Ricorda 2010: FLEC, la voce di Cabinda

Due giorni prima dell’apertura della Coppa delle Nazioni Africane (CAN) del 2010 in Angola, l’autobus della nazionale togolese venne mitragliato al confine tra Congo e Angola. L’attacco fu rivendicato dai guerriglieri separatisti dell’exclave di Cabinda.

L’attacco

A distanza di pochi mesi dai mondiali di calcio in Sudafrica, l’8 gennaio 2010 gli Sparrowhawk, nome della squadra nazionale togolese, furono vittima di un attacco mentre si stavano dirigendo in Angola per il CAN 2010. Il campo pre-torneo del Togo era quello di Pointe Noir nella Repubblica del Congo, a poco più di 100 km da dove si sarebbero giocate le partite, nella città angolana di Cabinda. Quest’ultima è separata dal resto dell’Angola, e piuttosto che sorvolare la loro destinazione verso la capitale Luanda e poi volare di nuovo a nord, il Togo scelse di spostarsi in autobus.

L’attacco che colse il bus togolese alla sprovvista quel venerdì era guidato da un movimento di guerriglieri angolani provenienti dall’exclave di Cabinda, regione separatista del Paese. Questo gruppo di ribelli, anche conosciuto come Fronte per la Liberazione dell’Enclave di Cabinda (FLEC), aprendo il fuoco ha provocato la morte dell’assistente allenatore Amélété Abalo, del segretario stampa Stan Ocloo e dell’autista dell’autobus, senza tener conto dei numerosi feriti tra i quali anche il portiere della squadra Kodjovi Obilalé.

Le conseguenze

Dopo l’attacco, nonostante la squadra avesse deciso di continuare la competizione per onorare il ricordo dei morti, il governo togolese decise di rimpatriare l’intera compagine. Il Togo non prese quindi parte al torneo e venne successivamente sanzionato dal CAF per interferenze politiche. La sanzione sarà però revocata grazie alla FIFA. Dopo l’attacco, a seguito di una riunione di crisi a Luanda, in cui è stato anche deciso che il vicepresidente del CAF si sarebbe recato personalmente nell’area per svolgere ulteriori indagini, fu deciso di non annullare il campionato, nonostante alcune delle partite sarebbero state giocate proprio a Cabinda e questo avrebbe potuto segnare un pericolo grave per tutti i giocatori.

L’indagine

Per l’attacco alla nazionale di calcio togolese, la polizia angolana arrestò due sospetti il ​​10 gennaio 2010. Come riferito dalla radio nazionale, citando il procuratore, gli arresti avvennero a Cabinda. In seguito altri 7 sospetti furono arrestati, ma tutto fu più chiaro quando una derivazione del FLEC ammise la responsabilità dell’attacco. Rodrigues Mingas, leader del movimento militare del FLEC (Flec-PM), dichiarò che i suoi combattenti avevano intenzione di attaccare le guardie di sicurezza mentre il convoglio attraversava Cabinda e che il suddetto attacco non era assolutamente mirato ai giocatori togolesi. Mingas presentò le sue più sincere condoglianze alle famiglie delle vittime e al governo del Togo, in quanto le loro azioni erano esclusivamente volte alla rivendicazione dell’indipendenza di Cabinda.

Cabinda

Cabinda è un’exclave dell’Angola – cioè un territorio dello Stato staccato dalla sua parte centrale e circondato da territori di altri Paesi (come enclave, ma visto in prospettiva diversa), in questo caso la Repubblica Democratica e Congo (Congo-Kinshasa) e Repubblica del Congo (Congo-Brazzaville). Nonostante ufficialmente essa faccia parte dell’Angola, i ribelli locali ne contestano lo status e combattono per la sua indipendenza. Vari gruppi armati e politici hanno lottato per l’indipendenza di questo territorio dal suo assorbimento in Angola. Le giustificazioni vanno dall’etnico/ linguistico, all’economico.

Da un punto di vista etnico gli argomenti per l’autodeterminazione si basano sul background culturale di Cabinda. Prima del Trattato di Simulambuco del 1885, grazie al quale Cabinda divenne un protettorato portoghese, esistevano tre regni: Cacongo, Ngoyo e Loango. La firma del Trattato di Simulambuco costituì uno spartiacque per la lotta per l’indipendenza di Cabinda. Sebbene il Trattato fosse essenzialmente uno stratagemma portoghese volto a proteggere il territorio a nord del fiume Congo, per i Cabindans servì a consolidare la base della loro identità, che aveva raggiunto una posizione speciale, completamente separata dalla colonia angolana.

I Cabindan appartengono all’etnia Bakongo la cui lingua è il Kikongo. Il Bakongo comprende anche la maggioranza della popolazione nelle province di Uíge e dello Zaire in Angola. Tuttavia, nonostante questa discendenza condivisa, i Cabindan svilupparono una cultura molto diversa e varianti distinte della lingua Kikongo. L‘unicità etno-culturale come base per l’autodeterminazione è stata contrastata con veemenza in Angola, sia dal governo che da eminenti intellettuali e personalità della società civile.

Da un punto di vista finanziario ed economico, invece, gioca un ruolo fondamentale il petrolio, scoperto alla fine degli anni ‘60. Nonostante le sue dimensioni ridotte, Cabinda e la sua area costiera ospitano infatti una considerevole quantità delle riserve petrolifere dell’Angola. Mentre le autorità locali ricevono parte delle entrate delle compagnie petrolifere sotto forma di tasse, i gruppi di opposizione lamentano che troppo denaro è destinato al governo centrale angolano.

L’Angola nel suo insieme ha attraversato una guerra civile che è durata dall’indipendenza fino al 2002, ma il conflitto di Cabinda ha imperversato molto più a lungo. Nel 2006, però, Antonio Bento Bembe, che rappresenta ancora l’organizzazione per l’ indipendenza del Fronte per la Liberazione dell’ Enclave di Cabinda (FLEC), ha firmato un accordo di pace con l’Angola a Brazzaville.

Nonostante questo, il sottogruppo FLEC-FAC, ovvero le forze armate di Cabinda, si sono opposte all’accordo, affermando che nonostante questa pace fittizia, la resistenza sarebbe a ogni modo continuata.

 

Fonti e approfondimenti

Kenyon, M., “Togo national football team attack: Survivors machine gun ambush, 10 years on“, BBC Sport, 8 gennaio 202

Ayari, R., “Togo Team Bus Fired Upon; Driver Killed, Two Players And At Least Two Others Also Shot“, Goal.com, 2010

Macdonald, E., Ndiaye, M., “The Cabinda Conflict: Background To The Togo Bus Shooting“, Goal.com, 2010

de Vries L., Englebert P., Schomerus M., “Secessionism in African politics, Aspiration, Grievance, Performance“, Palgrave Macmillan, 2019

Costa Almeida, E., “O Difícil Processo de Definição de Fronteiras e Pertenças Político-identitárias no Debate de Cabinda”, Centro de Estudos Africanos, Instituto Universitário de Lisboa (ISCTE-IUL), 2012

 

Grafica: Marta Bellavia – Instagram: illustrazioninutili_

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