di Ilaria De Gennaro
C’é un pezzetto di Francia quasi in ogni continente e non perché il vino e i formaggi d’oltralpe siano universalmente esportati.
La complessitá amministrativa del paese, ereditá del suo passato coloniale, é un groviglio di denominazioni e status giuridici differenti. Cerchiamo di fare un pó di chiarezza.
La locuzione “Francia d’oltre mare” designa i territori extraeuropei della Repubblica francese, principalmente nelle Antille ( Guadalupa, Martinica), nell’Oceano Indiano (La Riunione, Mayotte) e nell’Oceano Pacifico (Polinesia Francese e Nuova Caledonia), ma anche in America del Sud (Guyana) e nelle acque canadesi (Saint-Pierre e Miquelon).
Ai fini della nostra trattazione é necessario differenziarli dal cosiddetto esagono, che denomineremo, invece, “Francia metropolitana”.
Gli abitanti di queste regioni sono di nazionalitá francese, partecipano del diritto di voto e sono sottoposti a condizioni di elegibilitá identiche a quelle degli altri francesi, partecipano direttamente all’elezione del Presidente della Repubblica e sono rappresentati in seno all’Assemblea nazionale (il parlamento francese) da 22 deputati. Nonostante questi tratti in comune la pluralitá di status territoriali risponde alle diverse esigenze dettate da un mosaico di specificitá geografiche, linguistiche e culturali estremamente variegato.
▪ DOM-ROM: “Dipartimenti e Regioni d’oltremare” (Guadalupa, Martinica, Guyana e La Riunione).
Collettivitá integrate nella Repubblica francese allo stesso titolo delle regioni della Francia metropolitana, da cui si differenziano per il fatto di essere monodipartimentali (costituite da un solo dipartimento) e per la maggiore autonomia legislativa e amministrativa di cui dispongono.
Sono sottoposti alla legislazione dell’UE, in quanto parte integrante della Francia, e a quella francese, salva la facoltá costituzionalmente riconosciuta di adattare alcune leggi nazionali alle loro esigenze specifiche.
▪ COM : “Collettivitá d’oltremare” (Mayotte, Saint-Pierre-et-Miquelon, Saint-Barthélemy, Saint-Martin e Wallis e Futuna). Beneficiano di uno status particolare che accorda loro maggiore autonomia, in quanto concepite come entitá distinte dallo Stato francese. Detengono, a tenore della Costituzione, un potere regolamentare per l’esercizio delle loro competenze amministrative.
▪ COLLETTIVITÁ SUI GENERIS (Nuova Caledonia, e TAAF Terre Australi e Antartiche Francesi)
▪ POM : “Paesi d’oltremare in seno alla Repubblica” (Polinesia francese e Nuova Caledonia). Sono gli unici che possono eventualmente ottenere la propria indipendenza dalla Francia.
Per quanto riguarda i rapporti con l’Unione europea, due sono gli acronimi che figurano nel vocabolario comunitario: RUP e PTOM.
▪ Le RUP (Regioni Ultra periferiche) sono territori facenti parte integrante dell’UE ma che godono di uno status particolare in ragione della loro lontananza. Rientrano nel novero, tra le altre, le francesi Guyana, Guadalupa, Martinica e La Riunione.
▪ Lo status di PTOM , “Paesi e territori d’oltremare”, é disciplinato dall”art 182 del Trattato istitutivo della CE, che auspica l’instaurazione di strette relazioni economiche da parte della Comunitá con i territori extraeuropei che intrattengono relazioni particolari con Danimarca, Francia, Peaesi Bassi e Regno Unito, al fine di promuoverne lo sviluppo economico, sociale e culturale. A differenza delle RUP, i Paesi e territori d’oltremare non fanno parte dell’Unione europea e non sono membri dello spazio Schengen benché dipendano da un paese facente parte. Conseguenzialmente, la legislazione europea non trova diretta applicazione in queste realtá territoriali, che possono peró beneficiare di fondi europei per lo sviluppo della Banca centrale europea. Tuttavia, benché non siano destinatari del diritto comunitario derivato, i loro cittadini nazionali dispongono della cittadinanza europea, e partecipano alle elezioni dei rappresentanti del loro paese al Parlamento europeo.
La relativa prosperitá della Francia d’oltremare stride con la realtá economica e sociale dei paesi vicini, che vi guardano come a delle piccole oasi opulente. Si tratta di ricchezza quantitativa e qualitativa, perché ad un PIL piú alto si somma un indice di sviluppo umano nettamente superiore a quanto registrato nelle aree geografiche circostanti.
