Russia in Africa: i limiti della politica estera russa

@LoSpiegone

Nel corso del XX secolo, la Russia ha subito molteplici trasformazioni istituzionali che ne hanno plasmato la politica estera. Le relazioni che intercorrono tra gli Stati africani e Mosca durano da più di un secolo, partendo dal periodo zarista, passando per quello sovietico, fino a giungere all’odierna Federazione. Nel corso della Guerra Fredda, l’Unione Sovietica è stata il modello ideologico per molti Stati del continente africano, oltre ad essere un valido alleato e un sostenitore per molti di quei Paesi che cercavano l’autodeterminazione e la libertà contro la colonizzazione da parte degli Stati Occidentali.

Russia-Africa: legami storici

Sebbene la Russia non abbia mai avuto colonie africane, vi è una lunga storia di interazione con il continente che risale al Medioevo, periodo in cui i pellegrini ortodossi russi scambiavano rapporti con cristiani dell’Africa (principalmente egiziani e etiopi) in Terra Santa.

Nel 1898 la Russia pre-rivoluzionaria stabilì rapporti diplomatici con l’Etiopia e la regione indipendente del Transvaal (Repubblica sudafricana), oltre ad aver istituito il consolato generale russo a Tangeri (Marocco). Il Corno d’Africa, dal canale di Suez fino al Golfo di Aden, è sempre stata una delle regioni strategiche in cui era più accentuata la presenza della Russia zarista e dell’Unione Sovietica. Lo sviluppo di buone relazioni della Russia, con Eritrea e Sudan rientrava nel quadro dello scontro gli Stati Uniti e l’URSS negli anni della Guerra Fredda.

I legami più attivi sono stati sviluppati dalla fine degli anni ’50 in poi, dopo l’indipendenza di numerosi stati africani. Mosca si è rivolta al mondo afro-asiatico con offerte di sostegno per i movimenti anti-coloniali e nuovi stati indipendenti. L’URSS ha sostenuto le decisioni della Conferenza di Bandung dei paesi afro-asiatici tenutasi nell’aprile del 1955, nella lotta all’imperialismo ed al colonialismo in tutte le sue manifestazioni.

Alla metà degli anni ’80 l’Unione Sovietica firmò centinaia di accordi in ambito economico e culturale con i paesi africani e infatti circa 25.000 studenti africani furono accolti nelle università russe. È importante notare come tra loro vi siano i presidenti di Angola (Jose Eduardo dos Santos), Mozambico (Armando Guebeza) e Sud Africa (Jacob Zuma).

A seguito della dissoluzione dell’Unione Sovietica nel 1991 il ruolo fu ridimensionato. L’entrata russa nel G8, costrinse Mosca a prestare maggiore attenzione all’Africa in un nuovo modo, dal momento che il continente era regolarmente presente nell’agenda del Gruppo. Un’ulteriore fase di politica estera russa verso gli stati africani è stata portata avanti dopo l’11 settembre 2001 con  la “guerra contro il terrorismo” di George W Bush.

Politica estera russa: dov’è l’Africa?

Il Cremlino utilizza il documento che esprime il Concetto di Politica Estera per dichiarare gli approcci e le priorità della politica estera russa. Lo sviluppo di ogni nuovo Concetto è un processo lento, poiché il documento deve essere approvato dal Ministero degli Esteri, dall’amministrazione presidenziale e dal Consiglio di sicurezza, condannando così il più delle volte il testo redatto alla sua quasi immediata obsolescenza. Secondo la Costituzione russa adottata da Boris Yeltsin 1993, la direzione della politica estera è una delle funzioni del governo.

Lo scorso 30 Novembre 2016, il Presidente Vladimir Putin ha approvato la nuova Concezione di Politica Estera Russa in risposta alla continua evoluzione del quadro internazionale. Nel documento (pubblicato sul sito del Ministero degli Affari Esteri russo) vengono espresse le aspirazioni del Cremlino a intraprendere una politica attiva nel campo della sicurezza internazionale (soprattutto in Medio Oriente). Le relazioni con l’Unione europea sono state ridotte alla cooperazione economica, mentre più attenzione è stata dedicata allo sviluppo di relazioni politiche ed economiche con i Paesi asiatici e africani.

La versione odierna del documento non si è discostata da quello adottato nel 2013 per quanto concerne le relazioni russo-africane: l’Africa rimane un partner marginale. Nel 2016 sono state nuovamente ripetute affermazioni riguardanti l’interazione di tipo bilaterale e multilaterale con gli Stati africani, con particolare attenzione al miglioramento del dialogo politico e promozione dei reciproci benefici commerciali, cooperazione economica e la prevenzione dei conflitti regionali e delle situazioni di crisi nel continente. 

