Trump e Cane Pazzo Mattis: la difesa di ferro

Giovedì scorso,  durante il primo raduno del suo Thank You Tour in Ohio, il Presidente eletto Donald Trump ha annunciato il nome di chi ricoprirà la carica di Segretario alla Difesa. Davanti a un’entusiasta pletora di  sostenitori, il Tycoon ha dato ancora una volta sfoggio delle sue doti di grande comunicatore. Trump gioca col pubblico, lo incuriosisce, lo rende complice; dice che non vorrebbe rovinargli la sorpresa, che quello che sta per dire deve rimanere tra loro e che l’annuncio ufficiale verrà fatto solo  lunedì. Il pubblico lo applaude, ridacchia, promette di non far trapelare nulla. Il trascinatore annuisce, segue  lo scroscio degli applausi con la testa, la sua chioma dorata non si smuove, arriccia le labbra e finalmente da l’annuncio: “nominerò Mad Dog Mattis Segretario alla Difesa“.

La scelta di Trump  è significativa. James Mattis condivide molti dei punti della politica estera del Presidente eletto. Ma chi è questo così detto Cane Pazzo? Cosa significa la sua nomina per le scelte strategiche degli Stati Uniti? E soprattutto, è pazzo davvero?

Il segretario alla Difesa è l’ufficiale a capo del Dipartimento della Difesa Americano. Questo incarico  potrebbe essere accostata al nostro Ministro della Difesa. Il potere del Segretario alla Difesa sulle forze armate statunitensi è secondo solo a quello del Presidente stesso. Tale carica viene nominata dal Presidente con il consiglio e il consenso del Senato. Al fine di garantire il controllo civile delle forze armate, può essere nominato segretario alla Difesa solo chi ha cessato di ricoprire qualunque carica militare da almeno sette anni. Esso esercita  inoltre il suo controllo, subordinatamente al Presidente, su esercito, marina e aviazione.

Si tratta quindi di una carica di enorme importanza  all’interno dell’amministrazione americana, e chi l’ha ricoperta in passato ha saputo lasciare il marchio sullo scenario americano e mondiale. Tra le personalità più note che sono passate per questo ufficio c’è sicuramente George Marshall, eroe vittorioso della Seconda Guerra Mondiale. Marshall ricoprì la carica di Segretario alla Difesa sotto la Presidenza Truman dal ’50 al ’51, giocando un ruolo fondamentale nel ridare confidenza alle forze armate americane durante la Guerra di Corea. O ancora Robert S. McNamara  che, nel corso della presidenza Kennedy e in seguito Johnson, ebbe una parte non trascurabile nel graduale coinvolgimento delle forze USA in Vietnam.

James Mattis si presenta come un militare di lungo corso. Entrato nel corpo dei marines all’età di 19 anni, Mattis ha partecipato ad operazioni militari durante la Guerra del Golfo, in Afghanistan ed in Iraq. Al momento dell’invasione di  Baghdad nel 2003, egli ricopriva  già la carica di generale. Un anno più tardi ebbe un ruolo fondamentale nei sanguinosi scontri a Fallujah. Nel 2007 Mattis è stato posto a capo del United States Joint Forces  Command, e contemporaneamente del Supreme NATO Allied Command Transformation. Tre anni più tardi viene promosso a capo del Comando Centrale.

Nel corso di quest’ultimo incarico diventa fortemente critico della politica di Obama nei confronti dell’Iran, giudicando il paese uno dei più grandi promotori del terrorismo islamico. A causa di questa sua posizione e del suo appetito per un confronto militare con Teheran, Mattis  è stato rimosso dal suo incarico nel 2013.

Durante la sua carriera, il generale ha saputo conquistarsi il rispetto dei suoi soldati, ma anche attirare numerose critiche. James Mattis è soprattutto rinomato per le sue controverse dichiarazioni, con le quali si è appunto guadagnato il soprannome di Cane Pazzo. In un’occasione, all’interno di una base militare in Iraq, al fine di incoraggiare dei marines gli si rivolse con le seguenti parole: “la prima volta che spazzate via qualcuno non è un evento insignificante. Detto ciò, ci sono certi st***zi nel mondo che meritano di essere ammazzati. Ci sono cacciatori e ci sono vittime. Attraverso la vostra disciplina deciderete se essere cacciatori o  vittime”. Un’altra  volta riferendosi ai Talebani disse: “[…] E’ divertente sparare ad alcune persone […] mi piacciono le azzuffate”.

Considerando la sua personalità eccentrica, Mattis ha molto in comune con Trump. Tuttavia, i punti di incontro tra i due, non si limitano esclusivamente al loro modo di parlare. Trump, nel corso della sua  campagna elettorale ha dichiarato di voler annullare  l’accordo sul nucleare raggiunto con l’Iran dall’amministrazione Obama. Il trattato, in cambio della fine delle sanzioni economiche contro il paese, impone a Teheran la sospensione del proprio programma atomico per  un periodo di 10 anni. L’accordo è stato definito dal Tycoon come uno dei peggiori mai siglati dagli Stati Uniti. James Mattis si pone quindi come il Segretario alla Difesa ideale per l’amministrazione Trump. La  visione del generale sull’Iran e sul Medio Oriente nel suo complesso lascia prevedere che la  futura  amministrazione USA si impegnerà con vigore nella lotta al Terrorismo,  portando tuttavia ad un nuovo e  più aspro periodo di  tensione con Teheran.

Inoltre, la nomina di Mattis come segretario alla Difesa si rivela essere anche una grande mossa politica. Mattis gode della stima di molti esponenti dell’establishment repubblicano, tra cui l’ex  candidato alla Casa Bianca John McCain. Questa scelta consente quindi a Trump di riappacificarsi almeno in parte con l’ala più tradizionalista del Partito Repubblicano statunitense e di ricucire lo strappo creatosi durante la campagna elettorale.

Rimane un ostacolo però alla nomina di Mattis come Segretario alla  Difesa. Come già accennato, vi è una legge federale che impedisce a chi abbia prestato servizio militare attivo nei passati 7 anni  di ricoprire la carica. Questo ostacolo giuridico è stato aggirato solo una volta nella storia, in occasione della nomina a segretario alla difesa di George Marshall.  Nonostante ciò, considerando che i Repubblicani godono della maggioranza nel Congresso, non dovrebbe essere difficile  superare ancora una volta questo ostacolo al fine  di favorire l’ascesa di  Mattis.

Pazzo o meno, ci troviamo di fronte ad un personaggio di indubbio carisma, capace sia di prendere decisioni drastiche, sia di moderazione. Riferendosi alla tortura, Mattis  una volta ha detto di poter ottenere più informazioni con un pacchetto di sigarette e un paio di birre, mostrandosi quindi anche capace di adottare atteggiamenti più morbidi. C’è da dire però che nel 2004 Mattis ordinò di colpire una struttura sospetta nel villaggio Iracheno di Mukareeb. L’ abitazione si rivelò essere piena di civili  intenti a festeggiare  un matrimonio. L’evento si concluse con la morte di 42 innocenti. In seguito si scoprì che il generale aveva preso la decisione di scagliare l’attacco in soli 30 secondi. Forse Mattis non è pazzo come si vuol credere, ma si spera che in futuro ci impieghi qualche secondo in più a prima di agire in determinate situazioni.

 

 

Fonti e approfondimenti:

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