A tre mesi dalle elezioni di settembre, il partito popolare e quello dei Verdi austriaci hanno formato una coalizione di governo, guidata dal cancelliere Sebastian Kurz. Questa insolita alleanza potrebbe essere presa a modello in altri Paesi dell’Unione europea.
Le elezioni in Austria
Dopo mesi di trattative, l’Austria ha un nuovo governo. Il presidente della Repubblica Alexander Van der Bellen ha ufficializzato l’alleanza di governo tra i popolari (ÖVP) di Sebastian Kurz, nuovo cancelliere, e i Verdi di Werner Kogler. La nomina è arrivata dopo oltre tre mesi dopo le elezioni di settembre e a seguito della lunga crisi del governo precedente, guidato sempre da Kurz ma assieme al partito di ultra-destra FPÖ.
Alla base di tale crisi vi è stata una serie di scandali, il più grave tra i quali ha preso il nome di Ibiza-gate. Questo ha coinvolto lo stesso leader dell’FPÖ, Heinz-Christian Strache, accusato di aver cercato di ottenere finanziamenti dalla sedicente nipote di un oligarca russo. A causa di ciò, il partito di ultra-destra – andato vicino a ottenere la presidenza della Repubblica pochi anni fa – ha subito un drastico ridimensionamento a settembre, perdendo quasi il 10% dei voti.
Il grosso di questi si è riversato proprio sui popolari, saldamente controllati dal trentatreenne Kurz, che ha ottenuto uno storico 37%. Dato questo trionfo, il Wunderkind austriaco avrebbe potuto formare una coalizione di governo quasi con chiunque. Questo spiega, in parte, gli oltre tre mesi di negoziazioni necessari per la formazione del nuovo governo.
Nonostante le evidenti affinità ideologiche con l’FPÖ, Kurz ha deciso di abbandonare il vecchio alleato, la cui immagine è, almeno per il momento, troppo danneggiata dagli scandali degli ultimi mesi. Tale vicinanza è da vedersi soprattutto in materia migratoria, dove i popolari hanno adottato una posizione molto dura, schierandosi contro la ridistribuzione dei migranti, chiudendo i confini e dichiarando come le morti in mare siano necessarie per scoraggiare ulteriori tentativi.
Una coalizione inusuale
Data questa premessa, risulta quantomeno peculiare che i Verdi, da sempre forza progressista a favore dei diritti dei migranti, abbiano accettato di formare l’alleanza con Kurz. La ragione principale sta in una serie di dichiarazioni di Kurz, che ha indicato quello del cambiamento climatico come uno dei problemi più gravi del prossimo futuro.
In sostanza, l’accordo tra i due partiti consiste nel mantenere i punti centrali del proprio programma, senza andare a toccare quelli dell’altro. Così i Verdi hanno ottenuto il controllo del nuovo “super ministero” dell’Ambiente, il quale coordinerà i ministeri dell’energia, dei trasporti, e dell’innovazione e della tecnologia. Potranno quindi portare avanti la serie di riforme contenute nel loro programma, tra cui spicca l’obbiettivo di rendere l’Austria climate-neutral (cioè a zero impatto ambientale) entro il 2040, dieci anni prima di quanto proposto a livello europeo dalla nuova Commissione von der Leyen. Nella pratica, ciò vorrebbe dire riformare il sistema fiscale, tassando più pesantemente prodotti nocivi per l’ambiente, produrre più energia elettrica tramite fonti rinnovabili, e riformare il sistema dei trasporti pubblici, tra le altre cose.
I popolari, dal canto loro, potranno mantenere la loro linea dura sull’immigrazione e procedere con il loro piano di riduzione delle tasse. Sotto questo punto di vista, i Verdi sembrano aver deciso di sacrificare le proprie posizioni pro-migranti pur di ottenere risultati dal punto di vista ambientale. Ciò riflette anche i rapporti di forza tra i due alleati di governo: nonostante lo storico 14% ottenuto dai Verdi, tale risultato viene ridimensionato dal quasi 38 dei popolari.
Questo compromesso ha già causato critiche da parte di molti sostenitori dei Verdi. Solo pochi giorni fa, il nuovo governo ha alzato da 10 a 14 anni l’età minima che una ragazza deve avere per portare il velo a scuola. Inoltre, tra i punti del partito di Kurz figura l’introduzione di un sistema di detenzione preventivo in caso di minaccia alla sicurezza nazionale – una misura ritenuta incostituzionale, e che necessiterebbe del completo appoggio dei Verdi per procedere alla modifica della Costituzione stessa.
