Elezioni Generali India: il sistema elettorale

Immagine generata con supporto AI © Lo Spiegone CC BY-NC

Il 2019 sarà l’anno delle elezioni generali in India, ovvero le elezioni che designeranno il prossimo primo della democrazia più grande al mondo.

 

Organizzazione statale e forma di governo

L’India, come si afferma nella prima pagina della costituzione, è una repubblica sovrana, socialista, laica e democratica. Essendo composta da 29 Stati e 7 territori autonomi, l’India è uno Stato federale e la forma di governo utilizzata è quella della Repubblica parlamentare. Lo Stato centrale prevale sugli Stati federati in diverse materie, nelle riforme strutturali, nelle questioni economiche del Paese e in materia di politica estera, mentre questi ultimi hanno competenze esclusive solo in alcuni settori come sanità, istruzione e settore primario. Gli Stati federati sono però rappresentati, a livello centrale, in una delle due camere di cui si compone il Parlamento indiano.

L’articolo 79 della costituzione indiana stabilisce che il Parlamento centrale indiano è formato da due camere: la Lok Sabha (Camera bassa) e la Rajya Sabha (Camera alta). I membri della Lok Sabha sono eletti direttamente da tutti i cittadini indiani maggiorenni, mentre i membri della Rajya Sabha sono rappresentanti inviati a Delhi dagli Stati federati in proporzione al numero di abitanti di ogni Stato. I costituenti di quest’ultima camera sono 250 di cui 12 posso essere nominati dal presidente della Repubblica che li sceglie tra le personalità della scienza, dell’arte e della letteratura che si sono distinte per i loro meriti e per il contributo alla nazione. I membri della Camera alta rimangono in carica per sei anni ma ogni due anni ne viene rinnovato un terzo.

La Rajya Sabha non può essere sciolta e svolge un ruolo quasi paritario alla Lok Sabha solo nel processo legislativo, ma è solo la Camera bassa a detenere i poteri più importanti, le funzioni di indirizzo politico e la possibilità di votare la fiducia al primo ministro.

I 545 membri della Camera bassa, invece, sono tutti eletti a suffragio universale a eccezione di due membri che possono essere nominati dal presidente della Repubblica in rappresentanza della comunità anglo-indiana. In base agli esiti delle elezioni della Lok Sabha si forma il governo: allo stesso modo dell’Italia, il presidente della Repubblica concede il mandato al candidato premier della coalizione che ha ottenuto la maggioranza dei voti e il neo premier, una volta ottenuta la maggioranza alla camera, forma il governo. Diversamente da quanto succede nel nostro Paese, il candidato premier deve per forza essere un membro del Parlamento e quindi, allo stesso modo di tutti gli altri parlamentari, deve essere eletto in una delle circoscrizioni e perciò  ha anche questi un mandato quinquennale.

Il presidente della Repubblica e il suo vice non sono eletti direttamente dai cittadini ma vengono nominati dai deputati delle due camere, dalle assemblee legislative degli Stati e dei territori in una seduta a camere riunite. Il loro mandato dura 5 anni.

 

Il sistema elettorale

Il sistema elettorale indiano è come quello inglese: collegio uninominale a turno unico. Questo sistema elettorale prevede un’equilibrata rappresentanza delle molteplici e complesse realtà territoriali del Paese. Il territorio indiano è diviso in 543 circoscrizioni, cifra che coincide con il numero dei candidati da eleggere; ogni partito presenta un solo candidato in ogni circoscrizione e il candidato che raccoglie più voti viene eletto.

Attualmente i partiti nazionali sono 7, quelli a livello statale sono 47, mentre quelli non riconosciuti sono più di 1500. I partiti più importanti a livello nazionale sono il Partito nazionalista hindu (Bharatiya Janata Party, BJP) che è un partito di destra con forti connotati religiosi, e il Congresso nazionale indiano (Indian National Congress, INC) partito laico e di centrosinistra che ha scelto di candidare Rahul Gandhi come premier nelle  prossime elezioni della Lok Sabha.

Il Governo attualmente in carica dal maggio del 2014, guidato dal primo ministro Narendra Modi, leader di BJP, può contare sulla più ampia maggioranza mai registrata dal 1984 nella Camera bassa. Il sistema elettorale indiano, però, è imperfetto in quanto permette la formazione di maggioranze diverse nelle due camere del parlamento e il BJP risulta in minoranza nella Camera alta. Qui i tentativi di riforma del BJP si sono a lungo arenati a causa dell’ostruzionismo dei partiti di opposizione, soprattutto del INC guidato da Sonia Gandhi (che nella precedente legislatura ha subito lo stesso trattamento da parte del BJP).

 

La più grande elezione al mondo

A condurre le elezioni in India è un organo imparziale, apolitico e indipendente, previsto dall’articolo 324 della Costituzione indiana e chiamato Commissione Elettorale Indiana (ECI). Data la vastità della popolazione indiana (1,2 miliardi di persone) e dei circa 834 milioni aventi diritto di voto, l’ECI è necessaria per evitare incidenti e gestire al meglio le elezioni. Questo organo ha previsto più turni elettorali in ogni elezione nazionale, per agevolare la supervisione e lo svolgimento idoneo delle stesse. Nel 2009 per la quindicesima legislatura l’ECI aveva previsto 4 turni per le elezioni della Camera bassa, nel 2014 i turni sono diventati 9, classificando le scorse elezioni generali come le elezioni più lunghe nella storia del Paese. I risultati di queste colossali elezioni, che finiscono per durare mesi, vengono dichiarati dall’ECI 5 giorni dopo la chiusura dei seggi dell’ultimo turno elettorale.

Nel 2014 le elezioni generali della Camera bassa hanno decretato una vittoria schiacciante della coalizione di destra con a capo il BJP di Nerenda Modi che dal 2014 ha acquistato sempre più potere anche a livello statale conquistando la leadership nella maggior parte degli Stati federati e surclassando l’INC in quasi tutti gli Stati dell’India.

 

I risultati elettorali di dicembre

Fino a poco tempo fa la rielezione di Modi sembrava certa, ma gli ultimi risultati delle elezioni statali tenutesi nel 2018 in alcuni stati dell’India, e la caduta del governo statale BJP nello stato del Jammu e Kashmir, hanno riaperto le possibilità di una corsa a due per la leadership del Paese.

Il dato proveniente dalle elezioni delle singole camere degli Stati in Rajasthan, Madhya Pradesh, Telangana, Mizoram e Chhattisgarh e dai risultati delle assemblee locali tenutesi a fine 2018 in questi Stati, ha mostrato una netta vittoria del INC a discapito del BJP di Modi. Il risultato delle elezioni ha svelato che l’INC è in crescita nelle preferenze degli elettori mentre il BJP ha sistematicamente perso in ogni Stato il confronto con il Congresso, principale partito d’opposizione. Questa disfatta elettorale di Modi ha segnato la sua più grande perdita di elettori da quando è stato eletto capo di governo nel 2014. I motivi di questo cambio di rotta nell’elettorato del BJP sono da ipotizzarsi dal fatto che questi cinque Stati si basano su un’economia fortemente agricola. Il malcontento degli agricoltori verso le riforme agricole mai compiute dal governo Modi si è tradotto in una netta perdita di voti per il BJP. Inoltre la continua perdita di posti di lavoro e l’insoddisfazione per le riforme non realizzate in questi cinque anni di governo hanno scatenato il rancore nella popolazione di questi cinque Stati che ha deciso di non rieleggere il partito attualmente al governo.

In quella che si prospetta come una delle più avvincenti campagne elettorali da seguire nel 2019, a colpi di spot, manifesti pubblicitari nelle metro e film di Bollywood, saranno quindi Narendra Modi e Rahul Gandhi che proveranno a contendersi la carica di prossimo primo ministro dell’India.

 

 

Fonti e Approfondimenti

https://eci.gov.in/about/about-eci/the-functions-electoral-system-of-india-r2/

http://www.elections.in/government/

https://www.india.gov.in/sites/upload_files/npi/files/coi_part_full.pdf

http://www.mfe.it/site/fileMfe/archivio/uffici/131020_UD_GFE_sistemi_elettorali.pdf

http://senato.it/japp/bgt/showdoc/17/DOSSIER/0/752013/index.html?part=dossier_dossier1-sezione_sezione11-h1_h18&aj=no&parse=si&spart=si#n-w1aaab2ad402c13

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