La scuola in Africa: dati e concetti chiave

Scuola in Nigeria
Credits: Doug Linsted License: CC0 1.0 Universal (CC0 1.0) Public Domain Dedication

L’istruzione è il fondamento della nostra esistenza, un diritto inalienabile che ogni individuo dovrebbe possedere, garantire e difendere. L’Articolo 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (UDHR) dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite recita:

Ogni individuo ha diritto all’istruzione. L’istruzione deve essere gratuita almeno per quanto riguarda le classi elementari e fondamentali. L’istruzione elementare deve essere obbligatoria. L’istruzione tecnica e professionale deve essere messa alla portata di tutti e l’istruzione superiore deve essere egualmente accessibile a tutti sulla base del merito. L’istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al rafforzamento del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Essa deve promuovere la comprensione, la tolleranza, l’amicizia fra tutte le Nazioni, i gruppi razziali e religiosi, e deve favorire l’opera delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace. 

L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO)  tiene traccia dei dati sull’alfabetizzazione con l’aiuto delle agenzie nazionali. Le statistiche mostrano che il tasso di alfabetizzazione per l’Africa sub-sahariana era del 65% nel 2017. In altre parole, un terzo delle persone con più di 15 anni non era in grado di leggere e scrivere. Risulta preoccupante, inoltre, come il 27% degli analfabeti del mondo viva nell’Africa sub-sahariana e che 17 Paesi in Africa abbiano ancora percentuali di alfabetizzazione del 50% o inferiori.

map-literacy

L’agenda delle Nazioni Unite sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio ha richiesto più consoni finanziamenti per le scuole primarie e ha incentivato l’aumento del sostegno dei donatori. Queste tendenze hanno contribuito a migliorare i dati relativi  all’alfabetizzazione.

Tuttavia, il progresso è troppo lento e la realtà effettiva potrebbe essere peggiore di quanto suggeriscano i numeri ufficiali. Lo sfondo mostra che le società africane si basano tradizionalmente sull’apprendimento orale, con l’ascolto e il parlare come abilità cruciali. Le scuole, al contrario, sono associate alla lettura e alla scrittura. Per i governi, questo tipo di conflazione ha un senso politico e di bilancio. L’espansione dell’istruzione formale è stata la priorità negli ultimi anni e non è stata prestata molta attenzione alla qualità.

Le richieste del 21° secolo vanno oltre la capacità di leggere e scrivere. Le capacità di pensare in modo critico, essere creativi, comunicare in modo efficace e cooperare con gli altri sono importanti. Inoltre, le persone devono essere informate digitalmente. Nel 2017, solo il 22% circa degli africani erano utenti di Internet, secondo l’Unione Internazionale Telecomunicazioni (ITU), un’agenzia delle Nazioni Unite. Nel 2005, la percentuale di utenti di Internet era solo del 2,1%.

L’esclusione della stragrande maggioranza degli africani dall’utilizzo del web è dovuta principalmente alla mancanza di infrastrutture, ma è anche vero che le persone che non sanno leggere e scrivere non possono utilizzarlo correttamente. Un dato incoraggiante riguarda le statistiche dell’UIT che dimostrano come la percentuale di giovani (dai 15 ai 24 anni) che usano Internet è quasi il doppio della quota della popolazione totale. Inoltre, nei principali agglomerati africani, la maggior parte delle persone adulte oggi può leggere e scrivere, e la vita urbana si basa sempre più su persone che sono alfabetizzate.

Povertà causa e conseguenza dell’alfabetizzazione

Tuttavia, nelle zone rurali la situazione risulta peggiore. Nell’Africa sub-sahariana, in particolare nelle zone rurali, si trova quasi un terzo delle persone che vive in condizioni in povertà assoluta. Nell’ultimo decennio, il loro numero è salito da 268 a 306 milioni. Nonostante il tasso di povertà assoluta nelle aree rurali dell’Africa sub-sahariana sia sceso dal 65 al 62%, esso rimane di gran lunga il più alto al mondo.

Un fattore importante da prendere in considerazione per comprendere l’insieme della situazione è il tasso di disuguaglianza sociale all’interno degli Stati, ovvero la differenza di reddito tra le classi più e meno abbienti. Il concetto di disuguaglianza non è di semplice comprensione poiché è il risultato di moltissimi fattori. Variabili come etnia, religione, classe sociale e ambiente influiscono moltissimo sulle opportunità di cambiamento sociale di ogni individuo.

I tassi più alti di disuguaglianza li troviamo nelle ex colonie britanniche del Sud e nelle isole, mentre sono meno alti nell’Africa Occidentale e Orientale. In sostanza, la forbice si allarga negli stati più ricchi, dove la ricchezza totale del Paese risiede nelle mani di pochi, mentre si contrae negli stati dove la povertà è “omogenea”. La disuguaglianza incide sul tasso di alfabetizzazione e sulle possibilità di raggiungere i livelli più alti di istruzione, e in più continua ad influire sulla sostanziale differenza educativa tra i ricchi e i poveri d’Africa.

Differenza di approccio degli stati ex colonie britanniche e ex francesi

La colonizzazione ha inciso sui sistemi scolastici, infatti restano enormi le differenze tra le ex colonie britanniche e le ex colonie francesi riguardo il sistema educativo. I Paesi anglofoni godono di un sistema educativo sicuramente migliore di quello francese, soprattutto per quanto riguarda le infrastrutture e il benessere scolastico sociale. Tutto ciò è strettamente connesso al modo in cui inglesi e francesi organizzarono le proprie colonie.

