Elezioni presidenziali in Russia: i volti dei candidati

@Klimkin - Licenza CC Pixabay

La probabilità che Putin venga riconfermato al potere alle prossime elezioni presidenziali di quest’anno è molto alta: nonostante la Russia si dichiari essere un paese moderno, con una costituzione democratica, essa vive ancora uno stallo politico. La fine dei 70 anni di dittatura comunista, e lo sgretolarsi dell’Unione Sovietica ha sconvolto la maggioranza dei russi. Le prime (e ultime) elezioni realmente corrette sono state organizzate in quel periodo, ma già a metà degli anni novanta erano tornati al potere oligarchi ed ex comunisti. Da allora la democrazia è stata associata al caos di quegli anni che hanno scosso la popolazione di un grande Paese che d’un tratto ha cessato di esistere. Putin, succeduto a Eltsin, ha mantenuto alta la sua popolarità per 18 anni, soprattutto perché ha dato ai russi ciò che volevano: stabilità e prevedibilità.

 

Lo scorso 1 marzo, a meno di tre settimane dalle elezioni presidenziali, Vladimir Putin ha tenuto il discoro sullo Stato della Nazione. Il discorso, durato quasi due ore, è stato visto da molti come una mera presentazione di nuove armi strategiche in grado di proteggere la Russia e i suoi alleati da qualsiasi minaccia: in effetti Putin ha impiegato almeno un terzo del suo annuale discorso sullo stato della Federazione per presentare l’Rs-28 Sarmat, un missile da crociera con un sistema di propulsione nucleare ammirevole. Il missile è stato sviluppato dalla Russia in seguito all’uscita unilaterale degli Stati Uniti dal Trattato anti missili balistici (Abm) firmato nel 1972 con l’Unione Sovietica. In verità il discorso è stato un evento organizzato in vista delle presidenziali in cui Putin ha avuto il modo di illustrare su grandi schermi i quella che è la sua previsione sul futuro della politica interna ed estera, oltre ad aver fatto la rivendicazione di aver riportato l’Armata a una grandezza perduta e la promessa di dimezzare la povertà nel paese entro i prossimi sei anni. Putin ha sostenuto che la Russia si è affermata come una società democratica, libera e indipendente, e ora deve fare il salto tecnologico per assicurare lo sviluppo futuro. «L’arretratezza è la principale minaccia della Russia, è come una grave malattia, bisogna cambiare questa situazione».

 

Putin detiene un tasso di popolarità dell’80%, ed una domanda sorge chiara: esistono alternative effettivamente valide, capaci di mettersi al timone della Federazione Russa? Ora vediamo quali sono gli altri candidati in corsa per le presidenziali.

KSENIA SOBCHAK: LIBERALE

 

 

Fino ad oggi solo due donne sono riuscite a candidarsi alla presidenza russa: la presidente della Commissione elettorale, Ella Pamfílova, nel 2000 e la liberale Irina Jakamada nel 2004. Conosciuta come la “Paris Hilton russa”, Ksenia Sobchak ha dichiarato di voler essere la candidata di quelli che vorrebbero votare contro tutti.  Figlia dell’ex sindaco di San Pietroburgo Anatoli Sobchak, con cui Putin iniziò la sua carriera politica, Sobchak figlia ha studiato danza al Teatro Mariinsky e alla scuola d’arte del Museo Hermitage. Ha frequentato l’Università di San Pietroburgo e l’Istituto Statale di Rapporti Internazionali a Mosca. Sobčak è liberale e dalla parte dei gay (diversamente da Putin), ma è comunque considerata l’avversaria preferita del presidente.

PAVEL GRUDININ: AGRONOMO COMUNISTA 

Wikimedia Commons

I russi potrebbero anche scegliere il candidato del Partito Comunista russo, Pavel Grudinin. Nato a Mosca nel 1960, Grudinin è laureato in Ingegneria Meccanica. Ha lavorato per molti anni nella Lenin State Farm, un’importante azienda agricola russa. Negli anni 2000 ha iniziato a coltivare una formazione universitaria nella pubblica amministrazione e in giurisprudenza. La sua candidatura presidenziale è stata posticipata più volte ma poi approvata per decisione di Gennadij Zjuganov, leader del Partito Comunista.

 

VLADIMIR ZHIRINOVSKY: ULTRANAZIONALISTA 

Da parte del Partito Liberale russo ci sarà Vladimir Zhirinovsky. Nato ad Alma Ata, Kazakistan, nel 1946, Zhirinovsky è ultranazionalista. Laureato in Diritto all’Università Lomonosov di Mosca, ha studiato anche Storia nell’Istituto Asia-Africa ed è specializzato nelle repubbliche asiatiche e caucasiche dell’Unione sovietica. Parla inglese, francese, tedesco, turco e russo ed è stato candidato alle elezioni presidenziali del 1991. Tra le sue promesse elettorali c’era la campagna “vodka gratis per tutti” e “lingerie più bella per tutte le donne russe”. Ha anche il programma “fare tornare grande la Russia”, con un vago richiamo al leader dell’oltreoceano. Egli inoltre vuole instaurare un regime di sicurezza militare, fucilando i leader delle mafie e i separatisti, e processando i politici corrotti. Nelle elezioni legislative il suo partito ha ottenuto il 13,5%, quasi lo stesso risultato del Partito Comunista.

 

SERGEY MIRONOV: SOCIALISTA

I socialdemocratici del partito Russia Giusta hanno scelto Sergey Mironov. Nato a Puskin nel 1953, è stato membro dell’Armata rossa. È laureto in Mineralogia e Geofisica. La sua carriera politica è iniziata nel 1994 come deputato per San Pietroburgo. Dal 2006 è leader del partito Russia Giusta di formazione nazional-patriottico. Tra le proposte di orientamento socialista c’è una trasformazione del sistema economico per un maggior intervento dello Stato.

 

 

Fonti e Approfondimenti:

https://www.internazionale.it/opinione/gwynne-dyer/2018/02/28/putin-quarto-mandato-presidenziale

http://kremlin.ru/events/president/news/56957

https://ria.ru/defense_safety/20180305/1515764274.html

https://www.gazeta.ru/election-2018/?updated

http://eastwest.eu/it/opinioni/open-doors/discorso-putin-minaccia-missile-nucleare

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