L’obiettivo di lungo termine della politica estera di Mosca è un sistema internazionale multipolare che mira a contrastare l’influsso sfrenato delle altre potenze in Africa, in particolare Stati Uniti e Cina. Il veto nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (UNSC) è la leva chiave della Russia nel potere nelle scelte internazionali nel continente africano. L’astensione russa contro l’imposizione di sanzioni e di embargo sulla esportazione delle armi in alcuni stati africani (come il Sud Sudan ed Eritrea) gli ha permesso di divenire il secondo più grande esportatore di armi a livello mondiale in Africa, dopo gli Stati Uniti (SIPRI, 2016). Grazie alla vendia di armi, la Russia ha potuto avere un ruolo attivo nella stabilizzazione di relazioni politiche, militari ed economiche negli Stati africani. I partner economici africani servono a sostenere il grave peso delle sanzioni economiche occidentali: L’Etiopia, e tutta l’area del Corno d’Africa, possono soddisfare le esigenze economiche di Mosca.

­­­­­­­­­La Russia mantiene rapporti diplomatici con tutti i paesi africani (l’ultima è con il Sud Sudan dopo la sua indipendenza nel 2011). L’interesse crescente di Mosca per l’Africa negli ultimi anni è stato dimostrato dalle visite di Putin in Egitto, Algeria, Sudafrica, Marocco e Libia. La visita a Città del Capo nel settembre 2006 è stata particolarmente importante e sarà ricordata per essere stata la prima visita di un capo dello Stato russo all’Africa sub-sahariana.

La Russia collabora con i paesi africani e l’Unione Africana su temi di sicurezza: essa partecipa alla maggior parte delle missioni di pace delle Nazioni Unite in Africa. Nel 2011 Mosca ha partecipato alla missione nella Repubblica Democratica del Congo (RDC), nel Sahara Occidentale, in Costa d’Avorio, in Liberia e in Sudan. Allo stesso modo ha addestrato 180 poliziotti provenienti da 18 paesi africani per le missioni di mantenimento della pace, contribuendo inoltre anche al Fondo per la pace dell’UA (nel 2012 vi sono stati assegnati 2 milioni di dollari). Nel 2012 la Russia ha annunciato all’ONU di aver messo da parte 20 miliardi di dollari per diversi paesi africani. Inoltre, si è impegnata a raddoppiare il suo Overseas Development Aid (ODA) nei paesi africani.

Africa come partner economico

Il commercio estero della Russia con l’Africa ha recuperato dopo la notevole diminuzione del 2009 con il fatturato di circa 10 miliardi di dollari nel 2012. Tuttavia, questa cifra rappresenta meno del 2 per cento di tutto il commercio russo.

La Russia è stata svantaggiata dalla sua assenza dal gioco per due decenni, quando la Cina ha forgiato un impero con gli investimenti e la presenza. Il numero crescente di giocatori stranieri ha suscitato una forte concorrenza. Con la dissoluzione dell’Unione Sovietica, la Russia si è trovata in parte privata di minerali vitali per la sua economia, che ora importa dall’Africa: manganese (quasi 100 per cento del fabbisogno), cromo (80 per cento) e bauxiti (60 per cento). Al giorno d’oggi, oltre 30 grandi società russe (aziende come Norilsk, Sintez, Lukoil,  hanno investito notevolmente in particolare in Algeria, Angola, Botswana, Costa d’Avorio e Sud Africa) partecipano allo sviluppo di progetti di risorse naturali africane. 

Tuttavia, le imprese russe spesso non dispongono delle competenze di esperienza e di marketing necessarie per entrare nei mercati altamente competitivi cedendo terreno ai giocatori più forti come la Cina. Un grande successo dell’attività russa in Angola è stato l’accordo della banca VTB a Luanda, che ha offerto un credito di 1 miliardo di dollari con un periodo di pagamento di sette anni dalla banca russa VTB Capital. Un altro importante progetto è ANGOSAT, che detiene un contratto di circa 327 milioni di dollari per creare un sistema di comunicazione e trasmissione via satellite.I negoziati per il progetto hanno avuto inizio nel 2007 e si sono conclusi due anni dopo. Ci sono voluti altri due anni per firmare l’accordo di credito di oltre 300 milioni di dollari. 

Fonti e approfondimenti

http://www.mid.ru/en/foreign_policy/official_documents/-/asset_publisher/CptICkB6BZ29/content/id/2542248

https://www.saiia.org.za/occasional-papers/429-russia-s-africa-policy/file

http://moderndiplomacy.eu/index.php?option=com_k2&view=item&id=2126:africa-russia-s-strategy-and-global-competitors&Itemid=141

http://www.russia-direct.org/opinion/decoding-changes-russias-new-foreign-policy-concept

https://www.pism.pl/publications/bulletin/no-1-941#

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