Le casse di questi territori sono abbondantemente rinvigorite da flussi finanziari provenienti dalla Francia metropolitana, stabiliti da contratti di sviluppo nazionale e da convenzioni specifiche per le collettivitá piú svantaggiate, come Mayotte o Wallis-et-Fortuna. Oltre a questi finanziamenti, la Polinesia francese é destinataria di una dotazione economica annua aggiuntiva, a titolo di riconversione dell’economia post-CEP (Centro di sperimentazione del Pacifico), chiuso dopo la fine degli esperimenti nucleari.
Ai sussidi economici nazionali, si sommano, poi, quelli dell’UE, che contribuisce allo sviluppo delle aree con aiuti finanziari di entitá variabile a seconda del grado di integrazione della collettivitá nell’UE. I DOM, ad esempio, percepiscono consistenti fondi strutturali. I PTOM invece non beneficiano dei fondi strutturali, ma sono destinatari di crediti meno sostanziosi provenienti dal fondo europeo per lo sviluppo (FED).
Questi incentivi economici ne fanno delle piccole isole di ricchezza, ma rischiano di tradursi in sterile assistenzialismo, se non accompagnati da efficaci politiche di sviluppo locale. E l’aumento degli interventi statali e i nuovi sgravi fiscali accordati, rischiano di apparire un semplice palliativo per stemperare il clima di tensione sociale che spesso si respira in oltremare. I nomi esotici di questi territori evocano spiagge sconfinate, mari cristallini e flora tropicale, in realtá, sono confrontati a sempre maggiori difficoltá sociali che rischiano di innescare moti e proteste di piazza. Emblematica, l’ondata di protesta che nel 2009 ha infiammato la Guadalupa per poi estendersi alla Martinica, e che meriterebbe una riflessione sulle cause scatenanti della mobilitazione.
● una situazione di dipendenza economica
Gli handicap geografici e climatici legati alla distanza e al carattere insulare delle regioni, comportano maggiori costi di sfruttamento delle ricchezze e una debole competitivitá con i paesi vicini. La strategia economica francese é stata per lungo tempo meramente compensativa di questi svantaggi, non mossa dall’ambizione di far emergere settori produttivi locali.
Nonostante la notevole distanza, la maggior parte degli scambi commerciali che coinvolgono le collettivitá territoriali d’oltremare avviene ancora con la Francia metropolitana. Nei DOM il volume delle esportazioni in Francia rappresenta il 50-60% del commercio esterno e riguarda essenzialmente prodotti agricoli locali, ad eccezione della Guyana. L’export é prevalentemente agricolo anche per per tutte le altre realtá territoriali d’oltremare, eccezion fatta per la Nuova Caledonia.
● difficoltá sociali
Alla situazione di dipendenza economica dalla metropoli, si sommano non poche difficoltá sociali che rischiano di esaperare sempre di piú gli abitanti. Il livello di vita é generalmente inferiore a quello metropolitano : il PIL dei dipartimenti d’oltremare, ad esempio, è inferiore al 75% della media europea. La disoccupazione é un altro problema molto incombente, che arriva a superare di 3 volte la media nazionale. Il salario medio é inferiore per i lavori meno qualificati (la maggior parte) e l’erosione del potere d’acquisto della moneta determina prezzi molto piu alti nei Dipartimenti d’oltremare rispetto a quelli praticati nella Francia metropolitana.
ALCUNE MISURE SPECIFICHE ADOTTATE DAL GOVERNO:
● La defiscalizzazione é un aiuto fiscale all’investimento, pensato in un ottica compensativa delle debolezze strutturali dell’oltremare. La legge per lo sviluppo economico dell’oltremare (l. 594/2009) prevede un rafforzamento di questo dispositivo. Un rapporto ISEE 2015 rivela che soprattutto il settore edile ha beneficiato delle misure di defiscalizzazione.
● sgravio degli oneri sociali per le imprese, al fine di ridurre il costo del lavoro, e per rispondere al grande problema di disoccupazione che affligge l’oltremare.
● dazi di mare (“octroi de mer”), una tassa indiretta specifica dei Dipartimenti d’oltremare (DOM), concepita al fine di proteggere la produzione locale dalla concorrenza esterna, che colpisce la maggior parte delle importazioni, e, a partire dalla legge del 1992 applicativa di una decisione del Consiglio europeo, estesasi anche alle produzioni locali, in ossequio al principio di non discriminazione sancito dall’Atto unico europeo (1986).
