Democrazia diseguale: gli Usa di fronte alla polarizzazione

Polarizzazione
Immagine generata con supporto AI © Lo Spiegone CC BY-NC

Anche negli Usa, uno dei temi centrali nel dibattito sulla qualità della democrazia è diventato quello della polarizzazione politica. Quel fenomeno, la cui crescita sembra osservarsi in diverse società a ordinamento democratico, per cui si assiste a un ampliamento delle distanze tra schieramenti politici opposti.

La tendenza ad assumere posizioni più estreme, la riduzione del dialogo tra fazioni e l’aumento delle percezioni negative nei confronti delle persone appartenenti a gruppi politici non affini (la cosiddetta “polarizzazione affettiva”, affective polarization) sono tutte caratteristiche proprie di un’arena politica dove le distanze si stanno allargando, a scapito del dialogo e della cooperazione.

La crescita di questo fenomeno pone dunque un interrogativo. Ovvero se la polarizzazione politica sia una minaccia per gli ordinamenti democratici. Dove invece il pluralismo politico (che si basa su una concezione più equa e cooperativa della distribuzione del potere decisionale) è considerato spesso come fondamentale per il corretto funzionamento dei meccanismi della democrazia. Non è un caso, infatti, che si osservi come la polarizzazione politica sia associata a un declino delle istituzioni democratiche secondo le analisi dell’istituto V-DEM, che si occupa appunto di misurare l’andamento della qualità delle democrazie anno dopo anno.

Il Paese più investito da questo problema sono gli Stati Uniti. Proprio nel Paese nordamericano infatti, secondo V-DEM, il trend verso una crescita della polarizzazione politica è sempre più marcato. Mentre la qualità della sua democrazia è contestualmente in discesa.

Il logoramento della democrazia negli Usa

Se un tema come quello della polarizzazione della società statunitense è un’evidenza che è diventata sempre più centrale, soprattutto con la salita al potere di Trump e l’acuirsi delle fratture politiche e sociali che ciò ha causato, è comunque opportuno prima di tutto fare un passo indietro. E guardare allo stato di salute in toto della democrazia statunitense.

In un certo senso la democrazia statunitense è sempre stata considerata, dai più critici, una sorta di democrazia incompiuta e attraversata da diversi problemi strutturali. Fino al 1965, è noto, il regime di segregazione razziale negava agli afroamericani negli Stati del Sud il diritto di voto, tra gli altri. Anche dopo la sua abolizione con il passaggio del Civil Rights Act (1964) e del Voting Rights Act (1965), però, l’accesso al voto nel Paese nordamericano è stato caratterizzato da disuguaglianze sostanziali. Soprattutto per quanto riguarda sempre la popolazione afroamericana.

La privazione del diritto di voto per i carcerati o ex (cosiddetto voting disenfranchisement) la maggior parte dei quali neri, è un ostacolo sostanziale alla compiutezza della democrazia statunitense, che ancora oggi nega il diritto di voto a milioni di persone alla luce della loro fedina penale. Gli ostacoli all’accesso alle urne non finiscono poi qui, viste le difficoltà legate al registrarsi come votanti che a ogni elezione escludono cospicue fette della popolazione.

Oltre a questo, si aggiunge al computo dei difetti strutturali nel sistema democratico degli USA quello del peso ineguale che è dato ai voti di categorie differenti di persone, in base al loro status sociale, etnico, o in base alla geografia. Sono molti gli studi che mostrano come le istituzioni statunitensi tendano a essere molto più recettive verso le richieste delle persone più privilegiate rispetto alle categorie più marginalizzate della popolazione.

Il peso ineguale delle persone negli Usa

Aiutate da leggi e sentenze della Corte Suprema che hanno tolto qualsiasi tetto alle spese o donazioni che si possono effettuare in campagna elettorale (cfr. Buckley v. Valeo 1976 e Citizens United v. FEC 2010), le persone ricche hanno la possibilità di far contare di più la propria voce. Allo stesso tempo, gli USA sono un Paese conosciuto per l’istituzione del gerrymandering, ovvero il ridisegno dei confini dei distretti elettorali in maniera arbitraria per manipolare l’esito delle elezioni, spesso a scapito dell’effettivo potere di voto dei cittadini che viene diluito per favoreggiare la strategia di un partito politico.

Tutti questi sviluppi hanno senza dubbio contribuito a intaccare il pluralismo democratico negli Stati Uniti, limitando la partecipazione politica, nonché l’efficacia, di grandi fette della popolazione, tendenzialmente le più svantaggiate. Questi processi sono stati amplificati anche da diverse sentenze della Corte Suprema, che hanno spostato l’ago della democrazia a favore delle persone ricche, amplificando il divario e dunque la polarizzazione tra ceti della popolazione.

Oltre le sopracitate sentenze del 1976 e 2010, altre decisioni rilevanti che hanno assestato un duro colpo al regime democratico degli USA sono, da un lato, la famigerata sentenza Bush v. Gore del 2000, che vide la Corte porre fine al riconteggio dei voti in Florida in un’elezione molto contestata, dando arbitrariamente la vittoria a George W. Bush; dall’altro, Shelby County v. Holder del 2013, conosciuta per avere eliminato diverse previsioni stabilite dal sopracitato Voting Rights Act del 1965 che avevano l’obiettivo di prevenire la discriminazione dei votanti. Diversi fattori, dunque, hanno contribuito negli anni a mettere a dura prova l’ordinamento democratico statunitense.

