Una nuova scossa nella politica austriaca: le dimissioni di Kurz

Le dimissioni di Kurz
Austria Parlament Front - Wikimedia - Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported

Nel maggio 2019, a pochi giorni di distanza dalle elezioni europee, l’Austria dovette far fronte a un importante scandalo politico (il cosiddetto Ibiza-Affäre), a seguito del quale il presidente della Repubblica, Alexander Van der Bellen, indisse nuove elezioni per il settembre dello stesso anno, allontanando così l’estrema destra, al centro dello scandalo, dalla coalizione di governo. Dopo appena due anni e mezzo, un nuovo terremoto ha travolto Vienna. Questa volta i riflettori sono stati puntati sul cancelliere del Partito Popolare Austriaco (Övp), Sebastian Kurz, che si è dimesso lo scorso 9 ottobre dopo essere stato accusato di favoreggiamento della corruzione.

I fatti

Già nella primavera del 2021 il Wunderkind (il bambino prodigio, come denominato in Austria a seguito della sua elezione a cancelliere a soli 31 anni) era stato al centro dell’attenzione mediatica poiché, da una costola del già citato Ibiza-Affäre, era nata un’indagine che riguardava alcune chat che lo coinvolgevano. Se al tempo questa storia aveva destato poco scalpore e non aveva oscurato molto la popolarità del leader austriaco, quest’ultimo non è riuscito a resistere agli ultimi sviluppi, quando la Procura anti-corruzione ha autorizzato una serie di perquisizioni nelle sedi del partito Övp, della cancelleria, del ministero delle Finanze e in numerose abitazioni private del suo “cerchio magico”. In particolare, secondo l’accusa, tra il 2016 e il 2018, Kurz, allora ministro degli Esteri, per accelerare la sua ascesa come leader del partito e mettere in cattiva luce l’allora capo, Reinhold Mitterlehner, avrebbe utilizzato soldi del ministero delle Finanze, dunque soldi pubblici, per falsificare alcuni sondaggi.

Dopo un tentativo di resistenza e convinte dichiarazioni di innocenza, il cancelliere ha reso note le proprie dimissioni per evitare di mettere a rischio la sopravvivenza della coalizione di governo, formata da Popolari e Verdi, già per sua natura molto particolare, in quanto primo esperimento del genere in Europa. 

Non si sono fatte attendere voci di critica da ogni parte. L’opposizione, composta da liberali e socialisti, ha preannunciato il voto di sfiducia, che avrebbe inevitabilmente portato a elezioni anticipate e condotto, con ogni probabilità, il Partito Popolare alla sconfitta. Gli alleati di governo, i Verdi, per voce del vicecancelliere Kloger, hanno espresso la necessità di spiegazioni da parte del cancelliere. Alla fine, gli stessi membri del partito maggioritario di governo hanno spinto affinché il cancelliere facesse un passo indietro così da non mettere a repentaglio la loro posizione.

In ultimo, anche il presidente della Repubblica, Van der Bellen, ha ammonito il cancelliere e la classe dirigente invitandoli a prendersi le proprie responsabilità. Il capo dello Stato ha sottolineato come il Paese stesse attraversando una crisi di governo e non una crisi di Stato e che fosse, quindi, necessario, considerata anche l’instabilità economica e sociale causata dalla pandemia, ripristinare la fiducia del popolo. Dunque, l’esistenza di prove pesanti contro il cancelliere avrebbe potuto mettere seriamente a rischio la credibilità delle istituzioni. 

Il passo indietro non ha riguardato, tuttavia, la leadership del partito. Sebastian Kurz, infatti, rimane a capo della Övp e siede al parlamento austriaco, il Nationalrat, come capogruppo dei popolari. Inoltre, è stato proprio il giovane cancelliere uscente a suggerire al presidente della Repubblica il proprio successore, individuandolo in un suo fedelissimo: Alexander Schallenberg.

