È passato più di anno dall’inaugurazione del più grande progetto infrastrutturale della Namibia post-indipendenza: l’ampliamento del porto di Walvis Bay.
Il progetto ha creato più di 2000 nuovi posti di lavoro e formato più di 600 operai specializzati, stando alle stime della China Harbour Engineering Company Ltd (CHEC), ovvero la compagnia cinese che ha costruito il porto tra marzo 2014 e agosto 2019. Il terminal per container costruito su 40 ettari di terreno bonificato in cinque anni dalla CHEC ha più che raddoppiato la capacità di carico del terminal, portandola a circa 750.000 container.
Il porto di Walvis Bay è gestito da Namport, l’autorità portuale nazionale namibiana. Situato al centro della regione costiera di Erongo, a ovest della capitale Windhoek, Walvis Bay offre un luogo di transito merci che collega l’Africa meridionale, l’Europa e l’America. L’ampliamento conclusosi nel 2019 ha previsto l’espansione strategica del terminal container, con l’obiettivo di alleviare la congestione delle merci e aumentare l’efficienza del porto. Il progetto ha permesso alla Namibia di diventare il “main gate” per i Paesi dell’Africa australe senza sbocco sul mare, come Botswana, Zambia e Zimbabwe.
Soldi africani, braccia cinesi
Il progetto di ampliamento del porto, costato circa 3,4 miliardi di ZAR (dollari sudafricani) – ovvero 252 milioni di dollari statunitensi – è stato finanziato interamente da enti africani: l’African Development Bank (ADB) ha elargito il 73% dei fondi sotto forma di prestito alla Namport, mentre il il Governo di Windhoek, ha coperto la restante parte.
Alla China Harbour Engineering Company l’autorità portuale namibiana ha affidato controllo dei lavori dall’inizio del 2014, anno in cui sono partite le operazioni di dragaggio e bonifica dell’area intorno a Walvis Bay.
Un porto sicuro per il dragone cinese
Il progetto ha subito destato l’interesse cinese. Oltre a facilitare il trasporto delle merci in tutta l’Africa meridionale, l’ampliamento di Walvis Bay ha permesso di cambiare la destinazione di molti dei container provenienti dalla Cina, che altrimenti sarebbero stati scaricati nei porti sudafricani. La Cina può quindi ora usufruire di un efficiente scalo commerciale evitando la forte tassazione sulle merci in entrata richiesta dal Sudafrica.
Inoltre, con lo scoppio della pandemia, l’espansione del porto si è rivelata essenziale, non solo per i cinesi. Con la chiusura degli scali sudafricani infatti, la gran parte delle merci dirette in Africa australe sono arrivate a Walvis Bay.
Inoltre, il progetto prevede anche il miglioramento dei canali di collegamento terrestri da e per il porto – come il rafforzamento della tratta autostradale Walvis-Windhoek Airport – e con le città di frontiera. La città di Rundu, per esempio, al confine con l’Angola, ha subito un rinnovamento infrastrutturale che ha riguardato strade, ferrovie e stazioni, per rendere più efficiente e veloce lo smistamento delle merci con Luanda. Lo stesso vale per la città di Katima Mulilo, che si trova alla fine della striscia di Caprivi, punto d’interesse strategico per collegare l’Oceano Atlantico con l’Oceano Indiano, passando per Maputo, in Mozambico.
L’ampliamento del porto e lo sviluppo delle infrastrutture terrestri della regione si incastrano perfettamente con il progetto cinese della Nuova via della seta. La Namibia per la sua posizione strategica, la sua situazione socio-politica stabile e le limitate restrizioni in campo di investimenti esteri, rappresenta per la Cina una comoda porta di ingresso nella regione meridionale del continente.
La difesa dell’ecosistema nella Costituzione namibiana
La difesa della biodiversità di Walvis Bay – tradotto “la baia delle balene” – è stato uno dei punti cruciali durante la stesura del progetto di ampliamento portuale.
