Primarie 2020: domani è il giorno dell’Iowa

Immagine generata con supporto AI © Lo Spiegone CC BY-NC

Domani iniziano ufficialmente le Primarie USA 2020, con il primo voto nei Caucus dell’Iowa. Un appuntamento atteso da più di un anno, in cui le numerosissime candidature di molti esponenti democratici di spicco hanno creato un campo di sfidanti molto vasto, vario e combattuto.

L’Iowa sarà il primo momento in cui i candidati si misureranno, finalmente, con la prova del voto. Il risultato sarà combattuto, poiché molti candidati hanno qualche chance di vincere i Caucus – e per alcuni un buon risultato sarà fondamentale per mantenersi a galla.

Breve recap: cos’è successo negli ultimi 12 mesi

Le Primarie iniziano domani, ma sono nel vivo almeno da aprile 2019, quando l’ex vice di Obama, Joe Biden, è entrato in corsa. Da allora, Biden è stato sempre in testa nei sondaggi, affermandosi come candidato di punta per la nomination democratica. Il suo vantaggio si è però ridotto progressivamente negli ultimi mesi, prima nei confronti di Warren e, ora, di Sanders, che nelle ultime settimane ha lentamente colmato il gap.

I candidati sono stati numerosissimi, un record per le Primarie di entrambi i Partiti: ventisette in totale hanno corso durante queste elezioni. Soprattutto, al di là di qualche nome piccolo, moltissimi sono stati coloro i quali avevano alle spalle una storia politica importante. Tra sindaci di New York, rappresentanti alla Camera, senatori, ex Governatori e ben due plurimiliardari, la battaglia è stata accesa. Molti sono stati infine costretti a ritirarsi, soprattutto per mancanza di fondi e perché i sondaggi non lasciavano loro grandi speranze per la vittoria della nomination, limitando il campo attuale a undici candidati.

Cosa dicono i sondaggi nazionali

Degli undici rimasti, solo tre sono ascrivibili alla categoria dei frontrunner, ovvero quelli con serie chance di vincere la nomination. Al momento questi sono Biden, Sanders e Warren, che nei sondaggi si attestano rispettivamente al 26,7%, 21,7% e 15,0%. Biden e Sanders sono però avvantaggiati rispetto alla Warren che, nonostante sia l’unica assieme a loro ad avere medie nei sondaggi superiori al 10%, ha anche chance relativamente basse di vincere la nomination.

FiveThirtyEight, infatti, nelle sue proiezioni, vede Biden con il 46% di possibilità di vincere il 50%+1 dei delegati necessari per vincere la convention che si terrà a luglio a Milwaukee. Segue Sanders, che ha il 27% di possibilità di uscire vincitore da queste Primarie. Warren, invece, nonostante i buoni numeri nei sondaggi che la separano dal mucchio, ha solo il 6% di probabilità di risultare prima alla fine dei giochi. Nessun altro candidato, invece, va oltre il 4% di chance di vittoria finale.

Tra gli altri candidati, Bloomberg – che ha speso 200 milioni di dollari solo in advertising nelle ultime cinque settimane – e Buttigieg hanno numeri interessanti, coi sondaggi che li danno rispettivamente all’8,4% e al 6,9%. Le chance di vittoria di entrambi dipendono da un risultato convincente in Iowa e New Hampshire però, dove la maggior parte dell’elettorato è bianco. Nessuno di loro, infatti, ha numeri solidi tra neri o latinx, il che probabilmente compromette la competitività a fronte dei candidati di punta, che poggiano su una coalizione elettorale molto più trasversale.

Proprio il tema delle coalizioni elettorali merita uno spazio a parte, specialmente per i tre frontrunner. Ciascuno di loro poggia su gruppi di votanti molto diversi tra loro, anche alla luce delle loro proposte e della loro storia politica.

