Tra nuovi e vecchi problemi: i primi passi della presidenza Giammattei

Giammattei
@GobiernodeGuatemala - Flickr - CC0

Di Erik Zignaigo

È Alejandro Giammattei il vincitore delle elezioni del Guatemala dello scorso 11 agosto. Il nuovo presidente e leader del partito conservatore Vamos è stato eletto con il 58% dei voti nel secondo turno delle presidenziali. Starà ora alla sua amministrazione fronteggiare i gravosi problemi della società guatemalteca.

Una vittoria dalla scarsa legittimità politica

Le elezioni che hanno visto Giammattei prevalere sulla sua avversaria, la socialdemocratica Sandra Torres, sono state segnate dal crollo dell’affluenza. Se al primo turno i votanti si sono fermati appena sopra il 60% degli aventi diritto, al secondo turno solo due elettori su cinque hanno voluto esprimere il proprio voto.
I dati dell’affluenza alle urne hanno messo in luce un elettorato travolto da una forte sensazione di disillusione nei confronti dei partiti tradizionali i quali, fino ad allora, avevano monopolizzato lo scenario politico del Paese.

La questione migratoria e le criticità delle periferie

Una delle promesse elettorali fatte da Giammattei durante la campagna – e che ha giocato un ruolo fondamentale nella sua vittoria – è stata quella di abbattere l’emigrazione di guatemaltechi verso Messico e Stati Uniti. Questo fenomeno, tutt’altro che recente, si deve in gran parte alla grave e profonda povertà, legata a doppio filo con la criminalità dilagante. La costante mancanza di cospicui e strutturali finanziamenti nel settore dell’istruzione e la debolezza delle istituzioni pubbliche, in particolare nelle zone più periferiche del Paese, hanno limitato fortemente la possibilità di investimenti da parte di soggetti privati e imprese. Ciò, da una parte, ha impedito lo sviluppo economico e sociale delle aree più povere, mantenendo i livelli di povertà assoluta prossimi al 60% su scala nazionale. Dall’altra, ha favorito la cristallizzazione di un sistema criminale dedito al traffico di droga, armi e alla tratta di esseri umani, e che contribuisce al già alto tasso di omicidi (26 ogni 100 mila abitanti nel 2016 secondo la Banca Mondiale) di cui il Guatemala soffre cronicamente.

Anche i flussi in entrata sono una componente importante della questione migratoria. In questo caso essi hanno la medesima meta, raggiungere cioè il Messico o, ancor meglio, gli Stati Uniti. La differenza, tuttavia, sta nel fatto che si tratta di migranti provenienti da Paesi terzi (in buona parte dall’Honduras) e che, al pari degli emigranti guatemaltechi, vogliono attraversare il confine messicano nella speranza di trovare condizioni di vita migliori. Spesso, però, i flussi vengono fermati presso il confine con il Messico e i migranti respinti vengono rispediti in Guatemala, dove tendono poi a rimanere.
A seguito di un incontro con il ministro degli esteri messicano, Marcelo Ebrard, il presidente Giammattei ha dichiarato che farà tutto ciò che è in suo potere per impedire il passaggio di nuove carovane di migranti verso Messico e Stati Uniti. Ebrard, dal canto suo, ha ribadito che il Messico non permetterà ad altri migranti di attraversare il suo confine col Guatemala. In questa fase è importante vedere come l’obiettivo di Giammattei sia quello di avvicinarsi il più possibile al Messico dal punto di vista geopolitico. Per ottenere questo intende fare del Guatemala una sorta di Stato-cuscinetto dal punto di vista migratorio, assumendo su di sé l’onere di fermare tutti i flussi irregolari lungo i confini meridionali. Giammattei ha promesso a questo proposito di stabilire criteri di valutazione “estremamente esigenti” e di ricorrere ai respingimenti come misura generale, anche nei confronti di minori non accompagnati.

Le relazioni internazionali: Messico e Venezuela

La rete delle relazioni internazionali del Guatemala è strettamente intrecciata con la presenza prepotente, nel dibattito politico, della questione migratoria. In cambio dello stop ai flussi provenienti dal sud, Ebrard ha appoggiato un piano di stretta collaborazione economica tra i due Paesi, al punto da dichiarare: “Il Messico è disposto (…) a investire immediatamente in Guatemala per supportare questo piano e creare subito 20 mila posti di lavoro”. Con l’avvicinamento al Messico, Giammattei spera di favorire la crescita economica delle aree più povere e meno sviluppate del Guatemala, in modo da mettere anche un freno al fenomeno della migrazione verso gli Stati settentrionali.

Un altro Stato ha visto sviluppi recenti nelle sue relazioni con il Guatemala di Giammattei, ma in direzione del tutto contraria: il Venezuela. Già durante la campagna elettorale, i rapporti con il Venezuela si erano mostrati piuttosto negativi. Nell’ottobre 2019 a Giammattei, ancora candidato, era stato proibito l’ingresso in Venezuela per incontrarsi con Juan Guaidó in segno di sostegno all’oppositore del governo di Nicolás Maduro. Appena eletto, Giammattei, come pure aveva fatto il suo predecessore, si è allineato immediatamente con la posizione di Stati Uniti, Europa e di buona parte dell’America latina che consiste nel non riconoscere Maduro come legittimo presidente venezuelano. La nuova amministrazione si è però spinta oltre: Giammattei ha ordinato l’interruzione di ogni rapporto diplomatico con il Venezuela, arrivando all’espulsione del personale diplomatico venezuelano e alla chiusura dell’ambasciata presso Ciudad de Guatemala.