Il successore di Kurz

L’11 ottobre 2021 il nuovo cancelliere ha giurato davanti al presidente Alexander Van der Bellen. Figlio di un diplomatico austriaco, Schallenberg ha seguito le orme del padre, lavorando prima come portavoce del ministro degli Esteri (nel 2009), poi venendo nominato lui stesso a capo del dicastero degli Esteri nel giugno del 2019, per essere poi riconfermato all’indomani delle elezioni del settembre dello stesso anno. 

Il suo principale compito sarà ovviamente quello di portare il governo fino a fine legislatura, nel 2024, e, dunque, la sua strategia politica sarà rilevante per comprendere la direzione che prenderà il Paese. Hanno già fatto discutere le sue parole relative alla volontà di garantire una stretta collaborazione con Kurz, sciogliendo così ogni dubbio riguardo alla effettiva autonomia rispetto al suo predecessore. 

Tuttavia, Schallenberg era già noto per alcune sue posizioni molto chiare e dure sul tema dei migranti, espresse in qualità di ministro degli Esteri. Egli, infatti, è sempre stato un fautore di una posizione restrittiva sull’immigrazione. In passato, aveva affermato che la redistribuzione dei migranti tra i Paesi UE «non può essere la soluzione» e più recentemente, con riferimento ai fatti dell’Afghanistan dell’agosto 2021, ha dichiarato che il personale afghano delle missioni UE non doveva essere evacuato in Europa, bensì nei Paesi limitrofi all’Afghanistan. In ultimo, a proposito della crisi tra Bielorussia e UE, il cancelliere si è detto favorevole ad aiutare con finanziamenti gli Stati ai confini esterni dell’UE, poiché proteggendo le frontiere esterne tutelano anche gli Stati interni. Inoltre, sempre per accrescere il desiderio di sicurezza dei confini europei, il nuovo cancelliere austriaco spinge per un allargamento dell’UE nei Paesi dei Balcani occidentali, ritenendola una soluzione per porre fine all’influenza in quella regione di potenze quali Russia e Cina. 

Tuttavia, a distanza di poco più di un mese dal suo insediamento al governo, la principale preoccupazione del nuovo cancelliere, così come di tutti i leader europei, è, come prevedibile da un anno e mezzo a questa parte, dettata dalla pandemia. Nelle ultime settimane la recrudescenza del virus ha fatto sì che Schallenberg prendesse due decisioni, uniche nel proprio genere in Europa: il lockdown per le persone non vaccinate, che nel Paese rappresentano un numero ancora molto elevato, e, a partire dal 1 febbraio 2022, l‘obbligo vaccinale.

 

Fonti e approfondimenti

Tonia Mastrobuoni, “Schallenberg: l’Europa finanzi i muri. Stop dei voli dei profughi verso la Bielorussia”, La Repubblica, 11 novembre 2021.

Chiara Antonini, “Austria al voto: vecchie certezze e un futuro incerto”, lospiegone.com, 1 ottobre 2019.

Kanzler Kurz will nicht zurücktreten – die Grünen suchen nach Koalitionsalternativen”, stern.de, 8 ottobre 2021.

Grüne wollen “untadelige Person” statt Kurz”, sueddeutsche.de, 8 ottobre 2021.

Mi. “In Austria Kurz si dimette per salvare il governo con i Verdi”, il Sole 24 Ore, 10 ottobre 2021.

Alexandra Leistner, “Krise um Kanzler Kurz in Österreich – 9 Fragen und Antworten”, euronews.com, 9 ottobre 2021.

Petr, “Nationalrat muss entscheiden. Ich bin Schiedsrichter!”, tagesschau.de, 8 ottobre 2021.

Srdjan Govedarica, “Wer ist Alexander Schallenberg?”, tagesschau.de, 12 ottobre 2021.

Corona-Impfpflicht in Österreich ab 1. Februar 2022“, vienna.at, 19 novembre 2021.

 

Editing a cura di Francesco Bertoldi

Be the first to comment on "Una nuova scossa nella politica austriaca: le dimissioni di Kurz"

Leave a comment

Your email address will not be published.


*