Cosa è il G20

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G20 Argentina - Wikimedia Commons - Creative Commons Attribution 2.0 Generic

Il 7 e l’8 luglio ad Amburgo si terrà il dodicesimo meeting del G20, ovvero il “Gruppo dei Venti”. La volontà di creare questo luogo di incontro annuale è nata dalla necessità di aumentare il numero dei Paesi mondiali coinvolti nelle decisioni più importanti. Dopo la caduta del Muro di Berlino, il collasso dell’Unione Sovietica, la nascita dell’Unione Europea, la fine della crisi del debito che portò al collasso di molte economie asiatiche e l’ondata di violenza che sparse sangue in Africa, il mondo si è trovato davanti a uno scenario completamente diverso.

Le questioni economiche, in primo luogo, ma anche sociali e politiche non potevano più essere monopolio di un numero ristretto di Stati, tutti appartenenti al mondo Occidentale, che avevano formato nel 1976 il G6 (diventato poco dopo G7) e solo dal 1997 G8 con l’inclusione di una già allora problematica Federazione Russa. Questa nuova forma di dialogo inter-governativo sembrava essere la più importante tra tutte quelle create fino ad allora. Il G20 comprende infatti un numero di Paesi e di Organizzazioni Internazionali adeguato per rappresentare in maniera soddisfacente il globo anche grazie alla mancanza di gerarchie tra Paesi Occidentali e Paesi Non Occidentali, Paesi con veto e Paesi senza veto (così come è ancora oggi il Consiglio di Sicurezza ONU), Paesi sviluppati e Paesi in via di sviluppo. 

L’80% del PIL mondiale risiede nei Paesi che presiederanno il G20, i due terzi della popolazione mondiale (4.5 miliardi di cittadini) saranno rappresentati dai Paesi che prenderanno parte al G20. E’ un forum che principalmente ha come obiettivo quello di risolvere le questioni economiche più importanti e per questo tra il 2009 e il 2010 (con la crisi economica che stava distruggendo molti Paesi, Occidentali e non) il G20 si è riunito ben 4 volte.

Ma, come detto in precedenza, il G20 è una possibilità per cercare di risolvere anche questioni sociali o politiche. Proprio per questo il clima sarà al centro del dibattito del G20 di Amburgo. Il tema è diventato più politico che mai: Trump contro Merkel, gli USA contro l’UE, la Cina che può dire la sua al riguardo. Da una parte Trump che ha fatto ritirare il suo Paese dal COP21, l’Agreement sul clima firmato a Parigi nel 2015 e che era riuscito a mettere d’accordo la maggior parte degli Stati a seguire una linea comune nei confronti dell’ambiente e del cambiamento climatico. Dall’altra parte Xi Jinping ha la possibilità di dettare i parametri sul clima, tema molto rischioso per Pechino, e che quindi cercherà di sfruttare questa mossa di Trump a suo favore. Nel mezzo troviamo l’Unione Europea, disunita ma con nuovo vigore, con un dibattito eterno sulle questioni economiche ma che farà allineare tutti i suoi membri su una linea comune. E proprio l’Unione Europea sarà l’ospitante di questo summit. La Germania infatti dovrà dar prova di quello spirito europeo di cui si è parlato negli ultimi mesi, dall’elezioni di Macron e dalla sconfitta dell’euroscetticismo. 

Le Organizzazioni Internazionali all’interno del G20

All’interno del G20 inoltre sono presenti alcune Organizzazioni Internazionali che possono influenzare le discussioni e possono portare questioni molto spinose all’interno di un panorama che, come abbiamo detto, è già molto difficile da coordinare. Le tre Organizzazioni sono l’Unione Africana, il NEPAD e l’ASEAN. Le prime due sono riferite all’Africa mentre l’ultima al Sudest Asiatico. L’Unione Africana ha l’obiettivo di creare un’istituzione sovranazionale che possa rispondere a tutte le esigenze degli Stati del continente. Il NEPAD invece si occupa di creare strategie per lo sviluppo dei Paesi africani in modo tale da non creare divari troppo profondi all’interno dell’Africa e, soprattutto, di far crescere i Paesi africani per diminuire il divario con i Paesi più sviluppati. L’ASEAN raggruppa invece i Paesi del Sudest Asiatico da un punto di vista prettamente economico più che politico.

Queste tre Organizzazioni hanno un dialogo molto profondo e molto radicato con l’Unione Europea e proprio per questo i leader europei, soprattutto Macron e Merkel, dovranno riuscire a coordinare bene queste tre istituzioni in modo tale da includerli per avere degli alleati nelle loro proposte invece che possibili oppositori. Il G20 African Partnership Conference del mese scorso a Berlino rientra proprio in questo schema, il nuovo approccio (a guida tedesca) verso l’Africa può far cambiare drasticamente alcune delle relazioni internazionali che fino ad oggi sono state inconcludenti e fallimentari (UE-Africa). Per quanto riguarda l’ASEAN è importante ricordare che l’attuale presidente è il leader controverso delle Filippine, Rodrigo Duterte. Il suo distacco momentaneo dagli USA, l’avvicinamento a Xi Jinping e i problemi interni (terrorismo jihadista) potrebbero essere un’altra pedina da aggiungere al gioco dell’Unione Europea per ribadire nuovamente e con forza la propria posizione nei confronti di Donald Trump.

Conclusioni

Le potenzialità del G20 quindi sono molte e molto più grandi del G7. Le difficoltà di coordinamento sono però ancora più importanti e proprio questo riduce la sua forza reale all’interno delle decisioni effettive. Il gruppo delle 20 potenze più importanti dal punto di vista numerico ed economico hanno tutta la volontà di partecipare a un evento così importante per ribadire il proprio punto di vista. Sta però agli attori più capaci e più scaltri coordinare in maniera efficace le discussioni per raggiungere dei punti in comune. Il clima sarà forse il campo di battaglia più difficile da affrontare e nel caso in cui dovesse essere raggiunto un accordo in contrapposizione alle azioni USA il presidente Donald Trump e l’Unione Europea inizieranno a prendere due strade profondamente diverse anche sulla materia economica.

 

 

Fonti e approfondimenti

http://www.ispionline.it/it/articoli/articolo/europa-global-governance-africa/g20-ai-nastri-di-partenza-cosa-aspettarsi-17071

http://www.telegraph.co.uk/business/0/what-is-the-g20-and-how-does-it-work/

https://www.internazionale.it/opinione/pierre-haski/2017/07/06/g20-amburgo-inutile-indispensabile

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