Il colonialismo francese era volto all’introduzione dei sistemi della madrepatria, compreso il sistema educativo, inserito nel più grande piano della “Grand France”. La Francia non seppe modernizzare le società africane, ma anzi il più delle volte appesantì il processo di sviluppo sociale.

Al contrario, quello inglese, essendo un sistema coloniale molto più complesso e vasto, si preoccupò soltanto di inserire all’interno dei Paesi un’economia di mercato moderna, condividendo l’amministrazione territoriale con le tribù locali garanti del potere. Fatte queste premesse, possiamo dire che, in generale, uno studente proveniente da Paesi a lingua inglese ha più possibilità di accedere al livello sufficiente di istruzione rispetto a uno studente di uno stato francofono.

Secondo uno studio dell’AFD (Agence Francaise de Développamant) le differenze si riscontrano anche nei livelli di apprendimento degli studenti della scuola primaria. Le valutazioni standardizzate dei risultati degli studenti alla fine del ciclo primario PASEC (nell’Africa francofona) e SACMEQ (nell’Africa anglofona) mostrano tali differenze. Secondo la valutazione PASEC 2014, circa il 42,7% degli studenti raggiunge la soglia di lettura sufficiente e il 44% di competenze matematiche. Le valutazioni PASEC  hanno mostrato risultati molto scarsi per gli alunni alla fine della scuola primaria, con 11 Paesi su 14 che hanno portato meno del 30% degli alunni a un livello minimo di competenze per continuare la propria istruzione.

Il numero di studenti in grande difficoltà è diminuito drasticamente negli ultimi dieci anni nei Paesi dell’Africa Subsahariana francofona. La percentuale di studenti che non riescono a rispondere alle domande del test o che rispondono in modo completamente casuale diminuisce, specialmente in lettura. In matematica, solo il Ciad, il Madagascar e il Camerun stanno riscontrando un aumento della percentuale di studenti in grande difficoltà.

Tra i Paesi dell’Africa sub-sahariana di lingua inglese, 5 Paesi (Kenya, Botswana, Swaziland, Zimbabwe e Tanzania) hanno punteggi medi superiori a 500 (media dei test SACMEQ) in lettura alla fine del ciclo primario. L’analisi dell’evoluzione dei risultati dell’apprendimento nelle valutazioni SACMEQ indica una diminuzione dei punteggi medi di lettura in soli 3 Paesi. Per gli altri, si osserva l’aumento dei risultati scolastici o il loro mantenimento.

Infine, va notato come l’alfabetizzazione di adulti e giovani adulti stia progredendo. Il tasso di alfabetizzazione per i giovani di 15-24 anni è aumentato dal 67,8% al 75,5% tra il 1999 e il 2016. Allo stesso tempo, il tasso di alfabetizzazione per gli adulti tra i 25 e i 64 anni è passato dal 54% al 60%. Nonostante un forte aumento della popolazione, i Paesi dell’Africa sub-sahariana sono in grado di alzare i loro tassi di alfabetizzazione, in particolare grazie a una gioventù più istruita.

In conclusione, la situazione del rendimento scolastico è variabile, fragile e insufficiente. Questi risultati sono stati ottenuti in un contesto di crescita molto forte nell’iscrizione scolastica, che rappresenta un’ulteriore pressione sui sistemi e condizioni di insegnamento.

L’aumento dei tassi di alfabetizzazione di giovani e adulti in Africa è una conseguenza dell’aumento dei tassi di iscrizione scolastica dei giovani o del sostegno nazionale e internazionale ai programmi di alfabetizzazione. Il desiderio dei Paesi dell’Africa sub-sahariana di migliorare la qualità dell’apprendimento a scuola è incentivato dalla preoccupazione creata dalle valutazioni internazionali, e testimoniata dall’impegno speso a creare i propri sistemi di valutazione. I Paesi dell’Africa sub-sahariana hanno compiuto notevoli progressi nello sviluppo dei loro sistemi educativi attraverso gli sforzi per finanziare il settore, sia in termini di budget nazionali che attraverso la spesa delle famiglie.

Il settore necessita di essere sostenuto in modo continuativo per evitare che le disuguaglianze peggiorino di fronte alla futura crescita demografica. Tuttavia, gli aiuti internazionali destinati all’istruzione sono deboli e largamente insufficienti per dare ai Paesi i mezzi per sviluppare condizioni di accoglienza e insegnamento di qualità.

Eppure, seppur debole, l’aiuto è stato efficace nel fornire flessibilità finanziaria per sistemi educativi in rapida espansione e per sostenere i loro investimenti e le esigenze di sviluppo di capacità. È essenziale riconoscere la portata del percorso compiuto dai Paesi africani e mobilitare tutti i partner per sostenere le loro politiche pubbliche, essenziali per la coesione sociale e il dinamismo di questa regione. Il miglioramento del capitale umano consentirà infatti all’Africa di rafforzare gli effetti della sua crescita e di sperimentare percorsi di progresso simili a quelli sperimentati negli ultimi decenni in altre parti del mondo.

Fonti e Approfondimenti

  • Agence Francaise du Développement, Education en afrique subsaharienne: idees-recues, 2017
  • Unesco Istitute Statistics, UNESCO eAtlas of literacy rate, 2017
  • United Nation Regional Information Center, Rapporto sulla povertà rurale, IFAD, 2011
  • Foreign Affairs, British and French Colonial Technique in West Africa
    By Derwent Whittlesey
  • Jeune Afrique, Education en Afrique Subsaharienne: l’Unesco note des resultats prometteurs, Pauline Pellissier, 2011

Foto di copertina: Doug Linstedt

Leave a comment

Your email address will not be published.


*


%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: