Il Reddito di Cittadinanza e le lezioni del modello tedesco

Immagine generata con supporto AI © Lo Spiegone CC BY-NC

Di Vanessa Verena Wahlig e Francesco Chiappini

Sin dall’insediamento del governo giallo-verde aumentano curiosità, attesa e sicuramente nervosismo sul reddito di cittadinanza, architrave del programma del Movimento e parte fondante del contratto di governo sottoscritto con la Lega. Dopo l’approvazione della Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza, è attesa la proposta del Governo sul Reddito di Cittadinanza. Quale formulazione darà l’esecutivo a tale politica? Dopo aver analizzato il Revenu de solidarité active e l’esperienza francese andiamo ad analizzare l’esperienza tedesca.

Le radici delle riforme Hartz: lotta alla disoccupazione, flessibilità del mercato del lavoro e riforma del Welfare

In Germania con la riforma Hartz IV del 2005 si concluse il ciclo di riforme del mercato del lavoro e del welfare iniziato nel 2002 sotto l’impulso dell’allora Cancelliere Gerhard Schröder. La commissione, presieduta dal manager di Volkswagen Peter Hartz, racchiudeva al suo interno figure della società civile e dell’ imprenditoria tedesca ed aveva come scopo quello di indicare raccomandazioni utili ad ammodernare il mercato del lavoro e il welfare, al fine di ridurre l’alto tasso di disoccupazione che nell’ultimo decennio aveva attanagliato la Germania. Il quarto pacchetto di riforme nate dall’impulso della commissione prevedeva l’introduzione dell’Arbeitslosengeld II ovvero un reddito minimo garantito che attualmente ammonta a circa quattrocento euro.

In risposta alle raccomandazioni della commissione Hartz, quattro riforme furono attuate dal Governo SPD-Verdi tra 2003 e 2005, che comportarono:

  1. La creazione di agenzie per l’impiego dedicate a gestire il funzionamento delle riforme seguenti;
  2. Una serie di contributi, denominati “Ich-AG”, alle imprese per favorire l’innovazione imprenditoriale;
  3. Un meccanismo di condizionalità dei sussidi di disoccupazione che prevede una riduzione del 30% di questi al rifiuto di un’offerta di lavoro;
  4. La fusione dei sussidi per i disoccupati di lungo termine con i sussidi sociali.

Il motivo di base che spinse il governo tedesco a rivedere il proprio welfare fu principalmente l’eccessiva generosità che fino ad allora lo aveva caratterizzato. L’assetto pre-riforma era infatti basato sul mantenimento dei disoccupati al loro livello economico precedente alla perdita del lavoro. Hartz IV fa parte di un pacchetto di riforme più ampio, l’Agenda 2010. Tra i punti principali del piano vi è la fusione del sussidio di disoccupazione con l’assistenza sociale. La necessità di rimodulare il welfare nazionale in sintonia con una riforma del lavoro nasce dall’innalzamento della disoccupazione a seguito della riunificazione tedesca, infatti nel 1997 il tasso si attestava all’11,4% mentre nel 2002 toccò il 13%.

 

Come funziona Hartz IV?

I sussidi ai disoccupati si articolano in due livelli.

Il primo è rappresentato dall’Arbeitslosengeld I: garantito in genere per un anno dal decorrere dalla perdita del lavoro, l’ammontare è pari al 60% del precedente stipendio, cifra che può salire al 67% in caso di coppia con figli. AlG I attinge ai contributi versati dal lavoratore e dura fino a 12 mesi per disoccupati di età inferiore ai 50 anni, fino a 18 mesi tra i 50 e i 55 e per 24 mesi dai 55 fino ai 65. Solo dopo la fine di questo regime il disoccupato può entrare nel secondo livello, quello dell’Arbeitslosengeld II. L’AlG II assicura una cifra base per tutti i disoccupati. I beneficiari vanno dai quindicenni ai sessantacinquenni, ai quali sia possibile lavorare e che risiedono in Germania. Le condizioni sono la ricerca attiva di un lavoro, coadiuvati dalle agenzie per l’impiego e un percorso di formazione professionale. L’assegno mensile di 424 euro viene maggiorato in caso di figli, inoltre i Lander integrano l’assegno con il pagamento dell’affitto e del riscaldamento.

La condizionalità rende il modello tedesco particolarmente stringente: se il disoccupato rifiuta la prima offerta di lavoro l’assegno si riduce del 10%, al secondo rifiuto del 30% e si estingue al terzo. Inoltre, in caso di assenza ad appuntamenti presso i centri di formazione o presso gli uffici tecnici, il beneficiario deve presentare una giustificazione quale ad esempio un certificato medico.

