La destra assaggia la vittoria europea nei Paesi Bassi

Lo stallo è finito. Dopo le novità degli ultimi giorni, i Paesi Bassi si spostano ufficialmente a destra. C’è infatti l’accordo per un nuovo governo nel segno del vincitore delle ultime elezioni: Geert Wilders. Il quale, tuttavia, non sarà Primo ministro. 

La coalizione di governo

I leader dei partiti resteranno infatti fuori dal governo, segnando il raggiungimento di un compromesso. Lo ha annunciato, dopo un periodo di gestazione di sei mesi, Wilders stesso alla stampa, apostrofando la cosa come “un’ottima notizia”. Il prossimo governo neerlandese sarà composto dal Partito per la Libertà (PVV) di Wilders, dal Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (VVD), dalla coalizione populista Farmer-Citizen Movement (BBB) e dal centrista New Social Contract (NSC).

Per molti la nascita di questo governo rappresenta un’altra conferma dell’aria che tira in Europa, con i sondaggi che prevedono una vittoria dei partiti di destra alle prossime europee. Per l’establishment dell’Ue il caso neerlandese potrebbe creare nuovi problemi legati al tema dell’immigrazione.

La coalizione vuole portare avanti la “politica di asilo più severa di sempre” attraverso una temporanea legge di crisi, rinunciando ad alcune norme dell’Ue sull’immigrazione. Una seconda questione spinosa è l’allargamento del blocco dei 27 Paesi. I Paesi Bassi erano già uno degli attori più fermi su questo nell’Unione, sostenendo che gli Stati dovrebbero muoversi verso l’adesione sulla base di riforme interne e non per considerazioni geopolitiche. È molto probabile che la nuova coalizione sosterrà ancora più saldamente questa posizione.

Le posizioni politiche

Le posizioni frugali olandesi probabilmente verranno ancora più esasperate. L’ex Primo ministro Rutte era già conosciuto come “Mr. No” a Bruxelles per essersi opposto a qualsiasi forma di prestito congiunto dell’Ue. Quando Rutte ha dato il via libera al fondo di ripresa post-pandemico da 700 miliardi di euro dell’Ue nel 2020, Wilders lo aveva accusato di aver buttato via i soldi dei contribuenti olandesi per salvare gli “italiani evasori fiscali”. 

Le sue posizioni contrarie all’espansione del bilancio o all’aumento dell’indebitamento congiunto sono ben note. Tutte questioni che saranno al centro dei prossimi negoziati sul nuovo bilancio pluriennale dell’Ue, che entrerà in vigore nel 2028. 

Ma anche sulla transizione ecologica, il PVV di Wilders ha sempre avuto posizioni più “estreme”. Ha infatti sempre minimizzato i pericoli del riscaldamento globale, cercando senza ottenere dai suoi partner di governo la richiesta di uscire dagli accordi di Parigi. 

Inoltre, sull’agricoltura il nuovo governò cercherà di fare pressioni su Bruxelles per rinegoziare la politica comunitaria sull’azoto e ottenere una nuova deroga alle regole. Nonché per ammorbidire la definizione delle aree più inquinate. Allo stesso tempo, ha ottenuto nelle trattative l’eliminazione di una serie di misure tra le quali un aumento pianificato della tassa sulla CO2 e l’obbligo di sostituire le caldaie a gas fossile con pompe di calore elettriche. 

Il voto europeo 

In vista delle prossime europee, il partito di Wilders è ancora in testa ai sondaggi. Dai Paesi Bassi probabilmente arriveranno a Bruxelles nuovi rappresentanti nei gruppi della destra, a fronte di un’erosione di quelli di centro e sinistra. Una tendenza che, con buona probabilità, si registrerà in diversi Paesi. 

 

Fonti e approfondimenti

Cokelaere, H., Hartog, E., “How Geert Wilders turned all corners of Dutch society into far right voters”, Politico, 16/05/2024

Euronews Polls Centre, Euronews

Hartog, E., “Geert Wilders grins: ‘The sun is going to shine again in the Netherlands’”, Politico, 16/05/2024

Hartog, E., “Far-right Geert Wilders announces new Dutch government deal”, Politico, 15/05/2024

Politico staff, “Watch out Brussels, Geert Wilders’ new Dutch government is coming”, Politico, 15/05/2024