carlos Varela, è stato eletto nel 2014 e dopo due anni è scoppiato lo scandalo denominato “Panama Papers”. Lo stato era stato depennato dalla cosiddetta “grey list” dei paradisi fiscali solo nel 2011, ma le pratiche di condizioni fiscali privilegiate per clienti esteri non si sono minimamente interrotte. Nel 2016, il giornale tedesco Süddeutsche Zeitung è entrato in possesso di 11,5 milioni di documenti per 2,6 terabyte di dati provenienti dagli archivi della società di assistenza legale Mossack Fonseca, grazie alla collaborazione di un ex dipendente dell’azienda. Questi dati contengono informazioni sul lavoro di Mossack Fonseca e sulle società nei paradisi fiscali che gestisce. Si tratta di 214.000 società e 14.000 clienti. Tra questi ci sono 143 politici di tutto il mondo (tra cui sei parlamentari britannici e 12 capi di stato), un membro della commissione etica della FIFA e 33 persone che sono state sanzionate per i loro legami con la Corea del Nord, la Russia, la Siria o l’Iran. Il governo e i legali dell’azienda hanno ribadito la legalità e la buona fede del lavoro della società, specificando come quest’ultima non sia mai stata accusata di attività illegali e di aver responsabilità limitata sull’uso che i suoi clienti fanno delle società che aiuta a creare e gestire.

Nonostante ciò, i numerosi scandali finanziari che hanno coinvolto questo lembo di terra negli ultimi anni, suggeriscono che ci sia qualcosa in più oltre il buon lavoro e la buona fede. Ad esempio, collegato al leak dei Panama Papers si trova il caso Waked. La famiglia Waked, proprietaria di La Estrella de Panamà, il più antico giornale del centro America, la catena di duty free La Riviera e la società di investimenti bancari Balboa, è stata accusata di riciclaggio di denaro attraverso l’emissione di false fatturazioni commerciali. Operazioni finanziarie necessarie per “pulire” i proventi derivati dal narcotraffico internazionale. Caso interessante è anche quello che riguarda l’ex presidente Ricardo Martinelli, di origini italiane e amico di Walter Lavitola, arrestato dopo una latitanza di 8 mesi nel 2012. Del rapporto tra i due, spiccano le tangenti richieste all’azienda Salini Impregilio S.p.a. (impresa italiana, partner negli ultimi lavori di ampliamento del canale), le spese addebitate a una sua società legata a Finmeccanica per finanziare una vacanza del presidente Martinelli in Sardegna e il coinvolgimento nello scandalo Odebrecht per corruzione internazionale. Lo scorso giugno, con l’accusa di aver intercettato illegalmente i suoi oppositori politici e controllato le comunicazioni dei suoi concittadini, l’ex presidente è stato arrestato in Florida dall’Interpol. 

 

 

Fonti e Approfondimenti:

Taiwan è sempre più isolata dal mondo

Panama Papers: soldi sporchi in un mondo di ombre

http://www.bancomundial.org/es/country/panama/overview

https://www.aiib.org/en/index.html

https://www.taxjustice.net/?s=panama

https://www.centralamericadata.com

https://panamapapers.icij.org/

http://www.limesonline.com/da-panama-a-kra-il-2015-e-lanno-dei-canali-e-della-cina/73708

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  1. L’Altra America: Panama | Lo Spiegone

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