La polarizzazione politica negli Usa

L’erosione costante del pluralismo democratico statunitense ha creato un terreno fertile per l’aumento della polarizzazione sociale e politica. Alimentando la crescita delle disuguaglianze economiche e accrescendo la forbice tra il potere politico di cui godono i gruppi più marginalizzati vis à vis quelli più abbienti. La delegittimazione delle istituzioni e dei processi democratici ha accompagnato questi cambiamenti. Aprendo la scena a una polarizzazione forte nell’opinione pubblica che si è espressa negli ultimi anni attraverso battaglie per i diritti civili (come quella sull’aborto), sociali (come quella sulla sanità pubblica), e politiche (come dimostrato dalla radicalizzazione del Partito repubblicano durante l’era Trump in toto).

Repubblicani e democratici hanno ancora diversi punti programmatici in comune. Nonché un’ideologia che spesso trova aree di comunicazione se non di sovrapposizione. Tuttavia, negli ultimi anni è indubbio che il terreno comune tra questi abbia iniziato a diventare meno. Anche in risposta alle esigenze espresse dalle rispettive basi. Da un lato i democratici hanno visto, dal 2016, una crescita della componente più progressista e socialdemocratica, con cui (seppur con riluttanza e molti conflitti) devono fare i conti. Dall’altro, l’elezione e la presa sul partito di Trump hanno trascinato i repubblicani sempre più a destra. Alimentando, tra le altre cose, i legami con la componenti più estremiste della società statunitense. E il troncamento del dialogo con i democratici a livello istituzionale.

Gli ultimi anni di polarizzazione negli Usa

Questi cambiamenti nell’opinione pubblica erano già nell’ariae, dopo essere stati messi nero su bianco nelle primarie prima, e nelle elezioni generali poi, sono stati ulteriormente alimentati dai 4 anni di trumpismo e dalle sue conseguenze – non ultimi, i fatti del 6 gennaio 2021 con l’assalto al Campidoglio. In mezzo, le battaglie sull’aborto, sul controllo per la Corte Suprema, sulla migrazione, sul cambiamento climatico, hanno inasprito il conflitto. A livello tanto istituzionale quanto sociale tra le due fazioni.

Non è un caso, dunque, che i votanti statunitensi abbiano opinioni sempre più negative verso gli appartenenti al partito d’opposizione. Tutto questo è dovuto anche al cambiamento delle basi elettorali di repubblicani e democratici. Con la seconda composta sempre più da gente istruita, dei centri cittadini, di ceto medio o medio-alto, o appartenente a minoranze. Sintomo che la polarizzazione politica riflette anche un aumento delle distanze a livello sociale o geografico.

I rischi per gli Usa di fronte alla polarizzazione

Perché dunque, e in che misura, la polarizzazione rappresenta un problema per la democrazia statunitense?

Di per sé, la polarizzazione è, in un qualche modo, fisiologica nelle democrazie, in quanto esiste sempre un certo grado di distanza, tanto politica quanto, come detto prima, “affettiva”, tra diversi schieramenti. Quello che però va tenuto in considerazione è il grado di tollerabilità che un sistema democratico può avere rispetto a un problema che, se portato agli estremi, tende a indurire le relazioni politiche a livello istituzionale, e sociali a livello comunitario. Esacerbando la possibilità di contrasti ed eliminando spazi per il dialogo.

La riduzione della cooperazione istituzionale, l’indebolimento dei legami comunitari, la creazione di bolle di opinione, la diffusione degli estremismi anti-sistema. Sono tutti fenomeni che stanno esplodendo negli USA e che promettono di avere conseguenze sempre più nefaste sulla tenuta democratica del sistema. Ancor di più, se dovessero proseguire su questo trend. Alla fine della catena di conseguenze, la polarizzazione può dunque portare a una generale sfiducia nei propri vicini. O ancora a un’escalation del conflitto sociale e politico. E a una perdita di fiducia generalizzata in un sistema che rischia di diventare sempre meno pluralista e più fratturato al suo interno.

In una democrazia ancora perfettibile come quella statunitense, dunque, la polarizzazione è un problema che è necessario affrontare. Per dare al sistema una completezza che, nei fatti, non ha mai raggiunto nella sua storia.

Fonti e approfondimenti

Kleinfeld, Rachel. “Polarization, Democracy, and Political Violence in the United States: What the Research Says.” Carnegie Endowment for International Peace. Consultato il 12 dicembre 2023. 

Levine, Sam, e Ankita Rao. “In 2013 the Supreme Court Gutted Voting Rights – How Has It Changed the US?” The Guardian, 25 giugno 2020. 

McCoy, Jennifer, e Benjamin Press. “What Happens When Democracies Become Perniciously Polarized?” Carnegie Endowment for International Peace. Consultato 11 dicembre 2023. 

Murray, Mark, e Alexandra Marquez. “Here’s What’s Driving America’s Increasing Political Polarization.” NBC News. 15 giugno 2023. 

Schlozman, Kay Lehman, Henry E. Brady, e Sidney Verba. 2018. Unequal and Unrepresented: Political Inequality and the People’s Voice in the New Gilded Age. Princeton: Princeton University Press.

“Political Polarization in the American Public.” 2014. Pew Research Center – U.S. Politics & Policy (blog).

Editing a cura di Beatrice Cupitò 

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