Il sultano e le formiche: Ho Chi Minh City, la “perla dell’estremo oriente”

Ho Chi Minh
@Jim 陳 - Wikimedia Commons - CC BY-SA 2.0

Negli ultimi quarant’anni, il Vietnam ha conosciuto uno sviluppo economico vertiginoso. Se nel 1980 il PIL vietnamita raggiungeva appena i 25 miliardi USD, nel 2020 si attesta a circa 300 miliardi USD. La città che meglio incarna lo sviluppo economico avuto dal Paese e che ha maggiormente beneficiato delle politiche di liberalizzazione economica adottate dal partito comunista vietnamita è senz’altro Ho Chi Minh City. 

Uno dei fattori che ha contribuito alla rapida crescita economica del Paese e della città è stata infatti l’adozione nel 1986 della cosiddetta “Doi Moi” – politica della porta aperta. Attraverso la Doi Moi, il Vietnam ha abbandonato il modello economico pianificato di stampo comunista per creare una “economia di mercato di orientamento socialista” e attrarre capitali e investimenti esteri – sul modello della Cina di Deng Xiaoping

Cosmopolita e internazionale – in particolare se paragonata ad Hanoi, capitale politica situata a nord – Ho Chi Minh City è il motore economico del Vietnam. La città produce più del 23% del PIL nazionale – pur coprendo soltanto lo 0.6% del territorio nazionale e rappresentando l’11% della popolazione totale. Lo sviluppo economico della città è andato di pari passo con un’importante crescita demografica. Se nel 1950 Ho Chi Minh City contava poco più di un milione di abitanti, oggi sono oltre otto milioni e mezzo, con una densità abitativa di circa 4500 abitanti per chilometro quadrato (maggiore di Shanghai). Il tasso di crescita medio della popolazione si attesta attorno al 3% annuo e, secondo stime dell’ONU, la città avrà oltre dieci milioni di abitanti nel 2026. 

Da Saigon a Ho Chi Minh City

Conosciuta come Saigon, la città – fondata nel 1700 – originariamente non era che un piccolo villaggio commerciale, dove i mercanti cinesi, malesi, olandesi e portoghesi sostavano per acquistare la rinomata seta vietnamita. Dal 1862 al 1954, Saigon fu capitale del protettorato francese della Cochinchina. Fu in questo periodo, sotto il dominio coloniale francese, che la città cominciò a espandersi. I coloni francesi fecero costruire una rete di strade e palazzi residenziali e governativi, che resero Saigon la città più elegante dell’Indocina e le valsero il soprannome di “perla dell’estremo oriente”. 

Nel 1954, al termine della prima guerra d’Indocina, Saigon tornò sotto il dominio vietnamita e diventò capitale del Vietnam del sud. Avamposto americano durante la seconda guerra d’Indocina – meglio conosciuta come guerra del Vietnam – la città venne conquistata dalle truppe nordvietnamite nel 1975. Nel 1976 – anno della riunificazione del Paese – Saigon venne ribattezzata Ho Chi Minh City in onore di Ho Chi Minh, fondatore del Viet Minh – lega per l’indipendenza del Vietnam – e primo presidente del Paese.

Economia e fattori di crescita

Nel momento in cui il partito comunista vietnamita decise di aprire l’economia del Paese, Ho Chi Minh City godeva già di condizioni favorevoli per attrarre capitali stranieri. Le caratteristiche fondamentali, presenti ancora oggi, sono la sua posizione sul delta del fiume Mekong – che sfocia nel Mar cinese meridionale – e una solida rete infrastrutturale avviata in epoca coloniale francese. Così, la Doi Moi – che ha concesso il diritto all’impresa privata e all’uso privato dei terreni e incoraggiato gli investimenti esteri – ha accelerato il processo di globalizzazione del Vietnam e favorito lo sviluppo economico di Ho Chi Minh City. 

Il boom degli anni novanta

Negli anni novanta, Ho Chi Minh City e le province limitrofe ricevevano oltre due terzi degli Investimenti Diretti Esteri (IDE) totali diretti nel Paese. Gli IDE hanno trainato la crescita della città e il PIL di Ho Chi Minh City è aumentato a un ritmo medio del 10% negli anni novanta. Una simile crescita è continuata anche negli anni duemila, quando l’affermazione dei privati in vari settori dell’economia – commercio, servizi, manifattura – contribuì all’industrializzazione e alla modernizzazione della città. L’ingresso del Vietnam nell’Organizzazione mondiale del commercio nel 2007 ha dato un’ulteriore spinta propulsiva allo sviluppo economico della città. Dal 2011 al 2015, il PIL regionale di Ho Chi Minh City è cresciuto a un tasso del 9.6% annuo, l’1.6% più alto della media nazionale. Il PIL pro capite nella città è attualmente stimato a circa 4000 USD, maggiore del dato nazionale.