Nel 1998 La Namibia è stato il primo Paese del mondo che ha incluso nella sua Costituzione articoli relativi alla protezione ambientale, precisamente nel capitolo 10 della carta costituzionale. Il capitolo 10 della Carta si riferisce alla figura dell’Ombudsman – descritta nell’art. 91, comma III – ovvero del difensore civico, che tra le sue funzioni ha il compito “di indagare sui reclami riguardanti l’eccessivo sfruttamento delle risorse naturali viventi, lo sfruttamento irrazionale delle risorse non rinnovabili, il degrado e la distruzione dell’ecosistema e l’incapacità di proteggere la bellezza e il carattere della Namibia”.
Per non andare contro la legislazione vigente, Namport e CHEC hanno assunto un team di esperti per occuparsi dell’ecosistema della baia. Geo Pollution Technologies (Pty) Ltd è l’azienda a cui è stato dato l’incarico di sviluppare l‘Environmental Management Plan (EMP), un piano per garantire che gli impatti ambientali del porto siano ridotti al minimo.
L’EMP propone delle misure di prevenzione dei potenziali impatti negativi sull’ecosistema della baia, che permette di limitare quelle potenziali misure correttive potenzialmente necessarie in futuro. Inoltre, promuove l’applicazione di misure di mitigazione per impatti inevitabili.
Walvis Bay al centro della politica di Namibia
Walvis Bay si inserisce in un più vasto progetto economico e politico del Paese.
Il Piano Namibia’s Vision 2030 e il National Development Plan del Presidente Hage Geingob considerano il settore dei trasporti e della logistica il traino della nuova economia namibiana. La strategia sul miglioramento dei trasporti si inserisce nel programma interregionale Integrated Transport Master Plan 2023, della Southern African Development Community (SADC), che propone lo sviluppo una rete di comunicazione all’avanguardia per il continente africano.
La posizione strategica della Namibia all’interno della regione, è da considerarsi un buon punto di partenza per le sua aspirazioni di affermarsi come fondamentale hub logistico. Inoltre, le sue infrastrutture di trasporto e comunicazione restano competitive rispetto a quanto disponibile nella regione. Il porto di Walvis Bay è uno dei più efficienti e meglio attrezzati dell’Africa.
La relativa stabilità del Paese garantisce anche che le merci trasportate su strada e su rotaia raggiungano le destinazioni previste senza manomissioni. Oltre a facilitare i flussi di importazioni, esportazioni e trasbordi attraverso la disponibilità di una buona rete logistica internazionale, attirerà anche altre industrie in Namibia. L’ambiente imprenditoriale della Namibia è relativamente favorevole, quindi la logistica ha la capacità di creare opportunità di lavoro sostenibili e di contribuire alla prosperità economica e alla riduzione della povertà.
Fonti e approfondimenti
African Development Bank, Namibia – New Port of Walvis Bay Container Terminal Project – Project Completion Report, 3 settembre 2020.
Carta Costituzionale della Repubblica di Namibia: http://afrikadu.cois.it/?p=239.
China Daily, Chinese terminal gives Namibia logistics edge, Windhoek, 13 Luglio 2020.
D&P engineers and environmental consultance, Proposed Construction & Operation of a Charcoal Processing and Packaging Plant in Walvis Bay, Erongo Region-Namibia: Environmental Management Plan (EMP) , Giugno 2019.
Geo Pollution Technologies Namibia, PORT OF WALVIS BAY COMMERCIAL HARBOUR ENVIRONMENTAL MANAGEMENT PLAN, Ottobre 2019.
Global Construction Review, China Gezhouba Group starts 107km railway in Namibia, 2 dicembre 2020, GCR staff.
NAMPORT, China Harbour project aims to turn Namibia bay into international logistics hub, Li Qiao, settembre 2019
Transport Planning Department, Transport and Urban Development Authority (TDA), Comprehensive Integrated Transport Plan 2018 – 2023, Città del Capo, Dicembre 2017.
Editing a cura di Giulia Lamponi.
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