La nuova commissione anticorruzione

Come dichiarato in campagna elettorale, Giammattei non ha rinnovato la Commissione Internazionale contro l’Impunità in Guatemala (CICIG) la cui missione, sotto la bandiera delle Nazioni Unite, era stata sospesa dall’ex presidente Jimmy Morales.
In sostituzione della CICIG, Giammattei ha creato una Commissione presidenziale contro la corruzione. Questa commissione, dalla durata prevista di quattro anni, non avrà tuttavia il potere di aprire nuove indagini ma dovrà limitarsi a portare a compimento i casi già aperti in precedenza dalla CICIG. Come ha osservato Eddi Cux, presidente di Azione Cittadina, organizzazione membro di Transparency International, l’attribuzione di poteri giudiziari a un organo nominato e controllato dall’esecutivo non può essere ritenuta una garanzia sufficiente per il buon funzionamento della Commissione presidenziale. Commissione che, non a caso, sarà presieduta dallo stesso Giammattei e avrà come membri anche il ministro delle finanze e il procuratore generale.

Le prospettive future: immobilismo e rischio democratico?

Il tentativo di Giammattei di sradicare il sistema criminale più che su finanziamenti pubblici mirati alla creazione di solide infrastrutture nelle zone più sottosviluppate, sembra puntare tutto o quasi sull’accordo con il Messico. Giammattei non ha mai proposto un piano ampio e profondo di riforma della giustizia che rendesse lo Stato più trasparente e che combattesse il fenomeno della corruzione. Non a caso, né lui né la Torres hanno mai accennato al ritorno della CICIG, vista da una grossa fetta della popolazione come un organo di garanzia dello stato di diritto e come il simbolo della speranza di un rinnovamento politico che stenta ad arrivare.
Per Paul Boteo, analista del think tank Libertad y Desarrollo, “Ci troviamo tra due estremi: uno status quo che pretende che il sistema di corruzione continui a dilagare, contro una proposta radicale che, eventualmente, potrebbe smuovere le basi del sistema”. Una parte crescente dell’elettorato, concentrata in particolar modo presso le popolazioni indigene, soffre un’esclusione sociale ed economica che non ha mai trovato risposta nell’azione dei partiti tradizionali. Ciò ha provocato lo spostamento di consistente consenso elettorale dai partiti tradizionali a nuovi partiti antisistema, come il Movimento per la Liberazione dei Popoli di Thelma Cabrera.

L’immobilità sociale e l’impossibilità di migliorare la qualità della propria vita hanno alimentato nei cittadini la sfiducia per la classe politica, come si è visto dalla scarsissima affluenza alle elezioni. Il crollo della credibilità della democrazia liberale potrebbe diventare terreno fertile per forze politiche anti-democratiche. Il think tank Associazione di Investigazione e Studi Sociali sostiene che “per i settori tradizionali c’è solo da consolidare un sistema economico più inclusivo, se intendono invertire questa tendenza”.

Le elezioni del 2019 hanno rivelato un Guatemala che soffre di profonde spaccature economico-sociali ma che fatica a rinnovare la classe politica tradizionale. I nuovi partiti comparsi sulla scena politica stanno smuovendo un sistema politico che si ostina a mantenere uno status quo il quale rischia, sul lungo periodo, di indebolire le stesse istituzioni democratiche.

Fonti e approfondimenti

Risultati delle elezioni presidenziali del Guatemala 2019 – 1° turno 

Risultati delle elezioni presidenziali del Guatemala 2019 – 2° turno

Agence France-Presse, “Migración ilegal será un fuerte desafío para próximo presidente de Guatemala”, La Nación, 6/06/2019

Antilla Fürst, Elezioni in Guatemala: tra candidati soliti e candidati esclusi”, Lo Spiegone, 13/06/2019

José Elías, “El inmovilismo triunfa en Guatemala”, El País, 17/06/2019

Redazione La Nación, “Candidato de derecha promete atacar causa de migración de guatemaltecos, La Nación, 4/08/2019

Jacobo García e José Elías, El conservador Giammattei gana las elecciones en Guatemala con una minúscula participación”, El País, 12/08/2019

Redazione La Nación, “Editorial: la involución guatemalteca”, La Nación, 14/08/2019

Grazia De Vincenzis, “Il Guatemala guida l’esercito dei clandestini verso gli USA”, West Immigrazione, 9/10/2018

José Elías, “Giammattei asume la presidenia de Guatemala con la promesa de atajar la corrupción”, El País, 15/01/2020

Virgilio Álvarez Arangón, “Guatemala ante un nuevo gobierno de derecha”, Nueva Sociedad, gennaio 2020

Agence France-Presse, “Corrupción y migración serán los retos de Alejandro Giammattei como nuevo presidente de Guatemala”, La Nación, 12/01/2020

Agence France-Presse, “Giammattei llega al poder en Guatemala con promesa de combatir pobreza y corrupción”, La Nación, 14/01/2020

Reuters, “México usará todo lo que esté en sus manos para impedir el paso a caravana migrante: Presidente de Guatemala”, El Universal, 15/01/2020

Agence France-Presse, “Nuevo presidente de Guatemala rompe relaciones con Venezuela, La Nación, 16/01/2020

José Meléndez, Caravanas de migrantes hondureños avancan de Guatemala hacia México”, El Universal, 16/01/2020

Ariadna García, “Ebrard llama a lograr integración de Mexico y Guatemala”, El Universal, 16/01/2020

Redazione La Nación, “Editorial: cambio de mando en Guatemala, La Nación, 18/01/2019

Associated Press, “Presidente de Guatemala crea grupo contra corrupción, pero sin poder para investigar”, La Nación, 21/01/2020

Juan Arvizu e Alejandra Canchola, “Van Guatemala y México por «Muro de prosperidad»”, El Universal, 7/02/2020

Agence France-Presse, “Guatemala y EU refuerzan relación”, El Universal, 8/02/2020

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