Tredici anni dopo la riforma: effetti e prospettive. Gli attori coinvolti nell’attuazione della politica sono il governo centrale, che finanzia l’assegno, i governi locali che integrano l’assegno con le spese per la casa e il riscaldamento ed i centri per l’impiego.

Diversi studiosi ritengono che il pacchetto di riforme, compresa anche la maggior flessibilità del mercato del lavoro, abbia contribuito a risolvere i problemi che a inizio anni 2000 si erano posti. Dall’approvazione del pacchetto di riforme Hartz sono stati creati 2,5 milioni di posti di lavoro, il tasso di occupazione è salito dal 64,9% al 79,2% tra 2004 e 2017.

Hartz IV ha avuto due effetti opposti. Da un lato un effetto negativo nei confronti dei beneficiari del welfare tedesco: considerando la riduzione dei precedenti sussidi per la disoccupazione, i disoccupati strutturali (di lungo corso) hanno visto una riduzione netta dei sussidi ricevuti. Dall’altro, i disoccupati non strutturali sono avvantaggiati da un sistema che migliora l’incontro fra domanda e offerta di lavoro, da uno schema che assicura un reddito minimo e un’integrazione per le spese quali casa e riscaldamento, ma resta comunque per loro il rischio di diventare disoccupati strutturali. Più in generale, le riforme hanno da un lato aumentato l’occupazione e dunque la produzione, dall’altro ridotto il peso in termini finanziari del welfare tedesco. Dunque, i primi beneficiari del pacchetto di politiche sono stati gli occupati che hanno visto una diminuzione della tassazione sui redditi da lavoro.

Attualmente tutte le forze politiche discutono del destino di Hartz IV. Mentre la SPD (proponente della riforma) vuole ora abolirla, la CDU intende riformarla. I Verdi, forti dei recenti successi elettorali, propongono di rimodularla in un vero reddito base di circa 1000 euro al mese ed eliminare l’eccessiva condizionalità legata al beneficio. Perché dopo 13 anni si torna a discutere del destino di Hartz IV? Anche se i sussidi statali vanno a migliorare le condizioni dei disoccupati, per le famiglie e per i figli questa politica rappresenta un marchio, un peso sociale con cui è difficile convivere. Vivere in una “famiglia Hartz IV”, per milioni di minori, vuol dire vivere sotto la soglia di povertà con poche probabilità di uscirne e con enormi pregiudizi da parte della società.

 

Appunti per il Governo italiano

Una riforma come Hartz IV non può essere autosufficiente, come abbiamo visto venne inserita in un pacchetto di misure che andavano a rivoluzionare l’intero mercato del lavoro e a rimodulare il sistema di welfare. Per di più, la Germania si accingeva a portare avanti queste riforme per combattere l’alto tasso di disoccupazione facendo leva sull’abbassamento dei salari in funzione di un aumento dei posti di lavoro. Inoltre, il momento di avvio di queste riforme e la loro implementazione è stato parallelo a una fase espansiva dell’economia globale, neanche la crisi economica è riuscita a scalfire sensibilmente il trend di diminuzione dell’occupazione in Germania. La disoccupazione è così scesa dal 13% del 2002 al 3,4 di oggi. Ma, come abbiamo visto, Hartz IV e più in generale questo processo hanno molti lati oscuri.

L’alto grado di condizionalità nei confronti del beneficiario è il primo appunto per il Governo italiano. Non basta, ovviamente, limitarsi a prevederla a livello legislativo, ma occorre dotare le agenzie preposte all’erogazione dei servizi degli strumenti e del personale adeguati. Attualmente le centinaia di agenzie distribuite sul territorio tedesco contano un numero di dipendenti pari a circa 100 mila unità.

Una chiara ripartizione delle competenze tra diversi livelli di governo e tra questi e le agenzie è importante sia in ottica di efficacia della politica sotto il profilo dell’attuazione e del monitoraggio sia in ottica di ottimizzazione della spesa pubblica in ambiti quali l’housing e l’erogazione di servizi pubblici, compito assolto dai Lander in Germania.

 

 

Fonti ed approfondimenti

https://www.foreignaffairs.com/print/1120876

https://www.dw.com/en/german-issues-in-a-nutshell-hartz-iv/a-39061709

http://conference.iza.org/conference_files/WoLabConf_2018/woodcock_s5877.pdf

https://www.economist.com/europe/2004/12/29/hartz-and-minds

https://www.imf.org/external/pubs/ft/wp/2013/wp1342.pdf

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