L’origine rimonta al 1670, quando veniva riscossa nella colonia della Martinica per tutte le importazioni. Dal 2004 i consigli regionali hanno facoltá di ridurre l’entitá dell’imposta o di prevedere un regime derogatorio per certe produzioni locali o importazioni, a determinate condizioni stabilite dal Consiglio dell’Unione Europea. Il differenziale di tassazione permette di sostenere settori esposti alla concorrenza esterna, facendo dell’octroi de mer una risorsa essenziale per i quattro DOM, i cui consigli regionali possono inoltre affiancarvi un octroi de mer regionale, percepito dalle Regioni.
Un bilancio parzialmente positivo
Il rapporto INSEE 2015 sulle evoluzioni macro-economiche dell’oltremare, mette in luce una notevole crescita economica dovuta al settore commerciale, ad eccezione della Polinesia francese. Il bilancio rivela, dunque, che le misure d’aiuto messe in campo dal governo hanno favorito gli investimenti. Nonostante ció, il gap con la metropoli persiste e, in alcune realtá come la Guyana e la Nuova Caledonia, i miglioramenti produttivi sono annullati dall’aumento demografico. Il consumo interno resta il motore principale dell’economia, mentre le esportazioni sono deboli, tranne per la Guyana e la Nuova Caledonia che hanno sviluppato attivitá specifiche. Passi in avanti sono stati fatti nel settore dell’educazione, della salute, e in quello sociale. Le attivitá terziarie hanno apportato benefici sia in termini occupazionali che di valore aggiunto.
É ben ovvio che il massiccio impegno economico profuso dalla Francia metropolitana in queste aree non é affatto un atto di mera liberalitá. Anche se ad uno sguardo superficiale questi territori sembrano prendere molto e apportare pochi benefici alla Metropoli, in realtá i DOM-COM francesi costituiscono un tesoro dalla grande rilevanza economica, scientifica, militare e strategica.
Gli interessi strategici
Dal 1964 a Kourou nella Guyana francese, dopo la guerra d’Algeria, é stato installato il CNES, la cui posizione strategica vicina all’equatore facilita il lancio di missili dell’europea Ariane Espace, che assicura la messa in orbita della metá del mercato mondiale di satelliti di telecomunicaziine e osservazione.
Kourou é sfruttata anche a fini militari dalla Francia, con sistemi di osservazione e informazione.
Gli interessi militari : questi territori sono anche luoghi di accantonamento di forze militari, le quali possono intervenire rapidamente nelle regioni interessate, in missioni militari o umanitarie.
L’interesse scientifico : l’oltremare rappresenta un importante laboratorio scientifico, con i suoi numerosi centri di ricerca dell’ORSTOM (Ufficio della Ricerca Scientifica e Tecnica Oltre-Mare). La Terra Adélie, le Isole Australi, le Isole “éparses”, persino la disabitata Clipperton, ospitano importanti installazioni scientifiche, metereologiche o di navigazione.
L’interesse economico : le sue articolazioni amministrative assicurano alla Francia 11 milioni di km di ZEE (Zona Economica Esclusiva), che fa del paese la seconda potenza marittima mondiale, dopo l’UE e al pari della Russia. Inoltre l’oltremare attira abbondanti flussi turistici proventienti soprattutto dalla metropoli, che offrono sbocchi alle grandi compagnie aeree francesi pubbliche e private : Air France, Nouvelles frontières et Air Caraïbe, si arricchiscono sul mercato DOM COM dove regnano sovrane.
Ancora, particolarmente significativa é la vicenda legata alla locazione della Guyana per l’installazione di lanciatori di satelliti russi, senza lasciare un euro alla Guyana stessa.
La societá di consumo consolidatasi da ormai molti anni attira consistenti flussi di merci e servizi provenienti dalla Francia, che apportano benefici al trasporto marittimo ed aereo, e da cui spesso traggono beneficio i monopolisti della “casta di sempre”, i bianchi-creoli o “Békés”, presenti in Guyana, Guadalupa, Martinica e La Riunione. Infine, la Nuova Caledonia é il terzo produttore mondiale di nickel e la Guyana un’ eccellenza nel settore dell’ industria spaziale.
In conclusione, nonostante sia forse esagerato considerare il patrimonio d’oltremare un “Eldorado” a disposizione della Repubblica francese, quest’ultima deve ancor oggi il suo carattere planetario anche a queste sue vecchie colonie.