Elezioni in Botswana: l’analisi dei risultati

Immagine generata con supporto AI © Lo Spiegone CC BY-NC

Venerdì 1 Novembre, il presidente in carica Mokgweetsi Masisi ha prestato giuramento per un nuovo mandato, dopo un’elezione generale che ha dato al suo Partito Democratico del Botswana (BDP) motivi di preoccupazione. In vista delle elezioni del 23 ottobre, il principale leader dell’opposizione Duma Boko aveva fiduciosamente cambiato il suo account Twitter in “Incoming President of Botswana”.

La situazione pre-elezioni

Per molti analisti, le condizioni sembravano mature affinché il partito al potere potesse soccombere alla sconfitta elettorale dopo 53 anni al governo. La quota di voto popolare di BDP era in costante diminuzione dall’indipendenza nel 1966. Nel 2014, il partito ha ottenuto solo il 46,5% dei voti, il minimo storico. Nel frattempo due partiti di opposizione, Umbrella for Democratic Change (UDC) e Botswana Congress Party (BCP), hanno ricevuto complessivamente il 50,4% dei voti.
UDC e BCP hanno annunciato nel 2017 che avrebbero unito le forze sotto la bandiera dell’UDC per partecipare alle elezioni del 2019. Ecco perché questa coalizione ha rappresentato una seria minaccia al governo del BDP. Se gli elettori dell’UDC e del BCP avessero unito i loro voti nel 2014 per sostenere un solo candidato parlamentare in ogni collegio elettorale, avrebbero ottenuto la maggioranza in Parlamento, sganciando il BDP dal potere.

Inoltre, per la prima volta il partito al governo non ha potuto contare su risorse superiori a quelle degli sfidanti per la campagna elettorale. I fondi della campagna del BDP hanno tradizionalmente permesso al partito di sovrastare i gruppi dell’opposizione, ma gli impegni anticorruzione di Masisi hanno portato a un declino delle donazioni ai partiti da parte dei lobbisti e delle grandi imprese.

Un’ulteriore sfida è arrivata dall’ex presidente Ian Khama, che ha lanciato il suo partito politico, il Botswana Patriotic Front (BPF), dopo dissidi con lo stesso Masisi. Nel maggio 2019, Khama ha reclutato Biggie Butate, politico alle prime armi,  come presidente di partito, ed è riuscito a persuadere il fratello minore Tshekedi Khama a disertare da BDP per unirsi al BPF appena creato. Essendo figli del fondatore del BDP e primo presidente del Botswana Seretse Khama, i fratelli Khama esercitano un’influenza significativa nella politica del Paese. Gli analisti avevano previsto che la mossa di Ian Khama avrebbe diviso i voti dei democratici, ma il BDP si è dimostrato unito.

 

La vittoria di Masisi

Il conteggio finale dei voti ha regalato al BDP la sua 12a vittoria consecutiva, con quasi il 53% dei voti popolari e 38 seggi parlamentari su 57. L’UDC ha ricevuto il 36% dei voti e ha ottenuto 15 seggi, due in meno rispetto al 2014. L’Alliance for Progressives (AP) e la BPF hanno ottenuto rispettivamente il 5% e il 4%.

L’ottima performance del BDP ha colto molti di sorpresa. Il fattore cruciale è stato un’ondata di sostegno soprattutto da parte della regione meridionale del Paese, compresa la capitale Gaborone. In tutta l’Africa, le aree urbane hanno tradizionalmente fornito punti di appoggio cruciali per i partiti di opposizione, che si affidano al sostegno di cittadini più istruiti e riformisti. Nel 2014, infatti, l’UDC ha vinto tutti i collegi elettorali di Gaborone, ma non e’ successo nel 2019: il BDP ha schiacciato l’UDC a Gaborone, guadagnando tra il 13 e il 29% in quota di voto in giro per la città. Le motivazioni dietro questo nuovo andamento si spiegano analizzando i tre attori politici dominanti – Masisi, Boko e Khama.

 

Perché ha vinto il BDP

A parte la sua base politica, Ian Khama è abbastanza impopolare. Molti in Botswana hanno visto la sua amministrazione 2008-2018 come autoritaria, eccessivamente conservatrice e corrotta. Quando Masisi – il successore scelto da Khama – è salito al potere nel 2018,  ha immediatamente preso le distanze dall’eredità di Khama. Masisi ha invertito le politiche impopolari, ha avviato indagini sulla corruzione e ha aumentato le interazioni con i cittadini.

Il leader dell’UDC Duma Boko, nel frattempo, ha adottato un approccio populista per la sua campagna elettorale, cercando di incanalare la rabbia dei cittadini frustrati dalla mancanza di opportunità economiche. Ha inoltre promesso di porre fine alla disoccupazione in un anno e di triplicare il salario minimo. Nei suoi discorsi Boko ha utilizzato una forte retorica incentrata su attacchi personali ai suoi rivali, trovando molte somiglianze con la campagna 2016 di Donald Trump. In un dibattito presidenziale una settimana prima delle elezioni, molti in Botswana hanno visto il linguaggio duro e gli assalti politici di Boko come sgradevoli.

Prima delle elezioni, il BPF di Khama ha promesso il suo ultimo sostegno all’UDC, mettendo Khama e Boko in una sfortunata partnership. Alcuni elettori hanno probabilmente visto Boko come il cavallo di Troia di Khama e l’alleanza come il tentativo di Khama di riconquistare il controllo politico. Gaborone, sede di molti professionisti istruiti, ha avuto così la possibilità di votare per il riformatore Masisi, o per Boko, un populista imprevedibile sostenuto da un impopolare ex presidente. Gli elettori di Gaborone hanno scelto clamorosamente Masisi – pur avendo sostenuto l’opposizione nel 2014.

II Botswana, la più antica democrazia continuativa dell’Africa, si dimostra  più democratico ed economicamente più sviluppato della maggior parte dei Paesi Africani. Le elezioni evidenziano anche l’efficacia di una strategia chiave adottata da molti partiti al governo della regione: il rigoroso rispetto dei limiti temporali. Il cambiamento di leadership tende a rendere più democratici i partiti al governo di lunga data. In Botswana, Masisi è stato in grado di creare un netto contrasto con il regime del suo predecessore, una mossa che ha aiutato BDP a rinnovare la sua immagine e riconquistare molti elettori.

 

 

Fonti e approfondimenti

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