Le implicazioni europee
Le ragioni dietro la scelta di Kurz di allearsi con i Verdi – un partito da alcuni definito come di “estrema sinistra”, in chiara contrapposizione con la maggior parte delle idee conservatrici dei popolari – sono molteplici, e spesso legate a questioni prettamente nazionali. Tra di esse, il fatto che l’FPÖ stesso si sia tirato indietro, sostenendo di aver bisogno di riconnettersi con la propria base e di non poterlo fare stando al governo. In secondo luogo, Kurz si è sempre dimostrato ostile verso una possibile coalizione con i social-democratici. Questi, arrivati secondi a settembre, sono stati al governo per oltre dieci anni insieme ai popolari – dal 2007 al 2017 – e Kurz sembra convinto che tale Grande Coalizione non debba tornare al potere. Date queste considerazioni, i Verdi erano l’unico partito con abbastanza numeri da permettere al cancelliere di ottenere la maggioranza in Parlamento.
Al di là degli aspetti puramente nazionali, questa inaspettata coalizione può rivelarsi interessante anche a livello europeo.
Innanzitutto, il nuovo governo “nero-verde” austriaco potrebbe anticipare trend destinati a ripetersi in altri Paesi dell’Unione. Primo tra tutti la vicina Germania, dove la possibilità di un’alleanza tra i conservatori della CDU e i Verdi sono piuttosto alte. L’ÖVP è certamente meno moderato della propria controparte tedesca, a causa delle sue idee in ambito migratorio, ma nella sostanza il modello sarebbe lo stesso. L’implicazione è che il successo dei Verdi potrebbe offrire a diversi partiti moderati-conservatori europei un nuovo possibile alleato, diverso dalle solite forze nazional-populiste, per provare a rimanere attuali agli occhi della popolazione.
Ciò è reso possibile dal generale rinvigorimento dei movimenti ecologisti negli ultimi anni, a causa della maggior preoccupazione dimostrata dall’opinione pubblica nei confronti del futuro del pianeta. E sebbene i partiti Verdi tendano a essere identificati come di sinistra, è indubbio che le loro argomentazioni ambientaliste possano essere condivise e supportate anche da partiti conservatori o di destra. Dimostrazione ne è appunto il secondo governo Kurz, che si professa estremamente ambizioso in ambito ecologico. L’elemento fondamentale qui è la mancanza di divergenze dal punto di vista ideologico: un partito conservatore non risulta incoerente nel momento in cui affianca alle proprie politiche tradizionali anche argomentazioni di stampo ambientalista.
D’altro canto, se il parallelismo con la Germania risulta immediato, non è detto che la dinamica austriaca sia destinata a ripresentarsi altrove. La filosofia del nuovo governo austriaco è infatti riassunta come “vivi e lascia vivere”, nel senso che gli aspetti principali dei programmi elettorali dei due partiti non verranno contestati dall’altro. Tale approccio, per quanto pragmatico, avrà certamente ripercussioni sull’elettorato verde più ecologista. Esiste dunque la possibilità che altri partiti Verdi europei possano decidere di non rischiare di alienarsi questi elettori.
Infine, la scelta dei Verdi austriaci è coerente con la loro natura di partito ecologico, che fa della questione ambientale la ragione della propria esistenza politica. Questo potrebbe essere in contrasto con il tentativo di altri partiti Verdi europei, e in particolare di quello tedesco, di abbandonare questa dimensione monotematica. I Verdi tedeschi stanno cercando di colmare il vuoto lasciato dalla crisi della social-democrazia tradizionale, e decidere di non affrontare tematiche sociali, economiche e ideologiche implicherebbe una rinuncia in tal senso.
Nei prossimi mesi si vedrà, dunque, se i Grüne austriaci manterranno la stessa popolarità con il proprio elettorato o se il proprio pragmatismo costerà loro voti. Gli altri partiti europei osserveranno da vicino la situazione, per vedere se il modello nero-verde sarà destinato al successo o meno.
Fonti e approfondimenti
Bashir, N. & John, T., Austria coalition deal is balance of far-right and environmental policies, CNN World, 02/01/2020.
The Economist, A new right-wing-Green coalition takes office in Austria, The Economist, 09/01/2020.
Grull, P., Why are Germany’s Greens rejecting the Austrian coalition model? Euractiv, 21/01/2020.
Bell, B. Austria Kurz: Why young favourite could turn to Greens, BBC News, 28/09/2019.
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