Il personaggio dell’anno: Sadyr Japarov

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“Japarov presidente! Japarov presidente!”, questo il coro che risuonava nelle vie centrali di Bishkek nella notte fra il 6 e il 7 ottobre 2020. Sadyr Japarov aveva appena finito di parlare alla folla che da giorni protestava contro i brogli elettorali davanti alla Casa Bianca, il palazzo che ospita il parlamento e il palazzo presidenziale del Kirghistan.

È stata proprio la forte legittimazione popolare che ha agevolato la sua rapida ascesa politica, liberandolo anche di prigione. Appena evaso dal carcere, dove era rinchiuso dal 2017 con l’accusa di rapimento ed estorsione, Japarov è infatti riuscito a farsi nominare primo ministro e presidente ad interim da parte del parlamento. 

Il 10 gennaio 2021, Japarov è riuscito a convertire il consenso di piazza in consenso elettorale, vincendo le elezioni presidenziali con l’80% di preferenze – ma un’affluenza del solo 39%.

Gli albori politici di un populista rivoluzionario

Nato alla fine degli anni Sessanta a Tyup, nel nord-est del Kirghizstan, Japarov si è affacciato alla politica nel 2005. Prima di allora, ha prestato servizio nell’esercito sovietico a Novosibirsk, lavorato in una raffineria e come poliziotto, laureandosi in giurisprudenza nel frattempo.  

Ha iniziato la sua carriera politica cavalcando l’onda della Rivoluzione dei Tulipani, il movimento che ha costretto il presidente Askar Akayev, accusato di corruzione e nepotismo, a dimettersi e fuggire dal Paese nel marzo del 2005. Sostenitore del suo successore, Kurmanbek Bakiyev, Japarov è entrato quindi a fare parte del suo partito, Ak-Zhol, e dal 2008 al 2010 ha diretto l’Agenzia nazionale per la prevenzione della corruzione.  

L’affermazione politica non è arrivata, però, prima del 2010, quando ha preso parte agli scontri interetnici tra kirghisi e uzbeki, scoppiati nella città di Osh dopo la Rivoluzione di Aprile, la rivolta popolare che ha portato anche Bakiyev a dimettersi e fuggire. Guadagnatosi la reputazione di patriota kirghiso e il sostegno di buona parte della popolazione durante gli scontri, Japarov è diventato una figura politica di rilievo e, candidatosi alle elezioni parlamentari del 2010 con il partito pro-Bakiyev Ata-Jurt, è stato eletto membro del parlamento. 

Nello stesso anno, ha fondato insieme a Kamchybek Tashiev, nazionalista e noto agitatore di masse, il partito conservatore e populista Mekenchil, il cui serbatoio di voti deriva principalmente dalle classi rurali del sud del Paese. Due i vettori del loro programma elettorale: da una parte, la valorizzazione delle tradizioni kirghise e, dall’altra, la lotta alla corruzione dell’establishment e lo snellimento della burocrazia.  

Una carriera politica movimentata

Nel 2012, Japarov e Tashiev sono diventati i leader delle proteste per la nazionalizzazione della miniera d’oro di Kumtur, la quale, gestita dalla società canadese Centerra Gold, costituiva il 12% del PIL del Paese. Durante una di queste manifestazioni, i dimostranti hanno provato a irrompere nella Casa Bianca di Bishkek e Japarov, in quanto organizzatore del raduno, è stato condannato a 18 mesi di carcere per tentato colpo di stato.

Rilasciato a luglio del 2013, Japarov ha continuato a battersi per la nazionalizzazione di Kumtur.  Fino a un comizio tenuto a Karakol nell’ottobre successivo, conclusosi  con la presa in ostaggio del governatore Emil Kaptagayev. Japarov, questa volta accusato di aver organizzato il rapimento, è stato costretto a fuggire dal Paese. Dopo un esilio lungo quattro anni, tuttavia, è stato arrestato mentre varcava il confine kazako-kirghiso nell’estate del 2017. Processato, è stato condannato a undici anni e sei mesi per rapimento ed estorsione.

In prigione, ha tentato più volte il suicidio dopo la morte dei genitori e del figlio maggiore in un incidente stradale. Per effetto di queste vicende personali, la sua popolarità è cresciuta ulteriormente ed è diventato il politico più seguito sui social media nel Paese. Agli occhi di una parte della popolazione, soprattutto quella delle aree più povere, Japarov appare come un uomo del popolo e una vittima delle élite corrotte. 

È per questo motivo che i manifestanti lo hanno liberato durante la rivoluzione iniziata il 5 ottobre 2020, quando è scoppiata l’ennesima grande protesta in seguito alle elezioni parlamentari.

Accentramento di potere: l’unico risultato di un anno di presidenza

Nessuno prima di Japarov aveva mai ricoperto allo stesso tempo la carica di presidente e primo ministro ad interim e lui, di certo, ha saputo sfruttare la situazione a suo vantaggio.

A un anno dall’inizio del mandato, la più grande novità deriva direttamente dai risultati del referendum costituzionale di gennaio del 2021, che ha sancito il passaggio dalla forma di governo parlamentare a quella presidenziale, rafforzando i poteri del presidente. Il Kirghistan, l’unica repubblica dell’Asia Centrale che aveva inserito nella sua Costituzione il divieto di più mandati presidenziali, rischia così di finire governato da un uomo solo al comando come i vicini Kazakistan e Uzbekistan.

Una svolta autoritaria confermata anche dall’inasprimento dei controlli sulla società civile e sui media onlineSecondo i sondaggi, tuttavia, Japarov continua a essere considerato dai kirghisi come il politico più affidabile. Anche la vittoria dei partiti pro-presidente alle elezioni parlamentari di novembre del 2021 ha confermato il suo ampio consenso.

 

Fonti e approfondimenti

Cosentino, I. (2021), “Chi è Sadyr Japarov il nuovo uomo forte del Kirghizistan”, Sicurezza Internazionale.

Dzyubenko, O. (2021), “Kyrgyz nationalist wins landslide victory in presidential poll”, Reuters.

Pikulicka-Wilczewska, A. (2021), “Kyrgyzstan’s Sadyr Japarov: From a prison cell to the presidency”, Aljazeera.

Putz, C., “From Prison to Parliament: Meet Kyrgyzstan’s New Prime Minister“, The Diplomat, 14/10/2020.

Sorio, N., Dalla crisi alle urne, dal carcere alla presidenza: Japarov nell”isola della democrazia, Geopolitica.info, 7/10/2020.

Umarov, T. (2021), “Who’s In Charge Following Revolution in Kyrgyzstan?”, Carnegie Moscow Centre.

 

Editing a cura di Elena Noventa

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