Hub commerciale e innovativo

Oggi, assieme alle sette province confinanti, Ho Chi Minh City forma la Southern Key Economic Region (regione economica del sud). Questa regione è l’hub commerciale e innovativo più grande del Vietnam, produce oltre il 60% delle entrate governative e riceve il 50% degli IDE. Oltre al più grande aeroporto nazionale – Tan Son Nhat International Airport – la città ospita le migliori università nazionali, importanti centri di ricerca ed è sede di numerose compagnie estere. Nei primi mesi del 2020 – nonostante la pandemia da COVID-19 – Ho Chi Minh City ha attratto USD 1.6 miliardi in IDE. I maggiori investitori stranieri sono Giappone, Singapore, Hong Kong e Corea del Sud e i principali settori di investimento sono quello delle costruzioni immobiliari, il settore scientifico-tecnologico e il manifatturiero

Organizzazione urbana

Ho Chi Minh City è divisa in diciannove distretti urbani – aree residenziali, commerciali e finanziarie – e cinque distretti suburbani, che sono invece prevalentemente rurali. Tra i distretti urbani più importanti, il Distretto 1 è il centro amministrativo ed economico della città mentre il Distretto 3 è più residenziale

Sviluppo urbano

Il volume di investimenti stranieri e l’aumento demografico rendono incessante la crescita urbana di Ho Chi Minh City. Si stima che tra il 2015 e il 2018 siano stati messi sul mercato oltre 35mila nuovi appartamenti, un numero più che triplicato rispetto al biennio 2012-2014. La domanda di immobili nella città è aumentata dal 2015, anche grazie all’introduzione di una legge che ha concesso agli stranieri – che rispondono a una serie di requisiti – il diritto di possedere una proprietà immobiliare in Vietnam.

Uno dei progetti più simbolici della città è senz’altro il grattacielo Landmark 81 – il più alto del Vietnam e il quattordicesimo al mondo – che si erge nel Distretto 1 e rappresenta metaforicamente l’enorme sviluppo economico della città. Questo simbolo sarà presto superato da Empire 88, un nuovo grattacielo parte del progetto “Empire City”, che prevede la costruzione di tre grattacieli che ospiteranno appartamenti di lusso, alberghi e addirittura un bosco orizzontale.

A Ho Chi Minh City si è venuto a creare un ciclo di investimento circolare e favorevole. La città attrae investitori per il suo potenziale di mercato; questi investimenti contribuiscono all’ulteriore sviluppo della città, che così attrae nuovi investitori. Al tempo stesso, questo incessante sviluppo urbano non è esente da aspetti negativi. Si stima infatti che, per fare spazio a centri commerciali, grattacieli e uffici, negli ultimi vent’anni siano stati distrutti oltre un terzo degli edifici storici della città

Progetti futuri

Data la sua importanza sul piano dell’economia e della produttività nazionale, né il governo vietnamita né gli amministratori di Ho Chi Minh City hanno intenzione di interrompere la spirale di crescita della città. Per mitigare gli effetti negativi della pandemia – peraltro limitati – il governo di Hanoi ha recentemente approvato un piano decennale che mira ad aumentare le risorse a disposizione della città. Si parla di un aumento del budget dal 18% al 24% nel periodo 2021-2025, fino ad arrivare al 28% nel quadriennio 2026-2030. Con queste nuove risorse a disposizione, Ho Chi Minh City intende finanziare progetti su larga scala, inclusi ulteriori progetti infrastrutturali.

Inoltre, Ho Chi Minh City sta per diventare la prima smart city vietnamita. Il progetto, avviato nel 2017 e giunto ormai alla sua seconda fase, prevede la creazione – attraverso l’Intelligenza Artificiale – di una infrastruttura digitale per l’amministrazione della città. Il progetto intende sfruttare la tecnologia blockchain – conosciuta nel mondo delle criptovaluteper creare un registro pubblico condiviso di tutti i processi governativi e amministrativi. L’obiettivo è quello di aumentare la trasparenza governativa e gestire in modo più efficiente la città – ad esempio, controllo del traffico, del trasporto urbano e monitoraggio ambientale.

In questo modo, Ho Chi Minh City sarà ancora più attraente agli occhi degli investitori esteri. Ma, come si dice, non è tutto oro ciò che luccica. Uno sviluppo economico e urbano così repentino ha inevitabilmente un impatto sulle fasce più vulnerabili della popolazione, nonché sull’ambiente circostante e sul tessuto sociale e amministrativo. Il prossimo articolo si concentrerà sui costi sociali, ambientali e non solo del processo di urbanizzazione e arricchimento di Ho Chi Minh City.

 

Fonti e approfondimenti

Du Phuoc Tan e Fukushima Shigeru, Transformation of socio-economic structure of Ho Chi Minh City under the Doi-Moi policy and the accompanying globalization process, Meijo Asian Research Journal, Vol.1 No.1, aprile 2009

Encyclopaedia Britannica, Ho Chi Minh City

Macrotrends, Ho Chi Minh City, Vietnam Metro Area Population 1950-2020

TechWire Asia, Vietnam’s Ho Chi Minh is on the path to becoming a globalized smart city, 18 settembre 2020 

The Asean Post, Vietnam’s Reforms Paying Off,  27 agosto 2018

VnExplorer, HCM City attracts 1.6 billion USD in FDI in first five months, 5 giugno 2020

We Build Value, A New Skyline for Old Saigon, 13 febbraio 2019

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