In direzione ostinata e contraria: gli effetti della guerra in Ucraina sulla sicurezza alimentare globale

insicurezza alimentare
Immagine generata con supporto AI © Lo Spiegone CC BY-NC

La Russia  dista  oltre  13 mila chilometri dall’America latina.  Eppure,  il conflitto in Ucraina sta condizionando in maniera significativa la sicurezza alimentare degli abitanti latinoamericani; tanto più che alcune soluzioni messe in atto dai governi nazionali e locali per contrastare questa minaccia stanno rischiando di amplificarla.

Cosa c’entra la guerra in Ucraina con la food security?

Da piú di un anno, le conseguenze della guerra tra Russia e Ucraina stanno   destabilizzando i mercati finanziari, energetici e alimentari globali, con ripercussioni negative concrete sulle economie locali, la società e la sicurezza alimentare

Russia e Ucraina sono i principali produttori ed esportatori di cereali al mondo. Insieme, hanno le capacità di fare fronte al 30% della domanda globale di grano e orzo, a un quinto di quella di mais e metà di quella di olio di girasole. Inoltre, la Russia è il primo esportatore di gas e petrolio e – insieme alla Bielorussia – esporta anche un quinto della quota mondiale di fertilizzanti

Il conflitto ha distrutto le catene di approvvigionamento di questi beni essenziali, provocando un aumento record dei prezzi dei beni alimentari – per avere un’idea, nell’aprile 2021, l’indicatore dei prezzi alimentari dell’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura delle Nazioni Unite (FAO Food Price Index) ha registrato un aumento del 34% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Di conseguenza, il livello di food insecurity è cresciuto a livello globale. 

Infatti, l’aumento dei prezzi ha costretto famiglie a basso reddito e a reddito medio-basso a sostituire gli alimenti con proprietà nutritive adeguate a una dieta sana con alimenti meno nutrienti ma più economici. Inoltre, la guerra ha colpito negativamente anche la disponibilità e la distribuzione degli aiuti umanitari. Secondo il Programma Mondiale dell’Alimentazione (WFP), il costo dell’assistenza umanitaria è aumentato di quasi il 45% rispetto al 2019 a causa dell’aumento dei prezzi del carburante e degli alimenti stessi. Il risultato finale è che, proprio a causa del conflitto in Ucraina, si stima che tra il 2022 e il 2023 il numero di persone che soffrono di denutrizione arrivi al picco massimo di 13.1 milioni. 

L’impatto della guerra nel mondo…

Le regioni maggiormente colpite dall’aumento dell’insicurezza alimentare sono quelle del Medio Oriente e Nord Africa (MENA), oltre che quelle dell’Africa Occidentale e del Sahel. In area MENA, ad essere piú colpiti non sono solamente gli importatori diretti di grano e mais (Giordania, Libano, Israele e Tunisia), ma anche i Paesi piú popolosi (Egitto e Turchia) e quelli afflitti da gravi emergenze umanitarie (Libia, Yemen e Siria).  Diversamente, le conseguenze del conflitto stanno colpendo in maniera pressoché uniforme i Paesi dell’Africa Occidentale e del Sahel, la cui già diffusa crisi alimentare è ora amplificata dagli effetti della loro dipendenza diretta dalle importazioni di cereali e olio di semi di girasole da Russia e Ucraina.

Il conflitto potrebbe compromettere, sia sul breve che sul lungo periodo (o quantomeno fino al ritiro o alla rinegoziazione delle sanzioni alla Russia), anche la produzione agricola nei Paesi dell’Unione europea dipendenti da energia e fertilizzanti russi e ucraini. Anche se, in Europa, gli effetti più severi della guerra si stanno registrando nelle regioni caucasiche, dove i prezzi dei beni hanno subito una forte impennata, come in Asia Centrale.

Diverso dagli altri è il caso della regione asiatica dell’Oceano Pacifico (ASEAN), dove  gli effetti specifici del conflitto sono contenuti per via della limitatezza delle relazioni e dei legami economici con Russia e Ucraina. Tuttavia, neanche questa regione è totalmente immune dai riverberi della guerra: il rallentamento della crescita economica in Europa (con cui Russia e Ucraina hanno legami commerciali ed economici molto stretti) e la diminuzione di flussi di turismo dalla Russia – giá verificatasi nel 2022 e prevista anche per il 2023 –  potrebbero avere conseguenze economiche negative, seppur limitate rispetto alle altre regioni del mondo.

… e in America latina

Gli effetti del conflitto possono dirsi unici in America latina e nei Caraibi, dove – come in moltissimi altri Paesi al mondo –  i prezzi dei beni alimentari erano già aumentati dalla fine del 2020 a causa dell’interruzione della catena di approvvigionamenti dovuta alla pandemia da Covid-19. Inoltre, sempre tra il 2020 e il 2021, Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay avevano sofferto delle conseguenze di periodi eccezionalmente lunghi di siccità.

Al di là dell’aumento dei prezzi dei beni alimentari (devastante su Paesi come il Nicaragua, che importa circa l’80% del suo fabbisogno di cereali da Russia e Ucraina), è stata  l’impennata dei prezzi dei fertilizzanti (e in particolare di quelli a base di urea e fosfato) a rivelarsi cruciale per la regione. In media, i Paesi latinoamericani importano dalla Russia il 15% dei fertilizzanti, ma Paesi come Perù, Ecuador, Suriname e soprattutto Brasile (primo importatore di fertilizzanti in assoluto) arrivano a importare oltre il 30% del loro fabbisogno.

Questo aumento dei prezzi ha avuto un impatto notevole sulla regione, seppur variabile a seconda delle abitudini alimentari degli abitanti di ciascun Paese. Senza dubbio, il Paese in cui l’insicurezza alimentare è aumentata maggiormente a causa dell’inflazione indotta dalla guerra in Ucraina è il Perú, primo Paese per food insecurity in America latina con il 51% degli abitanti in condizione di moderata insicurezza alimentare. 

Per fare fronte alla situazione, alcuni governi nazionali hanno calmierato i prezzi di petrolio e gas (Uruguay, Venezuela, Nicaragua) o dei beni alimentari (Argentina, Honduras, Jamaica), mentre altri hanno diminuito la tassazione sull’importazione di grano e derivati (Cile, Repubblica Dominicana, Colombia).

La soia: soluzione o problema?

Nel far fronte alla minaccia dell’insicurezza alimentare, alcuni Stati della regione possono contare sulla soia. Se fino a qualche anno fa, il 70% della produzione di questo legume veniva destinato alla produzione di mangimi per animali e all’esportazione, recentemente ne sono state scoperte le enormi potenzialità nutritive per l’alimentazione umana e, soprattutto, si sono raffinate le tecniche e le infrastrutture per estrarne olio alimentare. Nel contesto di crisi attuale, la soia può, quindi, rappresentare un sostituto di quei beni i cui prezzi sono schizzati alle stelle a causa della guerra.

Ad esempio, il Belize ha incrementato sensibilmente la produzione di soia per imporsi come principale produttore di olio di soia, in sostituzione dell’olio di girasole importato da Russia e Ucraina. Forte anche di un significativo e inatteso aumento del raccolto nel 2021 e nel 2022, il Governo del Belize ha accettato un finanziamento privato di 12 milioni di dollari per costruire un impianto per la raffinazione e l’estrazione dell’olio di soia. In questo modo, il Belize potrebbe non solo proteggere i suoi cittadini dall’inflazione dei beni alimentari, ma affermarsi anche come principale partner commerciale “alla pari” di tutti gli altri Stati caraibici (il cui consumo alimentare ad oggi dipende prevalentemente dalle importazioni da Paesi piú ricchi e politicamente influenti), favorendo così accordi commerciali più equi tra gli stati della regione.

Oltre che una risorsa, la soia potrebbe rappresentare anche una minaccia. I principali produttori di soia dell’America latina (Argentina, Brasile, Bolivia, Uruguay) la coltivano  sotto forma di monocoltura, in coltivazioni estese fino a 200 mila ettari che non hanno bisogno di manodopera e che distruggono completamente tessuti ambientali, economici e sociali. È il caso del Mato Grosso in Brasile e di tutti i territori amazzonici produttori di soia, dove tra il 2009 e il 2019 le aziende della soia hanno sottratto illegalmente terre alla Foresta Amazzonica per destinarle a colture intensive e pascolo. Del resto, la sostenibilità ambientale e sociale e la sicurezza alimentare non sono una priorità per le multinazionali della soia, che controllano la quasi totalità delle coltivazioni dell’America latina ed esportano la maggior parte della produzione in Europa e in Cina, privando il continente di una delle risorse piú immediate ed economiche per contenere i livelli di food insecurity.

In questo contesto, il Belize ha le potenzialità per diventare un aprifila per i Paesi produttori di soia, riportando il focus sul consumo di prodotti locali e sulla creazione di catene di valore che esaltino il lavoro dei produttori locali e rispettino tutti i Paesi che le compongono. Affinché ciò avvenga e il Belize non si trasformi, invece, in un nuovo Mato Grosso o nell’ennesima “maledizione delle risorse” che condanna il Paese a esportare le sue ricchezze naturali senza svilupparsi internamente, sarà fondamentale individuare nuove modalità di produzione e consumo, evitando le monocolture estensive volte alla sola esportazione. Per esempio, un’alternativa per creare catene di valore potrebbe essere quella di produrre soia per l’autoconsumo ed esportarla verso i Paesi vicini solo in un secondo momento e in maniera funzionale al raccolto e alle esigenze del territorio. Quindi, impedire che siano le multinazionali della soia, da sole, a definire se la soia possa essere una soluzione o un problema per il raggiungimento della sicurezza alimentare globale sarà indispensabile.

 

Fonti e approfondimenti

BBN (2022) Belize’s soybean industry making strides, record harvest expected Belize’s soybean industry making strides, record harvest expected (breakingbelizenews.com)

 

CSIS (2022) Russia, Ukraine and Global Food Security: A One-Year Assessment Russia, Ukraine, and Global Food Security: A One-Year Assessment (csis.org)

 

FAO (2022) The State of Food Security and Nutrition in the World The State of Food Security and Nutrition in the World 2022 (fao.org)

 

IDB (2022) How the War between Russia and Ukraine Might Affect Your Dinner in Latin America and the Caribbean How the War between Russia and Ukraine Might Affect Your Dinner in Latin America and the Caribbean – Sostenibilidad (iadb.org)

 

UN (2022), Global Impact of war in Ukraine, on food, energy and finance systems UNSDG | Global Impact of war in Ukraine on food, energy and finance systems – BRIEF NO.1

 

UN (2022), Peru food crisis grows amid soaring prices and poverty: FAO Peru’s food crisis grows amid soaring prices and poverty: FAO | UN News

 

UNCTAD (2022), The impact on Trade and Development of the War in Ukraine The impact on trade and development of the war in Ukraine | UNCTAD

 

WORLD BANK (2022) The war in Ukraine – amplifying an already prevailing food crisis in West Africa and Sahel Region The war in Ukraine – amplifying an already prevailing food crisis in West Africa and the Sahel region (worldbank.org)

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