L’elettorato di Biden è il più conservatore. L’ex vice di Obama è il più tradizionalista nel campo democratico e le sue posizioni passate su temi come il segregazionismo o i tagli alla sanità lo rendono poco competitivo per l’elettorato progressista. Biden con ogni probabilità vincerà quindi il voto dei bianchi conservatori, soprattutto nelle zone rurali – il che lo avvantaggia in Iowa e New Hampshire. È inoltre molto forte tra i neri over 45, in particolare tra quelli della classe media, che hanno di solito posizioni piuttosto moderate.

Sanders ha la coalizione elettorale più diversificata per gruppo etnico ed è senza ombra di dubbio il candidato delle giovani generazioni. Nei sondaggi è di gran lunga il preferito per gli under 34, anche afroamericani, che fino a qualche mese fa erano considerati come un voto sicuro per Biden. Questo non dovrebbe sorprendere nessuno, viste le posizioni nette e progressiste di Bernie che hanno forte appeal tra i millennials, in particolare per quanto riguarda temi come il salario minimo, Medicare4All e la cancellazione dei debiti studenteschi.

Infine, Warren è in qualche modo a metà tra Biden e Sanders, riflesso delle sue posizioni progressiste, ma decisamente meno radicali rispetto a Bernie. La senatrice del Massachusetts è una liberale che sostiene forme moderate di welfare e spesa pubblica, il che la rende un buon candidato soprattutto per l’elettorato bianco, ben istruito e residente nelle aree più benestanti dei centri urbani. Non va malissimo tra le minoranze, ma è difficile immaginare che possa strappare una porzione significativa dei voti che per ora andrebbero ai due in testa ai sondaggi. Questo va a compromettere le sue chance di nomination, nonostante i numeri più che discreti nelle rilevazioni statistiche.

Cosa aspettarsi dalle elezioni in Iowa

L’Iowa è uno Stato in cui il 90,6% della popolazione è bianca e il 39% dei suoi cittadini vive ancora in aree rurali.

Queste caratteristiche geografiche e demografiche sono, come detto prima, a vantaggio di Biden che fa dell’elettorato bianco rurale il cardine della sua coalizione. Ciononostante, le proiezioni danno un testa a testa serratissimo tra lui e Sanders: entrambi hanno il 37% di probabilità di vincere la maggioranza relativa sia di voti che di delegati. Seguono Buttigieg, che ha il 15% di chance di ottenere la vittoria nello Stato – molto favorevole al candidato di South Bend, che ha una coalizione virtualmente priva del supporto delle minoranze – Warren, con l’11% e, infine, Klobuchar con il 4%.

Cinque candidati hanno quindi almeno l’11% di chance di ritrovarsi, martedì mattina, con la leadership provvisoria della corsa. Lo sguardo sarà, poi, già alle Primarie del New Hampshire dell’11 febbraio, dove una possibile doppietta di un candidato creerebbe un primo distacco vero tra gli sfidanti.

In Iowa, insomma, nessuno perderà la nomination, ma per tutti è un momento cruciale. Biden deve assolutamente vincere da subito, per evitare di vedersi attaccata di nuovo quell’etichetta di eterno perdente che potrebbe affossarlo in maniera repentina. Sanders deve colmare il gap che lo separa da Biden e deve guadagnare più delegati possibili in vista di una convention che, per lui più di ogni altro, sarà combattuta. Ciascuno degli altri, invece, non può perdere il treno dei frontrunner: due performance sottotono in Iowa e New Hampshire comprometterebbero definitivamente la corsa dei vari Warren, Bloomberg e Buttigieg, relegandoli nel dimenticatoio elettorale in vista dei prossimi appuntamenti.

Fonti e approfondimenti

Maggie Astor e Matt Stevens, “Iowa, Iowa, Iowa: This Week in the 2020 Race”, The New York Times, 01/02/2020.

Nate Silver, “The Iowa Caucuses Are In 4 Days. Almost Anything Could Still Happen”, FiveThirtyEight, 30/01/2020.

FiveThirtyEight, “Who Will Win The 2020 Democratic Primary?”.

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